Letteratura

Il carme Dei Sepolcri: analisi dell’opera di Ugo Foscolo

Quali sono i temi affrontati da Ugo Foscolo nel carme Dei Sepolcri? Un riassunto accurato con tante informazioni sul capolavoro di Foscolo, esaltazione del valore della morte e della poesia. Inoltre tanti video informativi utili per fare un commento Dei Sepolcri accurato, magari in vista di un’interrogazione.

dei sepolcri

Il carme Dei Sepolcri: da quale avvenimento nasce l’opera?

Nel 1806 fu annunciata l’estensione al nuovo Regno d’Italia dell’Editto di San Claude, che imponeva la sepoltura in cimiteri pubblici, fuori delle mura cittadine, e regolamentava le iscrizioni sulle tombe. Uniformando le iscrizioni funerarie e relegando i cimiteri a zone periferiche, la legislazione napoleonica portava alle estreme conseguenze la nuova rappresentazione della morte nell’immaginario illuministico: la morte costituisce un momento pratico da gestire secondo regole igienico sanitarie; non ha più la dimensione rituale pubblica; riguarda l’individuo e non la collettività. Nell’estate di quello stesso anno, Ugo Foscolo, appena tornato dalla Francia, partecipa a una discussione con l’amico poeta Ippolito Pindemonte sul problema delle sepolture. Da questa discussione nasce l’idea del carme Dei Sepolcri. Composta in breve tempo e pubblicato nell’aprile 1807, diversamente dalle altre opere non fa più modificato dopo la prima edizione.

Dei Sepolcri: la struttura dell’opera

Il capolavoro di Foscolo, Dei Sepolcri è formato da 295 endecasillabi sciolti, sul modello del Giorno di Parini e delle tragedie di Alfieri. Da questi due poeti sono ripresi anche i temi civili dei Sepolcri, ben presenti nel taglio apparentemente d’occasione del testo. La tomba diventa il luogo simbolico di tutta la storia della civiltà umana: è stata proprio la nascita dei riti funebri nell’antichità a far uscire l’umanità dallo stato primitivo e a dare inizio alle prime forme di società. Il poemetto di Ugo Foscolo, Dei Sepolcri è diviso in quattro parti:

  • la prima dichiara in che cosa consiste l’utilità delle tombe;
  • la seconda passa in rassegna le diverse concezioni della morte che si sono succedute in Occidente;
  • la terza si sofferma sulla relazione tra la dimensione privata e quella collettiva della morte;
  • la quarta riflette sulla funzione della poesia nella trasmissione della memoria.


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Dei Sepolcri, analisi: il genere, lo stile e la sintassi del carme

Dei Sepolcri è un’opera della difficile classificazione: definita carme nella prima edizione, soprattutto per dare solennità al componimento, nelle lettere foscoliane è chiamata epistola, per la presenza di un destinatario, cioè Ippolito Pindemonte. I numerosi temi filosofici trattati dal testo, infine, possono fare considerare i Sepolcri anche un poemetto filosofico. In ogni caso lo stile dell’opera è sempre denso ed elevato, capace di conferire unità e compattezza ai diversi argomenti esposti. Il lessico usato è ricercato e ricco di raffinate metafore tratte dalle immagini della classicità. La componente filosofica dei Sepolcri si riflette sul piano formale, nella sintassi. I vari blocchi argomentative e le immagini sono collegate tra loro da connettivi con valore concessivo, avversativo e da riprese e parallelismi che creano una sistemazione logica fitta e compatta. Spesso inoltre, la filosofia foscoliana si esprime in brevi frasi lapidarie, in sentenze che devono rimanere impresse nella memoria del lettore.

