Letteratura

Il Canzoniere di Petrarca: la struttura del poema

Che cos’è il Canzoniere e come viene strutturato? Di seguito abbiamo raccolto tantissime informazioni utili sul Canzoniere di Petrarca, un’analisi di alcuni sonetti dedicati a Laura e un riassunto utile con tanti video informativi.

canzoniere

Il Canzoniere di Petrarca: perché si chiama così?

Il Canzoniere di Petrarca si presenta con il titolo latino Rerum vulgarium fragmenta, cioè frammenti in lingua volgare. Il poeta sottolinea con questo titolo il carattere frammentario dell’opera, che non ha una struttura dunque unitaria, e l’uso del volgare, lingua che all’epoca era ancora considerata meno nobile del latino. Il titolo in realtà rivela una falsa modestia: Petrarca infatti lavora al Canzoniere per gran parte della sua vita, dal 1335 fino alla morte, a testimonianza dell’importanza che attribuiva questo lavoro, e il libro quindi non è affatto privo di una solida struttura.


Il tema dell’opera e le parti che lo compongono

Il Canzoniere comprende 366 poesie, cioè una per ogni giorno dell’anno più un’introduzione. Le poesie sono disposte in un ordine che non rispetta la composizione, anche perché il poeta continua per tutta la sua vita a rivedere e modificare i testi. L’opera si può tuttavia dividere in due parti:

  • la prima parte con le rime in vita di Laura
  • la seconda parte con le rime in morte di Laura.

Dal punto di vista tematico le poesie sono legati per la maggior parte all’amore per Laura, che Petrarca affronta sviluppando soprattutto l’analisi psicologica delle sue contraddizioni, insicurezze e dubbi. Accanto alle poesie d’amore si trovano però anche poesie di argomento politico e religioso, oltre a testi di occasione dedicati ad amici e conoscenti vari. A suo modo il Canzoniere racconta così una storia: la storia di un uomo che si innamora e non riesce a coronare il suo sentimento perché la donna amata prima lo rispinge poi muore, ma soprattutto perché vive l’amore come una colpa, un peccato e non riesce a liberarsi da questo sentimento. Il conflitto tra l’amore per Dio e l’amore passionale per Laura, tra gli ideali religiosi tradizionali e le tentazioni dei sensi è uno dei temi ricorrenti. Entrambi i sentimenti sono però sinceri e il loro conflitto è vissuto dal poeta in modo drammatico.

Leggi anche: Francesco Petrarca: la vita, le opere e lo stile del poeta

Analisi dello stile del Canzoniere

All’inquietudine del suo animo Petrarca oppone un linguaggio elegante e classico, che ricerca la perfezione e l’armonia tipica delle opere classiche, ma anche provenzali e stilnovistiche. La lingua utilizzata dall’autore è un fiorentino puro, con rari latinismi, che invece Dante utilizza spesso. A differenza di Dante che utilizza registri linguistici diversi come il comico, tragico e il grottesco, Petrarca ricerca un tono piano e costante. Sul piano metrico la maggior parte dei testi sono sonetti, molti sono canzoni, alcuni presentano forme diverse come la ballata e il madrigale. Il poeta li ha disposti in modo da creare una libera alternanza tra testi più lunghi testi più brevi, testi più semplici e più complessi e impegnativi.

Leggi anche: Il Paradiso di Dante: struttura e analisi della cantica

Analisi del sonetto 35 di Petrarca: le parole dedicate a Laura

Il sonetto numero 35 di Petrarca, intitolato Solo et pensoso, presente nel Canzoniere, affronta il disagio legato alla sua passione amorosa nei confronti di Laura. All’interno del sonetto il poeta vaga per luoghi deserti, a passo lento, ascoltando se stesso e contemplando la propria tristezza. Il sentimento d’amore provoca nel poeta un dolore, una malinconia e un senso di vergogna nei confronti di altre persone, per cui Petrarca da un lato cerca di nascondere ciò che prova dall’altro siccome il suo sentimento è comunque ben visibile, cerca la solitudine: solo agli elementi del paesaggio naturale può essere rilevato il suo stato d’animo. Questa solitudine, tuttavia risulta solo apparente. Nell’ultima strofa il poeta si accorge di essere sempre accompagnata dal proprio sentimento, dai propri pensieri, dalla propria ossessione, personificata come se si trattasse di un reale compagno di vagabondaggio, un interlocutore con cui parlare e discutere.

Leggi anche: Il Purgatorio: riassunto e struttura della cantica

Erano i capei d’oro: Petrarca descrive Laura

Il sonetto di Petrarca, numero 90, è un famosissimo sonetto, in cui poeta rievoca il primo incontro con Laura: la visione della bellissima donna ha provocato in lui l’innamoramento. L’emozione provata è talmente forte che dura ancora a distanza di anni, benché Laura non sia più giovane e bella come un tempo. Nella poesia Petrarca ci offre un rapido ritratto della donna. Il ritratto però non è realistico: il poeta ci offre un’immagine idealizzata, nel quale vuole sottolineare il carattere ultra terreno e angelico della donna amata. Il poeta alla vista di Laura si sente subito ardere di passione, la passione però viene descritta come fonte di sofferenza e non di gioia. Inoltre la poesia non si limita a descrivere solo il momento del primo incontro ma sottolinea per ben due volte anche che da quel momento è ormai trascorso molto tempo e che la bellezza di Laura e ormai svanita. L’amore però non viene meno ma il sentimento prevalente della poesia è comunque di tristezza, per il veloce trascorrere del tempo.

Leggi anche: L’Inferno di Dante: riassunto e schema della Cantica

Il sonetto del Petrarca dopo la morte di Laura

Altrettanto famoso è il sonetto numero 310 in cui Petrarca celebra il ritorno della primavera dopo l’inverno. Il clima si fa mite e la vita di piante e animali riprende vigore. Ma proprio mentre il mondo sembra riempirsi d’amore, il poeta è colto dalla tristezza al pensiero che Laura è morta e che la vita umana, al contrario della natura, non prevede ritorni La poesia si basa su un forte contrasto. Le prime due strofe sono dedicate alla descrizione della primavera e al rifiorire della vita, che culmina nella seconda strofa con un vero e proprio trionfo dell’amore che sembra dominare la realtà.  La seconda parte della poesia contrappone alla gioia primaverile la tristezza del poeta, i suoi gravi sospiri dovuti al pensiero di Laura morta.

Proprio il rifiorire della vita e dell’amore intorno a se infatti,  stimola per contrasto il ricordo della donna amata e ormai perduta per sempre. Persino la dolcezza della primavera e dell’amore intorno a sé quindi appaiono al poeta in una luce tutta negativa, fastidiosa e priva di ogni attrattiva. La seconda metà della poesia si propone quindi come un vero e proprio capovolgimento delle immagini gioiose della prima parte. Se facciamo attenzione però notiamo come già nella prima parte, apparentemente gioiosa, si insinua un elemento di solitudine e inquietudine legata al mito di Procne e Filomena. Il canto della rondine e dell’usignolo fa venire in mente al poeta non solo la nascita ma anche una vicenda tragica e terribile.

Leggi anche: In questa sezione troverai tantissime informazioni su tutti i maggiori autori della letteratura italiana.