Grammatica

Il modo indicativo: tempi verbali e frasi d’esempio

Il modo indicativo indica azioni certe, espresse nella maggior parte dei casi nella proposizione principale. Vediamo quali sono i tempi verbali che formano il modo indicativo, tempi semplici e composti, con le regole e frasi.

modo indicativo

I modi dei verbi: modo indicativo

Nell’analisi dei verbi per quanto riguarda i modi, l’indicativo indica la realtà, la certezza. È uno dei modi più utilizzati nelle proposizioni reggenti o principali, nelle frasi che quindi hanno senso compiuto e che possono reggersi da sole, come ad esempio Oggi vado a scuola.
Il modo indicativo ha otto tempi: quattro semplici e quattro composti:
modi indicativo

Il presente indicativo: cos’è e quando si usa?

L’indicativo presente è un tempo semplice e indica un’azione, una situazione o un fatto che si verificano nel momento in cui si parla o si scrive. Il modo indicativo presente esprime la contemporaneità: Leggo un libro giallo.
Inoltre l’indicativo presente serve anche ad esprimere:

  • un’azione abituale, che si ripete con regolarità (presente di consuetudine o iterativo) → Ogni sera recito una preghiera.
  • un fatto vero in ogni tempo, senza riferimento al momento in cui si parla o si scrive (presente atemporale o gnomico) → La formula dell’area del quadrato è lato x lato.
  • un’azione avvenuta nel passato, ma che si vuole descrivere con particolare vivacità e forza espressiva nel presente (presente astorico o narrativo). È usato anche nelle cronache di giornale: → Alla fine del primo tempo la partita è in pareggio quando un’acquazzone costringe a fermare il gioco.


Leggi anche: Il congiuntivo: quando usare i tempi di questo modo verbale

Indicativo imperfetto: che tipo di azione esprime?

Nel verbo al modo indicativo l’imperfetto è un tempo semplice e indica un’azione che si svolge nel passato e che non si è completamente conclusa, mettendone in evidenza la durata: Gli alunni leggevano ad alta voce ed erano assorti nel lavoro.
Inoltre nei verbi l’indicativo imperfetto di solito è usato:

  • nelle descrizioni → La signora aveva i capelli color dell’oro;
  • per esprimere azioni ripetute abitualmente nel passato (imperfetto di consuetudine) → Ogni sabato vado a fare una passeggiata;
  • per esprimere un’azione contemporanea ad un’altra nel passato (imperfetto di contemporaneità) → Stavo studiando quando suonarono alla porta;
  • nelle narrazioni, al posto del passato remoto, per dare un’idea imprecisa del tempo in cui è ambientato il racconto → C’era una volta in un castello lontano una principessa bellissima.


Leggi anche: Il modo condizionale: quando si usa e come si forma

Passato prossimo nel modo indicativo: come si forma?

Il passato prossimo è un tempo composto formato dal presente indicativo di un verbo ausiliare (essere e avere) e il participio passato del verbo che indica un’azione. In italiano il modo indicativo al passato prossimo si esprime un’azione compiuta nel passato, i cui effetti durano ancora nel presente: Ho dormito ma ho ancora sonno.
Il verbo indicativo al passato prossimo inoltre viene usato per indicare:

  • un’azione avvenuta poco prima in un passato ancora recente → Ti ho chiamato poco fa;
  • un’azione avvenuta in un periodo di tempo non ancora terminatoQuest’anno mi sono ammalato già due volte.


Leggi anche: L’imperativo: cosa indica e quali sono i verbi imperativi?

Il passato remoto e il trapassato remoto: come coniugare i verbi in questi tempi?

Nel modo indicativo italiano il passato remoto è un tempo semplice che esprime un’azione compiuta nel passato che è del tutto terminata e che non ha più effetti nel presente → La Prima Guerra Mondiale scoppiò nel 1914.
Il trapassato remoto invece è un tempo composto formato da passato remoto del verbo ausiliare (essere o avere) più il participio passato del verbo che indica l’azione. Indica un’azione compiuta nel passato, prima di un’altra espressa con il passato remoto → Prese la parola solo dopo che tutti si furono seduti.

Leggi anche: Quali sono i verbi al gerundio e cosa indicano?

Indicativo trapassato prossimo: come si usa?

Il trapassato prossimo è un tempo composto, formato dall’imperfetto di un verbo ausiliare e il participio passato del verbo che indica l’azione. Con questo tempo verbale del modo indicativo viene individuata un’azione compiuta nel passato, prima di un’altra già conclusa, espressa con l’imperfetto o il passato remoto → Avevamo già finito di pranzare quando Matteo arrivò con il dolce.

Leggi anche: L’infinito: quali sono i verbi all’infinito e come si formano?

Come si forma il futuro semplice?

Il futuro semplice è un tempo che indica l’azione futura, posteriore rispetto al tempo in cui si parla o si agisce e che deve essere ancora terminata: Finirò di leggere dopo aver cenato.
Il futuro semplice si usa anche in altri casi:

  • un’incertezza, un desiderio, un dubbioDove sarà Andrea?
  • un comando, un ordine per il futuro: Al semaforo girerete a destra;
  • un’affermazione incerta: Saranno due ore che ti aspetto;
  • un’esclamazione mista a dubbio: Non penserai che sia vero!


Leggi anche: I verbi difettivi e verbi sovrabbondanti: quali sono e come utilizzarli nelle frasi?

Il futuro anteriore: come si forma?

Il futuro anteriore è un tempo composto, formato dal futuro semplice di un verbo ausiliare e il participio passato del verbo che indica l’azione che dovrà svolgersi prima di un’altra esperienza con il futuro semplice → Quando avrò cenato, guarderò la televisione.

  • Nel linguaggio parlato e nell’uso comune il futuro anteriore viene spesso sostituito dal futuro semplice: Quando arriverò a casa ti telefonerò. (la forma corretta dovrebbe essere Quando sono arrivato a casa ti telefonerò).
  • Il futuro anteriore inoltre serve per esprimere un dubbio, una supposizione riferita un fatto passato o presente → Dove avrò messo il cellulare?


Leggi anche: Verbi transitivi e intransitivi: cosa sono e come si utilizzano?