Letteratura

Gabriele D’Annunzio: vita, opere e poetica dell’autore

Chi è Gabriele D’Annunzio? Quali sono le sue opere e la sua poetica? Di seguito abbiamo raccolto tantissime informazioni su Gabriele D’Annunzio, vita e opere dell’autore con video informativi che ti permetteranno di conoscere al meglio la poetica dell’esponente dell’Estetismo e del Superomismo.

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Gabriele D’Annunzio: biografia dell’autore

Mentre Pascoli compie la sua rivoluzione stilistica quasi sottovoce, D’Annunzio la attua apertamente. Gabriele D’Annunzio è infatti considerato ancora oggi uno dei personaggi di spicco non solo della cultura ma anche del costume italiano dalla fine dell’Ottocento agli anni Venti del Novecento.
Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863 e si trasferisce durante la gioventù a Roma, collezionando una straordinaria successione di amanti e scandali. Successivamente il poeta si dedica alla vita politica italiana; diventa parlamentare, partecipa come volontario alla Prima Guerra  Mondiale, anticipa stili e miti che saranno tipici del Fascismo. Con l’avvento del regime di Mussolini, D’Annunzio viene però emarginato. Trascorre gli ultimi anni piuttosto tristemente, in una grande villa a Gardone, sul Lago di Garda, il Vittoriale di Gabriele d’Annunzio, noto come il Vittoriale degli italiani, e trasformata in un museo delle proprie opere imprese. D’Annunzio muore nel 1938.

Gli anni della consacrazione: D’Annunzio, il poeta esteta

Fedele all’idea del rinnovarsi o morire, D’Annunzio sperimenta ogni genere, poetica e forma della letteratura italiana. In Gabriele D’Annunzio la poetica si basa sull’obiettivo di stupire il pubblico con continue metamorfosi, che si spiegano con il fatto che il poeta cerca ispirazione non nella vita ma nell’arte, molto spesso lavorando su opere già prodotte, partendo dalla suggestione, anche a costo di essere spesso accusato di plagio. Gabriele D’Annunzio nelle sue opere celebra il culto per la bellezza in tutte le sue forme.
Nelle poesie di Gabriele D’Annunzio vi è la massima espressione espressione del Decadentismo italiano. D’Annunzio infatti riprende dai poeti decadenti i modi, le forme e sperimenta nuove tematiche linguistiche. Gabriele D’Annunzio fu molto influenzato anche dal Simbolismo europeo.

I punti fondamentali della sua poetica sono:

  • il rifiuto della ragione come strumento di conoscenza primario e di fondazione dei valori spirituali;
  • un abbandono al senso e all’istinto che ci permette di avvicinarci alle forme primordiali della natura e della vita.

L’obiettivo di D’Annunzio è quello di dissolvere l’Io e creare una nuova realtà dove la vita si moltiplica in diverse forme davanti alla vigile attenzione del poeta. Per Gabriele D’Annunzio le poesie sono quindi scoperta dell’armonia che c’è nel mondo, l’obiettivo del poeta è quello di completare l’opera iniziata dalla natura.


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Gabriele D’Annunzio: la poetica dell’Estetismo

Gli aspetti più importanti della poetica di D’Annunzio si possono riassumere in quattro punti:

  • l’Estetismo artistico, l’idea che la poesia e l’arte siano portatrici di bellezza;
  • l’Estetismo pratico, secondo cui anche la vita pratica deve essere vissuta al di fuori di ogni freno morale, rendendo la vita un’opera d’arte;
  • il sensualismo, cioè la capacità di riuscire a dar voce alle proprie sensazioni;
  • il gusto della parola che ritroviamo particolarmente nell’Alcyone;
  • il panismo, cioè la tendenza ad abbandonarsi alle forme primordiali dei sensi e dell’istinto in modo da sentirsi un tutt’uno con la natura.


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Il Dannunzianesimo e il Superomismo

Dalla poetica di Gabriele D’Annunzio è nato il termine Dannunzianesimo, con il quale si intendono tutti quegli atteggiamenti che influenzarono la vita letteraria e politica dell’autore e soprattutto degli italiani del suo tempo. D’Annunzio sarà una fonte di ispirazione per aristocratici e borghesi, influenzati dai suoi atteggiamenti estetizzanti e superomistici. Ammirato anche dai tanti artisti che volevano cercare di riprodurre i suoi virtuosismi stilistici, fu un esempio anche per la politica, partecipando ad imprese eroiche durante il periodo dell’Italia in guerra, come l’impresa di Fiume. D’Annunzio infatti porterà all’interno del Fascismo l’idea di discorsi vuoti, messaggi e motti di impatto come la famosa frase Memento audere semper.

Dal pensiero di Nietzsche sul superuomo, però D’Annunzio estrapola solo alcuni concetti a lui affini, come  l’esaltazione del vitalismo e del sensualismo, che giustificavano il suo stile di vita. Dal pensiero di Nietzsche il poeta esteta riprese la concezione dell’uomo superiore, che è sempre al di sopra di ogni giudizio, promotore del culto della bellezza e della fede. Al pensiero esteta di Nietzsche, D’Annunzio aggiunge la celebrazione della virtù della razza, e l’esaltazione della violenza e della guerra. Non si limitava a raccontare le perversioni dell’uomo, specie quello borghese, ma lo esaltava come eroe e dominatore.


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Gabriele D’Annunzio: il capolavoro dell’Alcyone

D’Annunzio ha lasciato il segno in tutti i generi letterari: dalla novella al romanzo, di cui il più importante è Il piacere del 1889, dalla tragedia alla poesia lirica. Appartiene a quest’ultimo genere il suo indiscusso capolavoro Alcyone, una raccolta di poesie liriche composte tra il 1899 e il 1903 e ispirata da una lunga vacanza al mare trascorsa in una villa sulla costa toscana, presso Viareggio, insieme alla sua amante del momento, la celebre attrice tragica Eleonora Duse. I testi sono disposti in ordine cronologico da giugno a settembre e descrivono diversi episodi spesso trasfigurati. Per D’Annunzio tutte le esperienze vissute hanno un carattere eccezionale e meritano di essere cantate con uno stile solenne, ricco di termini difficili, preziosi che trasmettono al lettore l’idea di una sensibilità e di uno stile di vita negati alle persone comuni.

Il suo linguaggio è sempre ricercato, frutto di studi eruditi raffinatissimi, perché deve adeguarsi al racconto di esperienze eccezionali come la sua stessa vita. Le strofe e versi spesso sono liberi, come se il poeta non potesse costringersi a rispettare nessuna regola, nel tentativo di cogliere tramite il linguaggio il mistero nascosto dietro le apparenze. Non mancano i momenti di tristezza e di malinconia, ma il sentimento prevalente nella raccolta è la gioia dell’immersione nella natura: il poeta non solo è in grado di cogliere il segreto linguaggio del paesaggio e degli esseri viventi che lo animano, ma può prendere parte alla vita della natura, diventando egli stesso natura. Questa esperienza che D’Annunzio descrive in molte poesie ha preso il nome di panismo, dall’antico del dio Pan che simboleggiava “il tutto” ed è il tema più originale che D’Annunzio ha lasciato in eredità alla letteratura italiana.

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