Arte

Piero della Francesca: opere e biografia del pittore rinascimentale

Di seguito abbiamo raccolto tutte le informazioni su uno dei più importanti esponenti della pittura rinascimentale, Piero della Francesca. Biografia e opere dell’artista, analizzate per comprendere a meglio la sua arte, punto di riferimento per tanti artisti durante il Rinascimento e successivamente.

piero della francesca opere

Piero della Francesca: riassunto della vita dell’artista

Piero di Benedetto de’ Franceschi, meglio noto come Piero della Francesca, nasce a Borgo Sansepolcro, tra il 1412 e il 1416. Il nome con il quale l’artista è conosciuto si deve forse alla madre, che dopo la morte del marito, Benedetto de’ Franceschi, un commerciante, si risposò con un membro della famiglia dei Franceschi, motivo per il quale fu denominata la Francesca (da qui l’appellativo del pittore). Pier della Francesca inizia il suo apprendistato con Antonio di Anghiari e nel 1432 è datata la prima delle opere di Piero della Francesca, che però non viene portata a termine. Successivamente lavora con Domenico Veneziano alla cappella di Sant’Egidio e nel 1439 è a Firenze dove conosce Masaccio e Paolo Uccello, che influenzeranno il suo stile.

Al 1442 è datata una delle sue opere più celebri, il Battesimo di Cristo, mentre nel 1445 realizza il Polittico della Misericordia per la confraternita di Borgo, da realizzare in tre anni, ma che in realtà Piero della Francesca termina solo dopo quindici anni, a causa dei suoi viaggi tra le varie città e corti che ricercavano il suo talento. Nel corso degli anni viaggia tra Ferrara, dove lavora al servizio della famiglia d’Este, Rimini e Arezzo, dove dopo la morte di Bicci di Lorenzo, subentra ai lavori per decorare il coro della chiesa di San Francesco. Tra le sue opere Piero della Francesca realizza anche tre libri, il Liber abaci, un trattato di calcoli matematici, il De prospectiva pingendi, trattato dedicato alla prospettiva e il De quinque corporibus regularibus, un trattato sulla geometria euclidea. A Roma l’artista è al servizio di Papa Pio II, dove resta per poco tempo, poiché a causa della morte del padre è costretto a tornare nella sua città natale. Tra le sue maggiori opere ricordiamo ancora l’Ercole, l’unica opera con un soggetto profano, i duchi di Urbino, dipinto realizzato nel 1472 e oggi conservato agli Uffizi, e la Madonna di Senigallia, realizzata nel 1478. Piero della Francesca muore a Borgo Sansepolcro nel 1492.

Le maggiori opere di Piero della Francesca: analisi ed interpretazioni

Di seguito abbiamo raccolto i maggiori lavori di Piero della francesca, opere che permettono di conoscere la maestria di uno dei più importanti pittori del Rinascimento.

  • Madonna col Bambino: dipinto che segna l’inizio della carriera di Pier della Francesca, datato tra il 1435 e il 1440, in cui sono evidenti alcune delle caratteristiche del Rinascimento, come l’uso della prospettiva, la geometria, il rigore della composizione e la compostezza dei personaggi. Inizialmente l’opera fu attribuita erroneamente a Leonardo da Vinci. La Madonna e il Bambino sono rappresentati con un colorito pallido, inespressivi, chiaro obiettivo dell’artista di coinvolgere il pubblico non emotivamente ma intellettualmente, lasciando come unico gesto umano quello del Bimbo che si aggrappa alle mani della Madre, che lo guarda. Sul lato posteriore del dipinto è raffigurato un rinfrescatoio in prospettiva, probabilmente un esercizio geometrico di Piero della Francesca nei suoi primi anni di attività.

