La teoria degli stili: quali erano e come venivano utilizzati?
La retorica medievale prevedeva una distinzione tra tre registri o tre livelli stilistici:
- lo stile umile, cioè semplice, caratterizzato dall’utilizzo di espressioni della vita quotidiana, informale e volgare;
- lo stile medio o mediocre, aveva un livello di elaborazione maggiore, con una lingua controllata e raffinata;
- lo stile sublime infine era caratterizzato da termini ricercati e rari, con espressioni dotte e lontane dalla vita quotidiana.
Esisteva un rapporto molto stretto tra lo stile e la materia trattata. Lo stile umile ad esempio era adatto per argomentazioni come beffe, tradimenti o disavventure; lo stile sublime invece era adatto ad argomenti elevati come la guerra o la filosofia.
La produzione giullaresca e goliardica
Lo stile della poesia comico realistica è umile o comico. Per tutto il Medioevo era diffusa la figura del giullare: attore, mimo, poeta e musicista. I giullari giravano nelle piazze e nelle corti per divertire il pubblico con la loro produzione per di più orale, della quale ci sono pervenute poche tracce. Con lo sviluppo dell’università , alla figura del giullare si affiancò quella dello studente, dotato di una cultura più approfondita e capace di trascrivere le opere del giullare. Gli studenti, definiti goliardi, avevano atteggiamenti critici nei confronti delle istituzioni, realizzando produzioni di sapore satirico.
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Le poesie comiche o giocose, in contrasto con le poesie d’amore
Con l’affermazione della nuova cultura laica nelle città si diffondono nuovi valori. Aumenta l’interesse per i piaceri mondani e i beni materiali, che prevalgono sulle preoccupazioni di ordine religioso. In Toscana tra il Duecento e il Trecento con Cecco Angiolieri e Rustico Filippi le poesie sono comiche o giocose. Queste poesia sono in polemica con i contenuti elevati e con l’amore idealizzato della poesia cortese. Nel genere comico si utilizza un linguaggio umile, ricco di doppi sensi ed espressioni volgari, rappresentando l’amore sensuale, il piacere dato dal cibo e dal buon vino e dal desiderio di una vita spensierata.
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Il genere comico realistico, simbolo dell’ignoranza dei poeti?
Questo filone della poesia medievale viene definito realistico in contrapposizione alla visione idealizzata dell’esistenza proposta dai testi cortesi e stilnovisti. In effetti gli autori delle poesie comiche offrono una rappresentazione della realtà più concreta degli autori stilnovisti. Tuttavia la poesia comica del Medioevo è soprattutto un gioco letterario, un divertimento raffinato, molto diverso dalle opere dei giullari e più vicino alle parodia e dei goliardi. Autori come Cecco, poeta del 300, scelgono uno stile umile ma riescono ad esprimersi anche in quello elevato, condividendo la stessa cultura e la stessa visione del mondo di Cavalcanti e di Dante che spesso si divertono in alcune poesie a sperimentare uno stile diverso dalla poesia d’amore.
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