Letteratura

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis: analisi dell’opera

Una ricca analisi del capolavoro di Foscolo, Le Ultime lettere di Jacopo Ortis: un riassunto accurato della trama, per scoprire tutte le caratteristiche del romanzo epistolare dell’autore e quali sono stati i modelli e i generi a cui Foscolo si è ispirato.

le ultime lettere di jacopo ortis

Le ultime lettere di Jacopo Ortis: analisi

La versione più antica delle Ultime lettere di Jacopo Ortis esce a Bologna nel 1798; dopo varie ristampe non autorizzate e completate dall’editore, tra il 1801 e 1802 Foscolo prepara due edizioni rifatte e accresciute. La versione del 1802, dopo alcuni ritocchi stilistici e con l’inserimento di nuovi testi, esce a Zurigo nel 1816, e in veste definitiva, a Londra nel nel 1817. Le lettere di Jacopo Ortis sono un romanzo epistolare, scritte cioè sotto forma di raccolta ordinata di lettere indirizzate dal protagonista Jacopo all’amico Lorenzo Alderani, fra l’11 ottobre 1797 e il 25 marzo 1799. Nell’opera ci sono anche lettere destinate all’amata Teresa e ad altri corrispondenti. Lorenzo presenta gli scritti con brevi interventi, diventando fra l’altro anche il narratore di ciò che Jacopo non avrebbe potuto raccontare: il suicidio finale.

Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis: a quale modello si ispira?

La struttura e molti temi dell’Ortis, sono tratti dai grandi romanzi epistolari europei, e soprattutto dai Dolori del giovane Werther, dello scrittore tedesco Goethe. Jacopo, il protagonista, è incapace di compromessi e mediazioni e sostiene valori assoluti destinati a uscire sconfitti nel confronto con la realtà quotidiana; e ricorda gli eroi della tragedia di Vittorio Alfieri. Nonostante questi modelli, l’originalità di Jacopo Ortis deriva dalla presenza di elementi autobiografici: nel romanzo, Foscolo proietta il proprio carattere passionale e le proprie esperienze politiche e sentimentali.

Leggi anche: Il Romanticismo in Italia: riassunto e caratteristiche

Le ultime lettere di Jacopo Ortis: trama dell’opera

Nella prima parte, che inizia il 11 ottobre 1797, dopo il trattato di Campoformio, il giovane Jacopo Ortis, animato da spirito patriottico e deluso da Napoleone, si ritira in un podere sui Colli Euganei, non lontano da Padova, dove scrive all’amico Lorenzo Alderani, per comunicargli la sua amarezza per il tradimento di Napoleone, affermando di essere nelle liste di proscrizione, e quindi un possibile condannato a morte. Proprio sui Colli Euganei  si innamora di Teresa ed è corrisposto, e inizia a frequentare la casa della giovane, insegnando alla sorella più piccola, Isabella, a leggere e scrivere. Il padre della ragazza vuole però darla in moglie al ricco e mediocre Odoardo per risollevare le difficili condizioni economiche della famiglia; Teresa, durante la visita ad Arquà, alla tomba di Petrarca, confessa al suo amato che è decisa ad obbedire al volere del padre.

Accanto al tema politico, l’altro tema dominante è quindi l’amore, una forza positiva da cui scaturiscono la bellezza e l’arte, una potenza rasserenatrice che placa negli esseri umani ogni dolore. Ma l’amore per Teresa non può essere coronato: come quella politica, anche la vita privata di Jacopo è senza via d’uscita e non può fornirgli alcuna consolazione. La morte diventa allora, anche in questo caso, l’unico possibile gesto di protesta.
Dopo essere stati scoperti in atteggiamenti teneri i due amanti sono costretti a separarsi e Jacopo viaggia per l’Italia, spostandosi tra Bologna, Firenze, Milano, dove incontra Parini, fino ad arrivare a Firenze, dove fa visita alla tomba di Dante.
Durante il viaggio apprende che Teresa e Odoardo si sono sposati. A questo punto Ortis pianifica il suo suicidio, andando a salutare la madre e lasciando come testimonianza due lettere: una per Lorenzo e una per Teresa. Dopo aver organizzato ogni cosa poi si uccide, lasciando a Lorenzo la ricostruzione degli eventi.

Leggi anche: Il carme Dei Sepolcri: analisi dell’opera di Ugo Foscolo

La componente lirica e tragica delle Ultime lettere di Jacopo Ortis

Scrivendo Le ultime lettere di Jacopo Ortis, Foscolo non disponeva di una tradizione narrativa come modello, a eccezione del contemporaneo romanzo di Goethe, I dolori del giovane Werther. In Italia il genere del romanzo aveva preso piede nel corso del Settecento, come racconto avventuroso e fantastico, spesso con intenti educativi. Non meraviglia dunque che Foscolo si sia ispirato ai modelli lirici piuttosto che romantici e romanzeschi. Infatti nell’Ortis manca il senso dell’azione e dell’intreccio, presente nei romanzi del Settecento inglese: l’interiorità di Jacopo Ortis è l’unico elemento forte della narrazione. Il romanzo procede per frammenti e per quadri staccati, proprio come nella lirica, e la narrazione in prima persona rende spesso l’appassionato raccontarsi di Jacopo quasi forzato e artificiale. La sintassi è percorsa dalle emozioni del narratore ed è quindi ricca di continue esclamazioni, interrogazioni e incisi. L’elemento realistico e prosastico resta sempre sullo sfondo.

Oltre alla componente lirica nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis vi è anche una componente tragica. Di tragedia si può parlare sia relativamente allo stile, sia per quanto riguarda la struttura: la vicenda di Jacopo è in effetti quella di un eroe tragico che, non potendo realizzare i propri ideali e non volendo scendere a compromessi con la realtà, si uccide come l’Aiace nella tragedia omonima che Foscolo scrive alcuni anni più tardi. Come l’eroe greco, inoltre, Jacopo si trafigge con un pugnale e non con la rivoltella che più prosaicamente, Werther aveva scelto per porre fine alla vita nel romanzo di Goethe.

ultime lettere di jacopo ortis
Leggi anche: In questa sezione troverai tantissime informazioni su tutti i maggiori autori della letteratura italiana e non solo.