Letteratura

L’Orlando Furioso: riassunto e analisi dell’opera

Che cos’è l’Orlando furioso? Ecco un riassunto dell’opera con tanti video informativi e l’analisi delle caratteristiche fondamentali del capolavoro di Ludovico Ariosto, un prosieguo dell’opera di Boiardo, ma che analizza un altro aspetto del cavaliere Orlando: la sua follia per amore.

orlando furioso

L’origine e il titolo dell’opera: come nasce l’Orlando Furioso?

Tra l’XI e il XII secolo erano nate in Francia due grandi tradizioni letterarie, la prima quella delle Chanson de Geste, canzoni di gesta dei cavalieri impegnati nella difesa della religione cristiana, della patria, dell’onore del loro re. La seconda quella dei romanzi cortesi, avventure di cavalieri e donzelle innamorati, coinvolti in vicende fantastiche e meravigliose. Alla fine del  ‘400 queste due tradizioni letterarie erano ancora in pieno sviluppo.  Matteo Maria Boiardo, grande poeta della generazione precedente a quella di Ariosto, pensa di fonderle e scrive un poema l’Orlando innamorato in cui il paladino più famoso di Carlo Magno si innamora di una splendida fanciulla di nome Angelica. La morte di Boiardo, nel 1494, lascia incompiuto il poema. Ludovico Ariosto ne scrive la continuazione, riprendendo personaggi e situazioni, ma con temi nuovi. I cavalieri si muovono in un mondo dominato dal caos in cui i sentimenti sfuggono al controllo della ragione. Orlando non è solo innamorato, ma pazzo (da qui il termine furioso) perché l’amore infelice lo conduce appunto alla follia, e tutto il mondo del poema di Ariosto sembra dominato dall’irrazionalità.

L’Orlando furioso: trama breve

L’Orlando furioso ha una trama complicatissima, perché l’autore segue le avventure di decine e decine di personaggi, coinvolti in una immaginaria guerra tra l’esercito dei cristiani e saraceni, che pensano soprattutto però a conquistare l’amore di Angelica, principessa del Catai, e per questo vagano qua e là per il mondo, dimenticando i loro doveri di combattenti. L’episodio principale, da cui il poema trae il suo titolo, è il seguente. Una notte dopo una violenta battaglia tra i due eserciti, due soldati saraceni di nome Cloridano e Medoro decidono di andare a seppellire il loro re, rimasto ucciso nello scontro. I due vengono però sorpresi da una pattuglia di cristiani, fuggono in fretta, ma vengono raggiunti: Cloridano viene ucciso, Medoro resta gravemente ferito. Nella foresta si aggira Angelica, in fuga dai suoi spasimanti. La principessa trova Medoro, lo cura e se ne innamora; i due decidono così di sposarsi e di raggiungere il Catai. Poco tempo dopo, capita nella stessa foresta Orlando, che sta inseguendo Angelica.

Il paladino vede alcuni segni sui tronchi degli alberi, capisce che si tratta di messaggi d’amore di Angelica per un altro uomo e viene a sapere da un pastore dei dintorni che i due si sono sposati. Il dolore è tale che Orlando impazzisce e si abbandona ogni sorta di eccesso, distruggendo, uccidendo e devastando ogni cosa. I suoi compagni si preoccupano: senza di lui, che è il più forte dei guerrieri cristiani, non sarà possibile vincere la guerra. Per fortuna, si sa dov’è finito il senno di Orlando: sulla Luna, dove finisco tutte le cose che si smarriscono sulla terra. Ma come raggiungere la Luna? Interviene un altro cavaliere, Astolfo, che grazie alla sua fortuna è riuscito a sconfiggere il mago di nome Atlante e a conquistare il suo cavallo alato, l’Ippogrifo. In capo all’Ippogrifo Astolfo raggiunge la luna, ritrova il senno di Orlando, chiuso in una bottiglietta e lo riporta sulla terra facendoglielo bere. Orlando recupera la ragione, si rassegna alla perdita di Angelica e torna a combattere, ponendo fine alla minaccia dell’invasione saracena

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Il tema encomiastico dell’Orlando Furioso

Nell’Orlando Furioso è presente anche il tema encomiastico. L’autore infatti per celebrare i signori di Ferrara inserisce nel poema anche un immaginario capostipite degli Estensi, Ruggero. Questo guerriero per una serie di malintesi combatte nell’esercito saraceno, ma ama, ed è riamato da Bradamante, una guerriera cristiana. I due si inseguono per tutto il poema senza potersi incontrare perché il mago Atlante, sapendo che Ruggero è destinato a morire giovane, lo tiene lontano dalla guerra inventandosi diversi prodigi. Solo alla fine Ruggero e Bradamante riescono a incontrarsi e sposarsi felicemente, dando vita alla famiglia d’Este.

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L’ottava d’oro e l’ironia dell’opera

L’Orlando furioso è composto da 46 canti scritti in versi endecasillabi organizzati in strofe dette ottave. I testi che circolano sono in gran parte trascrizioni moderne in prosa ma è bene ricordare che l’originale è tutto in poesia. In particolare l’ottava d’oro dell’Ariosto, così è stata definita per sottolineare la sua perfezione, contribuisce a dare un’impressione di armonia, di naturalezza tanto che non si avverte il minuzioso lavoro fatto dall’autore per realizzarla. Una medesima idea di leggerezza si ritrova nello stile. Il poeta non assume quasi mai un tono drammatico, racconta la sua storia con distacco e con ironia, spesso con umorismo, concentrandosi volentieri sui personaggi più comici e sugli aspetti più fantastici della vicenda.

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L’inquietudine e l’irrazionalità dell’Orlando Furioso

L’Orlando furioso è stato scritto in un momento particolarmente drammatico della storia italiana. Nella prima metà del 500 l’Italia era invasa dagli stranieri, devastata dalle guerre ed era in una fase di rapido impoverimento causato dalla perdita di importanza dei commerci nel Mediterraneo. Non bisogna poi dimenticare che proprio in quegli anni la riforma luterana aveva spezzato per sempre l’unità religiosa dell’Europa e aperto una lunga fase di lotte sanguinose. Ariosto rispecchia questa situazione in maniera indiretta: la storia di Orlando è quella di un amore infelice sullo sfondo di una guerra terribile. Il mondo appare dominato dall’irrazionalità e dalla violenza e le vicende dei personaggi sembrano decise dal caso. Nonostante il distacco ironico dell’autore, il poema è un’opera ricca di inquietudini e di drammaticità.

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