madonna col bambino

  • Polittico della Misericordia: opera risalente 1445, in cui sono raffigurati dei polittici medievali con una resa plastica tipicamente rinascimentale. Al centro vi è la Madonna della Misericordia, a segno di protezione per i membri della confraternita, mentre ai lati vi sono raffigurati san Sebastiano, san Giovanni Battista, san Benedetto da Norcia e san Francisco. Nella cornice invece si vede la Crocifissione, forse un tributo alla Crocifissione di Masaccio con il Polittico di Pisa. Il fondo oro invece indica il legame con lo stile gotico.

polittico della misericordia

  • La Leggenda della Vera croce: ciclo di affreschi della Cappella Bacci, nella chiesa di San Francesco ad Arezzo. Gli affreschi, realizzati dopo il Concilio di Ferrara e di Mantova, potrebbero essere un invito a Paleologo di impugnare le mani contro i turchi, a difesa dei cristiani. Nei dieci affreschi che compongono l’opera e che raccontano la crocifissione di Gesù si segue un ordine non cronologico ma tematico e le raffigurazioni sono:
    • la morte di Adamo;
    • l’incontro tra la regina di Saba e re Salomone;
    • il seppellimento del legno ad opera di re Salomone;
    • l’Annunciazione;
    • il Sogno di Costantino, che vede Costantino che riceve la visita di un angelo che gli annuncia la sua vittoria nella battaglia contro Massenzio;
    • la battaglia tra Costantino e Massenzio;
    • la tortura degli ebrei nel pozzo, eseguita per volere della madre di Costantino per rivelare il luogo dov’è sepolta la croce;
    • il ritrovamento della croce;
    • il rapimento della croce da parte dell’imperatore persiano Cosroe, mentre Eraclio cerca di recuperarla.

  • Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta: l’opera su tavola lignea del 1451 è uno dei più famosi ritratti del Quattrocento, in cui è ritratto il signore di Rimini, appassionato d’arte e abile stratega, presso cui Piero della Francesca fu ospite nel 1451. Nel dipinto il soggetto viene rappresentato di profilo su uno sfondo nero, per permettergli di far risaltare meglio i lineamenti, come se si trattasse di un ritratto antico. Probabilmente l’opera servì come modello per l’affresco di Sigismondo Malatesta e San Sigismondo del Tempio Malatestiano di Rimini.

  • La pala Montefeltro o Pala di Brera: qui la Madonna viene rappresentata come la moglie di Federico da Montefeltro, Battista Sforza, Gesù Bambino è Guidobaldo da Montefeltro, suo figlio, e il soldato rappresentato di profilo in ginocchio è Federico da Montefeltro, il committente dell’opera.  Piero della Francesca presta attenzione alla geometria delle figure, alla luce e ai colori che celano una determinata simbologia; Gesù Bambino indossa un corallo rosso, a simbolo della passione della Croce, la Madonna invece è vestita di colori bruni, e non del solito rosso, simbolo della passione. Al centro della scena è raffigurato un uovo,  Immacolata Concezione, che ovvia all’idea di rappresentare invece la Madonna con proporzioni più grandi del normale, come invece era in uso al tempo.

  • Il Battesimo di Cristo: è una delle opere giovanili di Piero della Francesca, pala d’altare dipinta a tempera, realizzata per l’Abbazia di Sansepolcro, che probabilmente serviva a completare l’opera del polittico ad opera di Matteo di Giovanni. La scena rappresenta il Battesimo secondo il Vangelo di Marco e vi è raffigurato al centro Gesù, con una posa rigida e con sul capo una colomba, simbolo dello Spirito Santo, ai lati un albero, simbolo della vita, e Giovanni Battista. A sinistra tre angeli, di cui uno, vestito di rosa, guarda verso lo spettatore per attrarre la sua attenzione. Sullo sfondo si vedono i farisei e un neofita che si spoglia per essere battezzato, in una rappresentazione che ricorda l’affresco di Pisanello. Il dipinto riprende tutte le caratteristiche del Rinascimento, la geometria delle forme, l’equilibrio, la prospettiva e l’uso della luce come segno di onnipotenza divina. La tavola dell’opera è un quadrato sormontato da due semicirconferenze, mentre al centro del quadrato c’è un pentagono dove sono racchiuse le figure protagoniste.

