Letteratura

Cos’è la poesia? Tutte le caratteristiche da conoscere

Di seguito abbiamo raccolto tutte le informazioni sulla poesia. Le diverse tipologie di componimento e le informazioni sulle componenti del testo poetico: la rima, la strofa e i versi.

poesia

Cosa significa poesia? Le origini

Per dare la giusta definizione di poesia bisogna dire che il termine poesia deriva dal greco ποίησις, traducibile con produrre, creare. La poesia quindi è un componimento, che nasce nell’antichità, utilizzato per raccontare storie fantastiche, descrivere un fatto con parole in versi. Per capire tutto sulla poesia è bene partire dalle origini. Le prime forme di poesia sono attestate ancora prima della scrittura. Inizialmente nata come forma orale, come nei racconti dei cantastorie, la poesia prevedeva all’origine due cantanti, che si alternavano nei canti popolari. La prima opera poetica fu composta probabilmente in Mesopotamia, dalla sacerdotessa sumera Enheduanna, che ebbe la prima definizione di poeta.

Le caratteristiche del testo poetico

Dopo aver capito cosa significa poesia, vediamo quali sono tutte le caratteristiche della poesia.
La poesia è formata da diversi elementi:

  • figure retoriche: artifici usati in poesia come espressione di una carica emotiva;
  • verso: unità di misura del componimento poetico;
  • metrica: la struttura ritmica del componimento e dei suoi versi;
  • sillaba: unità di misura del verso e del numero di sillabe (a seconda del numero di sillabe il verso prende nomi diversi);
  • ritmo: i suoni che compongono il componimento;


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Cosa sono le strofe? Le diverse tipologie

Le strofe di una poesia sono formate dai versi che a loro volta formano un sistema metrico. Esistono diversi tipi di strofe che prendono il nome numero di versi della poesia. Nella poesia italiana distinguiamo:

  • Distico: è formato da due versi, di solito in rima baciata ed endecasillabi (aventi 11 sillabe).
    Nello splendore del cielo notturno,
    Galileo scruta pensoso Saturno.
  • terzina: è formata da tre versi. Un grande autore di terzine è stato Dante, nella Divina Commedia.
    Nel mezzo del cammin di nostra vita,
    mi ritrovai per una selva oscura,
    ché la diritta via era smarrita.
  • quartina: strofe formate da quattro versi in rima alternata o incrociata:
    O Rosa, sei malata!
    Il verme invisibile,
    che vola nella notte,
    nella tempesta ululante.
  • sestina: formata da sei versi, quattro in rima alternata e due in rima baciata.
    A volte sento approssimarsi l’ora
    che dia un significato a questo mondo;
    a volte ascolto l’aria ed anche il vento,
    lo scintillare d’una voce d’oro.
    Allungo verso il cielo la mia mano
    cercando di raggiungere le stelle.
  • ottava: formata da otto versi, di cui  i primi sei in rima alternata, gli ultimi due in rima baciata. Un esempio è l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
    Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
    le cortesie, l’audaci imprese io canto,
    che furo al tempo che passaro i Mori
    d’Africa il mare, e in Francia nocquer tanto,
    seguendo l’ire e i giovenil furori
    d’Agramante lor re, che si diè vanto
    di vendicar la morte di Troiano
    sopra re Carlo imperator romano.


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La poesia in versi: come si classificano?

Il verso è l’insieme di parole che formano il rigo di una poesia, e che danno ritmo al componimento. Così come le strofe, anche i versi si classificano in diverse tipologie:

  • versi sdruccioli: si creano quando l’ultima parola è sdrucciola, cioè l’accento tonico è sulla terzultima sillaba;
  • versi piani: quando l’accento cade sulla penultima sillaba;
  • verso tronco: si ha quando l’accento cade sull’ultima sillaba e si conta una sillaba in più.

La cesura infine è un mezzo usato per creare una pausa, spesso con una virgola o una pausa logica, e serve al poeta per dare maggiore rilevanza ad un preciso punto della poesia.

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Definizione di rima e caratteristiche

La rima consiste nella ripetizione di parole a fine verso, partendo dall’ultima parola accentata (come nel caso di prigiòni e intenziòni, o génte e sènte). Per scoprire tutti il tipo di rime che può avere una poesia e tutte le caratteristiche della rima, vai all’articolo dedicato. Ti anticipiamo che le rime nella poesia non sono obbligatorie, anzi nella letteratura moderna ci sono molte poesie senza rima, ma in generale le tipologie di rime sono:

  • rima baciata: segue lo schema metrico AA, BB, CC. Si ha quando rimano tra loro due versi consecutivi;
  • rima alternata: segue lo schema metrico ABAB, CDCD. Si ha quando il primo verso rima con il terzo e il secondo con il quarto;
  • rima incrociata: segue lo schema metrico ABBA CDDC, si ha quando in una quartina, i due “esterni” e i due “interni” rimano tra loro, come nel sonetto.
  • rima incatenata: segue lo schema metrico ABA BCB CDC. È conosciuta anche come rima dantesca, perché il primo ad utilizzarla fu Dante Alighieri nella Divina Commedia. Esempi di rime incatenate sono la rima ripetuta o replicata (che segue lo schema ABC ABC, e la rima invertita, che segue lo schema ABC CBA.


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I tipi di componimenti poetici

Concludiamo lo studio sulla struttura sintattica di una poesia, analizzando le diverse tipologie di componimenti:

  • Sonetto: la forma metrica nata nella Scuola Siciliana e formato da due quartine, a rima incrociata o alternata, e da due terzine, a rima alternata oppure invertita, per un totale di 14 versi.
  • Ballata: componimento accompagnato dalla musica, dalla danza, recitato a voce, con un ritornello che si ripete identico, per essere ricordato meglio.
  • Madrigale: nato nel ‘300 è formato da due o cinque terzine, con uno o due distici di chiusura, spesso accompagnato da versi endecasillabi.
  • Ode:  formata da versi misti o unici, quinari, settenari, ottonari e quaternari. L’ode fu promossa soprattutto da Giuseppe Parini (con l’opera Il Giorno), e può avere contenuti diversi, dal religioso al satirico.
  • Canzone:  forma metrica di contenuto vario, formata da cinque o dieci strofe, con versi endecasillabi o settenari. La canzone nasce come genere accompagnato dalla musica, utilizzato spesso da Francesco Petrarca.


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