Letteratura

L’Ermetismo: caratteristiche e autori della corrente

Che cos’è l’Ermetismo? Da quale corrente nasce e come arriva in Italia? A seguire troverete tantissime informazioni su una delle correnti letterarie più importanti del primo Novecento, in un riassunto chiaro e accurato sull’Ermetismo con tanti video informativi.

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Definizione e significato di Ermetismo

L’Ermetismo è un movimento poetico degli anni Venti e Trenta. Esso si rifà al Simbolismo di fine Ottocento e di questo movimento recupera la dimensione religiosa e spiritualistica. L’etimologia dell’aggettivo ermetico deriva dal nome Ermete Trismegisto, epico inventore dell’alchimia, o dal dio Ermes, meglio noto come Mercurio, dio delle scienze occulte. Il nome dunque, che deriva dall’aggettivo, riporta alla mente la parola “chiuso” appunto ermetico che allude proprio alla difficoltà nel comprendere le opere dei poeti ermetici. La definizione Ermetismo divenne di uso corrente dal 1936, per opera della pubblicazione del saggio, del critico letterario, Francesco Flora intitolato La poesia ermetica. Nel saggio il significato del termine assume un’accezione dispregiativa, per sottolineare il carattere oscuro della nuova poesia del ‘900, “ermetica”, chiusa, inaccessibile e di difficile comprensione. Con l’Ermetismo la poetica del primo Novecento risentirà di sostanziali cambiamenti ed innovazioni, sia nel linguaggio che nei contenuti. Fra gli esponenti più importanti dell’Ermetismo ricordiamo Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo e Mario Luzi.

L’Ermetismo: le caratteristiche della corrente letteraria

La solitudine che pervade i poeti ermetici non è altro che il frutto dalle esperienze negative delle guerre e del regime fascista. Per l’Ermetismo la letteratura era fortemente legata alla vita del poeta, lo suggerisce l’autobiografismo con cui gli autori esaltano nei componimenti i propri sentimenti, le angosce, le sensazioni e le emozioni. A differenza di precedenti poeti come D’Annunzio che usavano la poesia per celebrare le proprie esperienze di vita, al contrario gli ermetici usano la poesia per proiettare la propria interiorità esprimendosi con molto riguardo.

Tra le caratteristiche dell’Ermetismo va sicuramente detto che la poesia abbandona gli schemi tradizionali, la rima, il numero di versi e la punteggiatura, non ha più bisogno di essere arricchita da forme raffinate ed eleganti; piuttosto, per gli ermetici, la poesia doveva essere breve, spesso un frammento di pochi versi o parole, priva di spiegazioni e riflessioni, in quanto il sentimento deve imporsi grazie alla sua forza evocativa e non attraverso l’eleganza delle parole.

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Contesto storico dell’Ermetismo: riassunto e filosofia

Una poesia chiusa e “criptica” come quella ermetica, di fronte ad una situazione politica tormentata dalle Guerre Mondiali e dal Fascismo, ha permesso ad alcuni intellettuali di esprimere il loro distacco e la loro indifferenza nei confronti del regime fascista. Il pensiero degli ermetici era quello di voler comporre una poesia pura e libera da legami con l’esterno, che valorizzasse l’incomunicabilità e la solitudine del poeta che, nel primo Novecento, si idealizza nella figura di un individuo solitario e distaccato dalla società. L’Ermetismo è riassunto nelle note di una poesia “corazzata”, imperturbabile dalla società esterna, dalle Guerre o dal Fascismo, essa piuttosto, definisce l’interiorità d’animo di un individuo distaccato dalla realtà.

Tra i temi della poesia ermetica, che lasciano trapelare tutte le crisi esistenziali dell’uomo del Novecento troviamo:

  • la solitudine;
  • il disagio dell’uomo verso i cambiamenti della società;
  • la visione pessimistica dell’esistenza;
  • contrasto tra il mondo reale e ciò che l’artista sente dentro di sé;

La filosofia dell’Ermetismo nasce dalla necessità dell’uomo che si guarda dentro e che non sente di appartenere alla civiltà moderna, da cui cerca di emergere e dileguarsi. Sebbene la poesia ermetica sia stata accusata di essere una poesia egocentrica, poiché il poeta era più attento alla sua interiorità che alla vita del proprio tempo, in realtà ciò su cui bisognerebbe focalizzarsi era proprio questo loro apparente disimpegno e distacco dalla società,  unica difesa e forma di opposizione che gli ermetici usavano contro il regime fascista stesso.

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La scelta del linguaggio durante l’Ermetismo

Gli ermetici sono convinti che la poesia debba nascere da un’”illuminazione improvvisa” dettata dalla semplicità ed essenzialità delle parole, a cui volevano restituire il valore e la musicalità originali. Rifiutano infatti il linguaggio elevato usato da poeti come Carducci, Pascoli e D’annunzio e prediligono una poesia essenziale che sappia ancora stabilire il rapporto tra l’uomo e le cose. L’Ermetismo con le poesie valorizza il componimento breve, in cui la punteggiatura è ridotta, le pause sono frequenti e si riempiono di significato, spesso tra le parole sono presenti spazi vuoti, l’aggettivo non ha valore descrittivo ma tende a sfumare l’oggetto attraverso la sinestesìa. Come figura retorica più utilizzata c’è l’analogia, usata in sostituzione alla similitudine, che accosta immagini e situazioni diverse senza alcun apparente legame. Degno di nota, nelle poesie ermetiche, è anche l’uso del simbolo, anch’esso difficile da tradurre, per comprendere ciò che l’autore voleva rappresentare attraverso di esso.

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Gli autori e le fasi dell’Ermetismo

L’Ermetismo italiano si sviluppò in tre fasi coinvolgendo autori diversi:

  • Dal 1911 al 1922: la poetica ermetica, definita da autori come Umberto Saba, Clemente Rebora, Dino Campana, è caratterizzata da tesi brevi frammentati;
  • Dal 1923 al 1933: punti di riferimento per la corrente dell’Ermetismo sono stati Ungaretti e Montale con l’uso di simboli, analogie e con la loro poesia “pura”;
  • Dal 1933 al 1944: solo in un terzo momento è sorta una vera e propria scuola di poeti ermetici, tra i quali si distinguevano Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto e Mario Luzi.

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