Le parti del nome: la radice e la desinenza
Il nome o sostantivo è la parte variabile del discorso che indica esseri animati, cose, sentimenti, azioni, concetti o idee, qualità, luoghi o periodi di tempo.
Un nome è costituito da due parti:
- la radice, che è un elemento invariabile che esprime il significato del nome stesso.
- la desinenza che è una parte variabile che indica il numero e il genere.
Esempi di un nome, e della distinzione tra radice e desinenza è
La classificazione dei nomi: i nomi propri e comuni
I nomi propri si distinguono in
- nomi propri di persona: Marco, Andrea, Carla;
- nomi propri di animali: Willie, Lilly, Perla;
- nomi propri di cose: il Po, Firenze, Natale.
I nomi comuni invece indicano persone, animali o cose appartenenti alla stessa specie, senza distinzione.
Una regola da ricordare è che i nomi propri si scrivono sempre con l’iniziale maiuscola.
Esempi di frasi con i nomi propri sono:
- Carlo è il fratello di Matteo.
- Mio padre è andato a Milano per assistere alla partita tra Juventus e Milan.
I nomi poi si distinguono in nomi concreti, nomi astratti, nomi individuali e nomi collettivi.
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Il genere dei nomi: il maschile e il femminile
Ogni nome ha il genere, che può essere maschile e femminile.
Per i nomi di persone o animali il genere corrisponde al sesso al quale appartengono: il gatto, lo zio se sono maschi o la gatta e la zia se sono femmine.
Per i nomi di cose l’attribuzione del genere è convenzionale come il tavolo, il quadro che sono nomi maschili, la sedia, la stella che sono nomi femminili.
Esistono poi casi particolari in cui alcuni nomi femminili indicano attività svolte da uomini come la sentinella, la guardia o la recluta o, viceversa, nomi femminili che indicano attività svolte da uomini come il soprano, il contralto.
Esempi di questi nomi sono:
- Il soprano Maria Callas è amato in tutto il mondo.
- La recluta Carla Rossi ha vinto una medaglia per il suo operato.
Dal punto di vista del genere i nomi si classificano poi in nomi mobili e nomi indipendenti, nomi di genere comune e nomi promiscui.
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Il numero dei nomi: singolare e plurale
Un nome è singolare quando indica una sola cosa, una persona, un animale o un’idea.
Un nome è plurale quando invece indica più cose, più persone, animali o idee.
Per esempi e definizioni più precise ti rimandiamo all’articolo sul numero dei nomi.
Secondo il numero poi i nomi si distinguono in: nomi invariabili, difettivi e sovrabbondanti.
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Come fare l’analisi grammaticale del nome
Nel fare l’analisi grammaticale del nome occorre specificare:
- la specie: comune/proprio; se è astratto; se è collettivo;
- ciò a cui si riferisce (per i nomi concreti): persona, animale, cosa ecc..;
- il genere: maschile o femminile;
- il numero: singolare o plurale;
- la formazione: derivato, alterato o composto.
Ecco un esempio di analisi grammaticale del nome della frase: Il gatto di Matteo per paura è scappato, ma è stato ritrovato dalla vicina.
- gatto: nome comune di animale, masch. sing;
- Matteo: nome proprio di persona, femm. sing;
- paura: nome comune astratto, femm.sing;
- vicina: nome comune di persona, femm. sing.

Nel fare l’analisi grammaticale del nome occorre specificare: la specie: comune/proprio; se è astratto; se è collettivo; ciò a cui si riferisce (per i nomi concreti): persona, animale, cosa ecc..; il genere: maschile o femminile; il numero: singolare o plurale; la formazione: derivato, alterato o composto.
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