Letteratura

La Divina Commedia di Dante: riassunto e analisi dell’opera

Quando e perché Dante ha scritto la Divina Commedia? Qual è la struttura e lo scopo della Divina Commedia? Di seguito abbiamo raccolto tantissime informazioni utili sull’opera di Dante, in modo da creare un riassunto sulla Divina Commedia utile per potere ripetere l’argomento in vista di un’interrogazione o conoscere al meglio le nozioni fondamentali sull’opera che racconta il viaggio immaginario di Dante attraverso i tre regni: Inferno, Purgatorio e Paradiso.

La Divina Commedia: cos’è e la struttura del poema

La Divina Commedia è un poema allegorico- didascalico in cui il protagonista, Dante stesso, come poeta vate racconta il suo viaggio, che può essere inteso come il viaggio di tutti gli uomini verso la purificazione, all’interno dei tre regni dell’aldilà, Inferno Purgatorio e Paradiso. Questo viaggio viene raccontato in 100 canti, divisi in tre cantiche con 33 canti ciascuna. Solo l’Inferno ha un canto in più di introduzione generale a tutta l’opera. I numeri non sono scelti a caso dal poeta: 100 nel Medioevo infatti simboleggiava la totalità, e Dante voleva scrivere un’opera enciclopedica in cui affrontava tutti i grandi problemi morali, scientifici, politici e filosofici del suo tempo. Anche il numero tre è un numero simbolico, poiché rappresenta la divinità. Secondo la Chiesa cattolica infatti Dio è solo uno ma anche trino, cioè formato da tre persone diverse, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Dante e la Divina Commedia: perché è chiamata così?

Il titolo originale del poema non è Divina Commedia, ma solo Commedia, ed è dovuto a due ragioni. La prima è che la storia inizia in modo spaventoso, nella selva scura, e si conclude in modo lieto, con la visione di Dio. La seconda è che Dante usa uno stile comico, cioè uno stile che a toni solenni e sublimi, tipici delle riflessioni filosofiche, alterna toni rozzi e volgari. L’aggettivo Divina alla Commedia invece fu dato per la prima volta da Boccaccio, il quale lo utilizzò per indicare la grandezza dell’opera. Dal 500, con il letterato Claudio Tolomei, l’aggettivo Divina venne definitivamente accostato alla Commedia.

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Com’è scritta la Divina Commedia?

La Divina Commedia è scritta in versi endecasillabi, raggruppati in terzine, cioè strofe di tre versi. Le rime legano tra loro le terzine. Il verso centrale di ogni terzina fa rima con i due versi esterni della terzina successiva, utilizzando lo schema ABA BCB CDC ecc. Anche la scelta metrica si basa sull’utilizzo del numero tre. Il fatto che i versi sono legati tra loro esprime infatti l’idea di un mondo in cui tutto viene ordinato, ogni particolare ha il suo posto preciso all’interno di un progetto complessivo. Ecco un esempio della struttura della Divina Commedia:
divina commedia struttura
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La Divina Commedia: riassunto della trama

Nella Divina Commedia Dante immagina di compiere un viaggio nell’anno 1300, in primavera. Il poeta si è smarrito in una selva oscura, il bosco fitto nei pressi di Gerusalemme. Durante il suo cammino tre fiere gli bloccano il passaggio, e gli appare l’anima del grande poeta Virgilio, autore dell’Eneide, che arriva in suo soccorso. Virgilio spiega al poeta che per salvarsi dovrà visitare l’aldilà e parlare con le anime dei morti. Non senza paura Dante decide di seguirlo, prima tramite le porte dell’Inferno, scendendo verso il centro della terra, dove incontra dannati e demoni che sono puniti per l’eternità, in un’atmosfera opprimente. Figura importante dell’Inferno è Caronte, nella Divina Commedia, il traghettatore delle anime dei dannati.

Nella parte più profonda dell’Inferno c’è Lucifero: arrampicandosi sul suo corpo Dante e Virgilio superano il centro della terra e salgono dalla parte opposta. Si trovano così ai piedi del monte del Purgatorio, che si innalza agli antipodi di Gerusalemme. A differenza dell’Inferno, il Purgatorio è il regno in cui le anime si purificano ed espiano i loro peccati, in attesa del Paradiso. Questo è dunque il regno di passaggio. Sulla montagna del Purgatorio si trova il Paradiso terrestre, qui Dante si separa da Virgilio e incontra nuova guida, Beatrice. Accanto a lei Dante di sente pronto per salire al Paradiso. Oltre questi si trova l’Empireo, in cui Dante, grazie a San Bernardo, riesce ad avere la forza di sostenere per un attimo la vista di Dio.

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Divina Commedia: appunti sul mondo secondo Dante

Il riassunto della Divina Commedia è utile per capire la trama della storia. Ma perché Dante immaginava il mondo così? Alla base ci sono alcuni studi, ai quali il poeta fiorentino si è ispirato.
Dante conosce le teorie astronomiche di Tolomeo, secondo cui la terra è immobile al centro dell’universo, circondata da due sfere, di fuoco e di aria. Oltre queste stelle ci sono nove sfere celesti che ruotano intorno e che terminano con l’Empireo, un cielo immobile che contiene, secondo Dante, tutti gli altri. La terra poi si divide i due emisferi, quello delle terre emerse dove vivono gli uomini e quello delle acque, al centro del quale si innalza la montagna Del Purgatorio.
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Lo scopo della Divina Commedia: il senso letterale e allegorico

La Divina Commedia è un poema allegorico, in cui ogni elemento deve essere interpretato sia in chiave letterale ossia con il racconto di un viaggio fantastico, sia in chiave metaforica, cioè come un simbolo che nasconde un significato morale e religioso. Ecco gli esempi:

  • Dante è allo stesso modo sia Dante Alighieri, poeta fiorentino in esilio, ma è anche il simbolo dell’intera umanità, che si è smarrita nella selva del peccato e che deve compiere un difficile viaggio alla ricerca di Dio;
  • Virgilio è sia il poeta latino autore dell’Eneide, ma anche simbolo della ragione umana che aiuta l’uomo alla ricerca di Dio;
  • Beatrice è sia la donna amata dal poeta in gioventù,  ma anche il simbolo della superiore sapienza che deriva dalla fede in Dio, che interviene dove la ragione (Virgilio) si arresta.


La spiegazione della Divina Commedia è quindi un messaggio all’intera umanità. Dante Alighieri è convinto che l’uomo debba convertirsi, rinunciare alle lotte di potere e al desiderio dei beni materiali, e deve acquistare fede in Dio e nelle guide che Dio gli ha fornito, il Papa e l’imperatore. Proprio perché pensa di avere un messaggio universale Dante scrive la sua opera in volgare e non il latino, perché egli vuole che tutti possano capirla, anche coloro che sono analfabeti e che possono conoscerla ascoltandola.

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