Letteratura

Salvatore Quasimodo: biografia, opere e poetica dell’autore

Chi è Salvatore Quasimodo? Quali sono state le sue opere principali e il suo pensiero? Di seguito abbiamo raccolto informazioni sulla vita e sulle opere più importanti dell’autore, in un riassunto chiaro su Salvatore Quasimodo, con tanti video informativi.

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Salvatore Quasimodo: vita dell’autore

Salvatore Quasimodo nasce a Modica in Sicilia, nel 1901. Trascorre la sua infanzia spostandosi frequentemente in vari paesi dell’Italia. Nel 1926 lavora al Genio Civile in Reggio Calabria, e nel 1929 si trasferisce a Firenze. Grazie al cognato, Elio Vittorini, si interfacciò con l’ambiente letterario della rivista “Solaria” dove conobbe Eugenio Montale, e cominciò le sue pubblicazioni poetiche. Nel 1930 pubblica la sua prima raccolta di poesie Acqua e terre, nel 1932 Oboe sommerso e nel 1936 Erato e Apòllion. Risale al 1940 la traduzione dei Lirici greci e al 1942 il volume Ed è subito sera. Successivamente si trasferì a Milano, gli fu offerta la cattedra di letteratura italiana e qui compose la celebre poesia Milano Agosto 1943. Intanto, scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, il poeta si approcciò a problematiche sociali e civili, che diventarono lo sfondo delle successive raccolte poetiche: Giorno dopo giorno (1947), La vita non è sogno (1949), Il Falso e vero verde (1956), La terra impareggiabile (1958). Nel 1959 Salvatore Quasimodo ottiene il Nobel per la letteratura. Muore a Napoli nel 1968.

La poetica di Salvatore Quasimodo: il pensiero dell’autore

L’esperienza poetica di Quasimodo si può suddividere in quattro momenti. La prima fase (1916) coincide con gli anni siciliani e raccoglie le prove poetiche giovanili. In questa raccolta di poesie di Salvatore Quasimodo, è presente l’impronta dello stile di Pascoli e D’Annunzio, e il profondo legame che il poeta ha con la sua amata terra natia. La seconda fase (1929) coincide con il soggiorno a Firenze e l’avvicinamento all’Ermetismo; Sebbene negli anni Trenta diventa il principale esponente dell’Ermetismo, il suo linguaggio, seppur scarno, resta ricco di sfumature musicali. Le poesie di questa fase sono raccolte nei volumi Acque e terre, Oboe sommerso e nella raccolta Ed è subito sera. Se per la prima fase la sua poesia è animata da temi quali l’amore per la terra siciliana, la malinconia e il ricordo dell’infanzia, nella seconda fase le tematiche sono ben diverse. Caratteristiche di questa sono:

  • l’uso di versi oscuri, specie in “Oboe sommerso”;
  • la ricerca della parola scarna ed essenziale;
  • l’uso forzato di analogie incomprensibili;
  • temi come la solitudine, il dolore, il rapido morire delle illusioni, il senso del mistero.

Alla raccolta “Giorno dopo giorno”, si può far coincidere la terza fase (1947), ovvero quella dell’allontanamento dall’Ermetismo. Questo cambiamento fu influenzato da due fattori, da un lato la sua attività di traduttore dei poeti greci, e dall’altro la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Quasimodo si allontana dagli aspetti più rigidi dell’Ermetismo, e al contempo usa la poesia per farsi interprete dell’uomo. Dunque la terza fase vede un rinnovamento linguistico, più comprensibile e chiaro, e un arricchimento dei temi. La quarta fase (1956), che coincide con la raccolta “Il falso e vero verde”, si avvicina a tematiche legate al consumismo, alla tecnologia e al neocapitalismo, e il linguaggio torna ad essere complesso e scarno.

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Riassunto delle maggiori opere di Salvatore Quasimodo

Manifesto dell’Ermetismo è sicuramente “Ed è subito sera”, celebre poesia di Salvatore Quasimodo. La lirica affronta tre temi:

  • la solitudine e la condizione di incomunicabilità che caratterizza la vita umana;
  • il dolore di vivere;
  • la brevità della vita.

La poesia è tratta dal libro “Acqua e terre” (1930), e rivela le influenze dell’avvicinamento di Quasimodo all’Ermetismo. Nella poesia sono infatti presenti il verso libero e breve, metafore difficili da interpretare, scelta accurata dei vocaboli. Quasimodo riprende inoltre una metafora già impiegata da Foscolo, quella della sera come simbolo della morte e della fugacità della vita terrene. La differenza tra i due poeti sta nello stile e nel linguaggio in quanto Quasimodo, in soli tre versi, rispecchia i canoni della poesia ermetica. A seguire vi proponiamo un commento della poesia “Ed è subito sera” di Salvatore Quasimodo.

Altra celebre poesia di Salvatore Quasimodo e appartenente alla raccolta “Giorno dopo Giorno” (1947) è Frode dei salici. In questa poesia l’autore ricorda l’esilio in Babilonia del popolo ebraico. La lirica si colloca nella fase in cui il poeta si distacca dall’Ermetismo e restituisce alla poesia la sua funzione di impegno civile. Non siamo più di fronte ad una poesia di carattere soggettivo, piuttosto il poeta vuole essere la voce del popolo italiano che soffre. I temi affrontati sono due: la guerra come devastazione e distruzione e la poesia come impegno civile, che nulla può di fronte alla desolazione della guerra.

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