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I temi della prima e seconda parte Dei Sepolcri

La divisione in quattro parti del carne è funzionale allo sviluppo dei quattro nuclei tematici distinti. Nella prima parte si affronta il tema dell’utilità delle tombe e dei riti dedicati ai morti: anche se non ridanno la vita ai defunti, il carme Dei Sepolcri permettono ai viventi di mantenere un contatto con chi non c’è più tramite la memoria. Ma la nuova legge, che rende tutte le iscrizioni tombali uguali, cancella la possibilità di riconoscere i meriti degli uomini migliori e di favorirne così il ricordo dei vivi. È una vergogna, scrive il poeta, che un esempio di virtù come Giuseppe Parini non abbia avuto una degna sepoltura: ora le sue ossa sono la fossa comune, accanto ai resti forse di un ladro o di un assassino. Con la seconda parte, Foscolo presenta la descrizione dei vari usi e delle varie concezioni che si sono susseguiti, rispetto alla morte, nel corso della civiltà umana. Criticando il modello cattolico medievale, in cui la morte comunicati terrore ai superstiti, egli approva invece quello delle civiltà classiche, dove il legame tra vivi e morti è garantito dal modo intimo di colloquiare con gli estinti. Se in Inghilterra si prosegue con il modello classico, in Italia, dove è scomparsa ogni virtù, i ricchi vivono nell’ozio, già metaforicamente sepolti nelle loro lussuose case.

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Il valore delle tombe e della poesia nella terza e quarta parte Dei Sepolcri

Nella terza parte si tratta il rapporto tra il significato privato e quello pubblico della morte. Le tombe dei grandi uomini invitano a proseguirne l’opera, sul piano culturale, artistico e politico. Ne è prova la Chiesa di Santa Croce a Firenze, dove sono sepolti alcuni grandi del passato, come Machiavelli e Galilei. Visitando un luogo così importante per l’identità nazionale, il poeta sente il peso morale e civile di quell’esempio. Dalle tombe di Santa Croce, cioè dalla memoria del passato, dovrà ripartire il riscatto italiano: Alfieri infatti esempio di grandezza risente accanto a Parini, visitava spesso la Chiesa, aspettando la rinascita del valore nazionale.

Nella quarta parte Foscolo riflette sul valore morale della morte, che compensa le ingiustizie della vita, riconoscendo i meriti dei migliori e garantendo loro la gloria meritata. La morte quindi ha una funzione positiva anche nel mondo terreno ma, affinché tale funzione si manifesti, è necessario che qualcuno si dedichi a tutelare e onorare la memoria dei grandi. Oltre alla tomba, ciò che permette di celebrarne le virtù e di conservarne il ricordo nella direzione future è la poesia. Un esempio sono le vicende di Troia, sconfitta dai Greci, ma diventata eterna nel ricordo grazie alla poesia di Omero. Omero, anche se greco, ha fatto di Ettore, sfortunato eroe troiano, un modello di lealtà e di virtù. Gli uomini continueranno a piangere su questo ideale di grandezza finché esisterà la civiltà.

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Il significato della vita e della morte nell’opera di Foscolo

Nell’opera Dei Sepolcri, Ugo Foscolo afferma che il significato della vita e il suo valore si trovano proprio nella memoria che la civiltà è in grado di conservare a dispetto della distruzione nel tempo. Il significato Dei Sepolcri è ben noto nella parte finale. L’opera termina con l’immagini di Ettore, sfortunato eroe troiano, che verrà ricordato fino a quando esisterà una civiltà che riesce a condividere gli stessi valori del mondo antico e finché ci saranno la vita e la specie umana. La conclusione foscoliane della morte un valore morale, perché compensa le ingiustizie della vita, riconoscendo i meriti dei migliori e garantendo loro la gloria meritata.
carme dei sepolcri
Affinché ciò avvenga, è necessario tutelare e onorare la memoria dei grandi: oltre la tomba, ciò che permette di celebrarne le virtù e di conservarne il ricordo di generazioni successive è la poesia. La poesia quindi è portatrice di valori sui quali si fonda la civiltà umana, oltre che la forma privilegiata della loro sopravvivenza nel tempo. A Foscolo spetterebbe il compito, appunto, di risvegliare in Italia, imbarbarita e frammentata il gusto di antiche virtù civili, delle quali i grandi personaggi sepolti nella basilica di Santa Croce a Firenze rappresentano il massimo esempio.

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