  • Natività: opera dell’ultimo periodo di attività di Piero della Francesca, in cui è evidente l’influenza della pittura fiamminga, per l’utilizzo di colori spenti. Al centro della scena sono raffigurati la Vergine Maria e il Bambino, sdraiato su un mantello azzurro. Dietro di loro un gruppo di cinque angeli musicisti. Accanto alla Vergine è raffigurato San Giuseppe, con abiti scuri e un mantello rosso, intento a parlare con due pastori, di cui uno tende la mano verso il cielo. Nel dipinto sono rappresentati poi il bue, l’asino e una gazza, simbolo della follia umana, presagio della crocifissione di Cristo. Dietro i pastori è rappresentato un borgo, probabilmente la città natale di Piero della Francesca.

Natività

  • Resurrezione di Cristo: affresco del 1467-68 in cui Cristo viene rappresentato al centro della scena mentre emerge da un sarcofago, con la gamba sinistra appoggiata sul bordo e la destra nel sepolcro. La scena è statica e solitaria e il paesaggio è diviso in due parti, una spoglia, l’altra verdeggiante. Piero della Francesca, secondo le regole della prospettiva matematico-lineare, crea oggetti e uomini che seguono precise regole geometriche. La figura umana viene concepita secondo precise regole di luce e colore. I colori dei soggetti sono realizzati in modo invertito nelle vesti dei soldati, mentre un soldato ha il berretto rosso e la veste verde l’altro ha un mantello rosso e un berretto verde. La cornice dell’opera invece la racchiude in due colonne antiche.

  • San Sigismondo e Sigismondo Pandolfo Malatesta: opera commissionata da Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, a Piero della Francesca per il Tempio Malatestiano. Nel dipinto Sigismondo Pandolfo Malatesta è rappresentato inginocchio ai piedi del patrono San Sigismondo, dipinto su un trono mentre regge lo scettro e il globo, segni di potere. All’estrema destra sono rappresentati due levrieri, simbolo della fedeltà del cavaliere e della prudenza. Sopra i cani c’è un oculo prospettico, simbolo della potenza militare.

San Sigismondo e Sigismondo Pandolfo Malatesta

  • La Flagellazione: tempera su tavola datata 1459. Il dipinto è diviso in due parti separate orizzontalmente da una colonna. A sinistra c’è la Flagellazione,  ad opera di Ponzio Pilato o probabilmente la raffigurazione dei musulmani che minacciavano la Chiesa cattolica, a destra la conversazione tra i tre uomini vestiti con abiti eleganti, forse appartenenti alla corte di Federico da Montefeltro. Non conosciamo il committente dell’opera mentre a sinistra sul gradino del basamento c’è la dicitura Opus Petri de Burgo S[an]c[t]i Sepulcri, ad indicare il lavoro di Piero della Francesca. Nei suoi dipinti l’artista utilizza i colori chiari, usando quella che viene definita luce zenitale, la luce che illumina la scena dall’alto.

  • Doppio ritratto dei duchi di Urbino: Il dipinto ritrae i coniugi Federico da Montefeltro e Battista Sforza, raffigurati di profilo come su una medaglia, in segno di solennità, con alle spalle la rappresentazione del paesaggio di Urbino, a dimostrazione della maestosità della sua corte. La scelta di rappresentare il Duca di profilo, oltre al motivo artistico fu quasi un obbligo, dato che durante una giostra il Duca di Montefeltro perse un occhio, quindi non poteva essere ritratta parte sinistra del volto. La consorte, la Duchessa Battista Sforza, viene rappresentata secondo la moda del tempo, con abiti ricchi e una fronte alta. Sul retro del dittico sono dipinti due antichi carri in compagnia delle Virtù.


La pittura di Piero della Francesca è nota per essere armoniosa, luminosa, costruita secondo regole matematiche per ogni minimo dettaglio.

Piero della Francesca è considerato umanista perché ha unito nella sua arte i valori intellettuali e spirituali del tempo, unendo tradizione e modernità.


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