A che domanda risponde il complemento oggetto?
Il complemento oggetto rientra nella categoria dei complementi diretti e indica ciò sui cui (persona, animale o cosa) passa l’azione, espressa dal predicato.
Il complemento oggetto risponde alla domanda chi/ che cosa?
Ecco alcune frasi con il complemento oggetto per comprenderne al meglio l’utilizzo:
- Ho comprato un auto nuova per festeggiare la mia promozione. (che cosa?) → l’auto.
- Maria preferisce la pizza al sushi. (che cosa?) → la pizza.
- Ho conosciuto un ragazzo simpatico. (chi?) → un ragazzo
Il complemento oggetto: alcune regole da seguire
Il complemento oggetto completa quindi il significato di un verbo transitivo attivo, che permette il passaggio dell’azione dal soggetto che la compie al complemento oggetto che la riceve.
Questo passaggio non si può realizzare con i verbi intransitivi che invece sono accompagnati da un complemento indiretto.
Spesso il complemento oggetto è formato da un nome, ma ogni parte del discorso può svolgere questa funzione. Ecco 5 frasi con il complemento oggetto che possono esserti utili a capirne meglio le diverse forme:
- I ragazzi amano il gioco. (nome)
- I ragazzi amano giocare. (verbo)
- I ragazzi ti amano. (pronome)
- I ragazzi chiedevano il perché. (congiunzione)
- I ragazzi vogliono che le regole siano rispettate. (un’intera proposizione subordinata, detta oggettiva)
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Il complemento oggetto partitivo
Il complemento partitivo si crea quando il complemento oggetto è accompagnato da un articolo partitivo (del, dello, della ecc.).
Frasi con il complemento oggetto partitivo sono:
- Ho comprato delle maglie nuove. (alcune maglie)
- Il mio amico mi ha raccontato delle notizie interessanti. (alcune notizie).
Leggi anche: I complementi diretti e indiretti: quali sono e che funzioni hanno?
Il complemento oggetto interno
Esistono alcuni verbi intransitivi che alcune volte ammettono la presenza di un complemento oggetto, come nelle frasi:
- Vivere una vita felice.
- Piangere lacrime amare.
- Sognare un sogno romantico.
- Dormire sonni tranquilli.
In questo caso si parla di complemento oggetto interno perché il verbo e il nome che ha funzione di complemento oggetto hanno la stessa radice o lo stesso significato, come nel caso di vivere una vita/ dormire sonni.
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Come riconoscere il complemento oggetto?
Il complemento oggetto risponde alla domanda chi/ che cosa?
Spesso però questo non è l’unico modo per individuare la parola che ha funzione di complemento oggetto. Questo perché anche il soggetto e il nome del predicato rispondono alla domanda chi/ che cosa?
Non è sufficiente nemmeno considerare il genere del verbo, transitivo o intransitivo perché alcuni verbi intransitivi sono usati anche con il complemento oggetto modificando in tutto o in parte il loro significato.
Il modo per stabilire se una parola è complemento oggetto o no, è quello di trasformare l’espressione da attiva a passiva.
Se con questo passaggio l’elemento della frase che risponde alla domande chi/ che cosa? diventa soggetto della nuova frase allora in quel caso quell’elemento è sicuramente un complemento oggetto.
Ecco un esempio:
frase attiva: Tu ascolti una bella canzone.
frase passiva: Una bella canzone è ascoltata da te.
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Il complemento oggetto pronominale: chi/che cosa
Quando si analizzano i complementi formati da un pronome è importante fare attenzione alla loro funzione.
- Il pronome relativo che può essere soggetto o complemento oggetto. Per distinguere il che soggetto dal che complemento, bisogna ricordare che il complemento oggetto accompagna un verbo che ha già un soggetto, come nella frase Gli amici che ti ho presentato mi vogliono bene. (il soggetto è io, sottinteso).
- Il pronome chi (quando non è soggetto della frase) deve essere trasformato in due pronomi (dimostrativo e relativo) che lo costituiscono; di questi pronomi poi si dovrà analizzare separatamente la funzione logica.
Non conosco chi mi ha cercato oggi per telefono -> Non conosco colui (complemento oggetto) che (soggetto) mi ha cercato oggi a telefono.
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Il complemento oggetto pronominale: le particelle
Le particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi possono fungere da complemento oggetto oppure da complemento indiretto (spesso svolgono infatti la funzione di complemento di termine).
Per riconoscere se sono o meno complemento oggetto, bisogna sostituirle con il corrispondente pronome personale, se il pronome non è preceduto non è preceduto da alcune preposizione, si tratta di un complemento oggetto.
- Mi hanno cercato. -> Hanno cercato me -> mi = complemento oggetto.
- Mi hanno telefonato. -> Hanno telefonato a me -> mi = complemento di termine.
Per le forme riflessive è importante poi distinguere tra complemento oggetto e complemento indiretto.
- Egli si lava -> si (se stesso) = complemento oggetto.
- Egli si lava il viso -> si (a se stesso) = complemento indiretto.
Le forme lo, la, le possono essere articoli o pronomi con funzione di complemento oggetto o di complemento indiretto.
- Le amiche hanno invitato Stefania. -> le = articolo
- Io le parlo. -> le-> complemento indiretto
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Il complemento oggetto in letteratura
In letteratura, il complemento oggetto seguiva un participio passato o un aggettivo. In latino e greco il complemento oggetto corrispondeva al caso accusativo di relazione o accusativo alla greca. Un esempio è tratto dal Canzoniere di Francesco Petrarca, nella frase:
Di doppia pietate ornata il ciglio.
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