Letteratura

Giovanni Pascoli: vita, opere e poetica dell’autore

Chi è Giovanni Pascoli? Quali sono state le sue maggiori opere e com’è il suo stile? Di seguito abbiamo raccolto tante informazioni su Giovanni Pascoli, un riassunto accurato sull’autore, portavoce della voce del fanciullino.

giovanni pascoli-vita e opere

Giovanni Pascoli: la vita dell’autore

Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. Ha un’infanzia segnata da numerosi lutti, primo fra tutti la morte del padre ucciso in un agguato nel 1867, al quale dedicherà la famosa poesia X Agosto. Nonostante le difficoltà economiche Pascoli riesce a frequentare l’università di Bologna e diventa l’allievo prediletto di Carducci. Trascorre la maggior parte della vita con le due sorelle, nella grande casa di campagna a Castelvecchio in Garfagnana, alternando l’attività di poeta in italiano e in latino a quella di professore universitario e di critico. Muore a Bologna nel nel 1912.

Lo opere e la poetica di Giovanni Pascoli

Le sue poesie liriche sono raccolte nei due volumi, Myricae pubblicati per la prima volta nel 1891 e poi arricchiti in varie edizioni successive, e Canti di Castelvecchio del 1903; ma Pascoli è autore anche di numerose poesie narrative, contenute nei Poemetti, scritti tra il 1897 e il 1911 e in altri libri.
Giovanni Pascoli nella sua poetica finge di rispettare tutte le regole della tradizione, ma in realtà utilizza un linguaggio molto più ricco rispetto a quello dei suoi predecessori, introducendo onomatopee, parole infantili e popolari, termini tecnici e gergali (come i nomi delle piante degli animali, degli attrezzi) o parole straniere storpiate.

Anche le scelte sintattiche contribuiscono alla creazione di una musicalità nuova: le frasi non coincidono quasi mai con i versi che risultano così spezzati, a volte frantumati in molte parti. Il ritmo tradizionale si perde e ne emerge uno nuovo, più inquieto e personale, che permette al poeta di comunicare il proprio sentimento con il suono delle parole, ancor prima che con il proprio significato.

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La poetica del fanciullino: cos’è e come nasce?

In un famoso saggio del 1897 intitolato Il fanciullino, Pascoli espone la sua concezione della poesia. Egli afferma che il poeta è colui che è capace di dar voce alla sensibilità infantile, che è presente benché nascosta in ciascuno di noi. Il fanciullino simboleggia la capacità di vedere le cose con l’ingenuità e la spontaneità con cui le si guardava da bambini. Il poeta quindi non inventa la poesia attraverso l’osservazione delle piccole cose, della natura e della vita quotidiana, egli vede i rapporti segreti che esistono fra loro, che non sono quelli logici della razionalità ma quelli intuitivi tipici dell’infanzia.

Questa idea intuitiva e irrazionale della poesia è molto vicina a quella dei simbolisti francesi. Ma mentre in loro l’ansia di evasione e fuga si esprimeva spesso nella ricerca di mondi esotici sconosciuti, Giovanni Pascoli cerca rifugio all’inquietudine nel ritorno all’unico momento di vera felicità della nostra vita, l’infanzia. A questa poetica sono legati sia i temi principali della poesia di Pascoli (il lavoro dei campi, l’incombere del mistero e della morte) sia la concezione della storia, vista come una successione di errori e di oppressioni da cui è necessario difendersi, rifugiandosi in pochi, sicuri affetti familiari.

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