I generi della prosa: come nascono e si sviluppano
Nei primi secoli della letteratura italiana la poesia ebbe un’importanza maggiore rispetto alla prosa. Dal Duecento però vennero scritti in prosa (ossia senza rispettare precise forme metriche) diversi testi. Accanto alla prosa nascono così alcuni generi letterari particolari come ad esempio:
- l’agiografia, cioè la narrazione della vita dei santi;
- i libri di viaggio;
- la cronaca, cioè il racconto degli eventi più recenti e la storiografia cioè il racconto degli eventi più lunghi e complessi.
Alcuni generi possono essere scritti in prosa o in versi, a seconda dei casi. Ad esempio:
- il romanzo e il racconto;
- i volgarizzamenti, cioè le traduzioni in volgare delle opere scritte latino in francese;
- le lettere.
Nasce la novella, un genere senza precedenti
In questo contesto si afferma il genere della novella, cioè una narrazione breve o brevissima, adatta a rappresentare la società del tempo e la varietà dei casi della vita. La novella era un genere ignorato dagli scrittori antichi greci e latini e si ispirava a diverse tradizioni:
- le novelle francesi: i lais, di argomento cortese e i fabliaux di carattere comico;
- le agiografie e gli exempla, testi brevi letti durante le prediche per suscitare la fede degli ascoltatori;
- esempi dell’Oriente come le Mille e una notte, pieni di elementi magici e avventurosi;
- le fiabe popolari di tradizione orale.
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Il Novellino, la raccolta di cento novelle
La prima vera e propria raccolta di novelle in Italia è il Novellino un racconto anonimo scritto tra il 280 e il 1300. Il Novellino è una raccolta di 100 novelle che contengono «fiori di parlare», ossia massime, sentenze significative, «belle cortesie» e «belle valenti e doni», cioè esempi di cortesia, di valore e di generosità, e «be riposi», cioè esempi di prontezza di spirito, ossia risposte. L’autore probabilmente è un anonimo fiorentino di estrazione borghese. Il Novellino è il primo esempio di raccolta in volgare la italiano. Le novelle sono scelte per esemplificare alcuni valori importanti come la cortesia e la generosità. L’opera è rivolta a coloro che «non sanno e desiderano di sapere» e si propone di offrire al lettore il patrimonio di saggezza signorile, di intelligenza e di gentilezza proprio dei cavalieri e dei conti. Per questo motivo vengono raccontate le vicende dei cavalieri e delle loro dame, ma vi sono anche numerosi riferimenti agli eroi della mitologia e alla storia antica.
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Il Milione di Marco Polo, il racconto del viaggio in Oriente
Tra le opere in prosa del Duecento, la più famosa è il Milione di Marco Polo. Proveniente da una famiglia di mercanti veneziani da giovane Marco Polo seguì il padre e lo zio in Cina dove visse molti anni al servizio dell’imperatore Kublai Khan. Marco Polo dettò il suo libro di memorie a Rustichello da Pisa, il quale lo scrisse in francese, la lingua più prestigiosa del tempo. Nel Trecento il libro di Rustichello venne tradotto in volgare italiano ma nel frattempo si era diffuso in tutta Europa. Il Milione venne considerato all’epoca un’opera di fantasia sia per le cose straordinarie descritte al suo interno da Marco Polo come il carbone, il petrolio, animali come il rinoceronte, sia perché la civiltà cinese di cui parla nel testo era molto più evoluta di quella europea, ma questo fatto non veniva ritenuto nemmeno lontanamente possibile. Il testo del libro fu comunque eccezionale al punto tale da spingere a Cristoforo Colombo nel Quattrocento a iniziare il suo viaggio alla ricerca delle Indie.
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