Letteratura

Dalla lirica provenzale al Dolce Stil Novo: le poesie d’amore del Duecento

Come viene raccontato l’amore nel Duecento? Un riassunto sulla nascita della lirica provenzale, nata in Francia con i trovatori, sui poeti siciliani della corte di Federico II di Svevia e non solo. Un’accurata sintesi sullo sviluppo del Dolce Stil Novo, il nuovo modo di vedere la donna “angelo”.

dolce stil novo

La lirica provenzale cos’è e come si diffonde?

Le prima letteratura in lingua volgare nasce in Francia, alla fine del IX secolo. Nel nord del paese viene scritta la Canzone di Orlando, la Chanson de Roland, un’opera che diede inizio all’epica medievale, scritta in lingua d’ oil, l’antico francese. Negli stessi anni nella Francia del sud nasceva invece la lingua doc o provenzale con la poesia lirica. Il primo trovatore è considerato il duca di Aquitania, Guglielmo IX, primo poeta provenzale. La parola trovatore deriva dal verbo trobar che significa inventare versi. La lirica provenzale veniva cantata e accompagnata da uno o più strumenti musicali. Le liriche venivano poi eseguite nelle corti ed erano rivolte a un pubblico ristretto e raffinato.

L’amor cortese: il fin’amor cantato dai poeti

Il tema fondamentale della lirica provenzale è un amore detto amor fine, raffinato o amor cortese, dalla corte, l’ambiente dove nasce il sentimento. Alla base c’è l’idea che l’amore sia un sentimento che riguardi solo gli uomini e le donne dal cuore gentile, cioè dall’animo nobile. L’amor cortese non esclude l’elemento fisico, anzi nasce proprio tramite lo sguardo. Ma quello che si ricerca con questo tipo di amore è l’intesa spirituale, diventando un sentimento che va oltre l’aspetto della persona amata. L’amor cortese cantato dai poeti è un amore che nasce fuori dal matrimonio. Nel Duecento le nozze erano quasi sempre combinate, il fin’amor si fonda proprio sulla scelta di due persone che si riconoscono l’una nell’altra. La relazione tra il cavaliere e la dama ad esempio rispecchia quella fra il signore feudale e il vassallo. Infatti così come il vassallo giura fedeltà al signore allo stesso modo il cavaliere rende omaggio alla sua signora e le giura fedeltà, e lei lo investe con il ruolo di amante.

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I poeti siciliani cantori d’amore

La poesia sull’amore cortese trovò un importante centro di diffusione in Sicilia, alla corte di Federico II di Svevia. Infatti con l’espressione poeti siciliani o scuola siciliana si indicava il gruppo di preti provenienti da tutta l’Italia del sud che arrivarono a Palermo. La loro attività si svolse tra il 1230 e il 1250, con i primi testi del fondatore dei poeti siciliani, Giacomo da Lentini fino alla fine dell’impero di Federico II. Dopo la morte dell’imperatore nel 1250 infatti, nel giro di pochi anni, l’Italia del sud e la Sicilia finirono nelle mani degli Angioini. In questo modo l’esperienza poetica siciliana si interruppe.

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La nascita del Dolce Stil Novo: cos’è  e come nasce?

Alla scuola siciliana e alla concezione cortese dell’amore guardarono, durante la seconda metà del Duecento, alcuni poeti toscani, come Guittone d’Arezzo e Bonagiunta Orbacciani. Intorno al 1280 nacque una nuova generazione di poeti che elaborò una nuova concezione dell’amore, lo stil novo. Il primo innovatore fu Guido Guinizelli, un poeta di Bologna, a quel tempo sede di un’importante università. I grandi poeti di fine secolo furono però tutti toscani come Ciro da Pistoia, Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Dante Alighieri. Sarà proprio Dante a dare il nome a loro modo di fare poesia definendola, nella Divina Commedia, Dolce stil novo. Da quel momento questi poeti furono detti stilnovisti. Il Dolce stil novo sviluppa un’idea dell’amore differente da quella cortese. Secondo gli stilnovisti l’amore non è legato a nulla di fisico, ma solo alle qualità spirituali.

Per lo stil novo non ci si innamora di una persona perché la si ritiene bella, ma la si vede bella perché la si ama. La descrizione fisica della donna amata è del tutto assente nei poeti del Dolce stil novo, mentre è importante nella poesia cortese. L’amore per i poeti del Dolce stil novo è un sentimento molto spiritualizzato: la donna viene presentata come una donna angelo, capace con la sua presenza di avvicinare l’uomo a Dio. A volte questo amore però è fonte di dolore, come nelle poesie di Guido Cavalcanti, distrutto per amore perché il suo sentimento non è corrisposto. Dante invece nella sua produzione giovanile come nella Vita Nova, sviluppa una teoria opposta. Per il poeta infatti l’amore anche se non è corrisposto, rende migliori, eleva il nostro animo, e quindi è sempre fonte di felicità. Per esprimere la loro condizione spirituale dell’amore gli stilnovisti utilizzano un linguaggio dal quale sono esclusi i suoni duri come ad esempio alcuni gruppi di consonanti. Per questo motivo Dante nel dare il nome al movimento poetico utilizza l’aggettivo Dolce.

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