Storia

La rivoluzione francese: riassunto dalla presa della Bastiglia alla nascita della Costituzione

Stai cercando un riassunto sulla rivoluzione francese, per conoscere al meglio tutti gli avvenimenti che portarono alla nascita della Costituzione in Francia? Di seguito abbiamo raccolto tante informazioni con video sulla rivoluzione francese, una sintesi efficace che magari potrà esserti utile per creare una mappa concettuale della rivoluzione francese e fissare tutti i concetti principali che vanno dalla presa della Bastiglia, l’inizio della rivoluzione francese, alla nascita della Costituzione nel 1791.

rivoluzione francese

Scoppia la rivoluzione francese: il popolo assalta la Bastiglia

Luigi XVI dopo il giuramento della pallacorda sembrava aver apparentemente ceduto alle pressioni del Terzo stato ma in realtà la sua idea era quella di reprimere tutte le sue conquiste. Così nei pressi di Parigi iniziarono a radunarsi gruppi di soldati mercenari stranieri, giudicati dal re più sicuri rispetto ai soldati francesi, che avrebbero potuto allearsi con il popolo. Intanto aumentava il malcontento dei cittadini colpiti dalla crescita costante del prezzo del pane e ridotti alla fame. A Parigi i tumulti si facevano sempre più violenti e iniziarono a diffondersi voci di un complotto organizzato dal sovrano e dai nobili per eliminare l’Assemblea nazionale.

Il 14 luglio 1789, anno della rivoluzione francese, il popolo di Parigi insorse contro il re. Per procurarsi le armi occupò la prigione della Bastiglia dove erano detenuti e i colpevoli di reati contro lo Stato. Con la presa della Bastiglia per la prima volta irruppe sulla scena politica il popolo formato da salariati, artigiani e commercianti. Dopo la conquista della Bastiglia in città venne creato il consiglio municipale che applicava le decisioni dell’Assemblea costituente. Venne creata la Guardia nazionale, una milizia di volontari con a capo il marchese la Fayette, distinto già per il suo valore nella rivoluzione americana. Il compito della Guardia nazionale era di garantire l’ordine e proteggere l’assemblea da ogni aggressione da parte dei nobili.

Le conseguenze della rivoluzione francese: nasce la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

La rivoluzione si estese anche alle campagne, dove i contadini, sfiniti dalla fame e dalla miseria, vennero travolti da un’ondata di panico denominata la “grande paura“. Nelle campagne infatti si era sparsa la voce di una vendetta da parte dei nobili che avrebbero inviato contingenti militari stranieri e assoldato briganti per distruggere il raccolto dei contadini e ucciderli. Di conseguenza esplose una feroce rivolta contro i signori feudali: i ribelli devastarono e incendiarono i castelli e gli archivi con i documenti che attestavano gli obblighi feudali a cui i contadini dovevano sottostare. Un passo importante della rivoluzione francese fu fatto il 4 agosto 1789 quando l’Assemblea costituente eliminò il regime feudale, soppresse le decime destinate alla Chiesa ed eliminò le prestazioni di lavoro gratuito.

la rivoluzione francese

La rivoluzione francese: cosa ricordare Quando? tra il 1789 e il 1799. Dove? A Parigi Cosa accade? Il popolo era ridotto alla fame e circolavano voci su un complotto organizzato dal re. Il 14 luglio 1789 i Parigini assaltarono la Bastiglia e devastarono i castelli dei signori. Di conseguenza l’Assemblea costituente abolì il regime feudale e approvò la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.

Il 26 agosto 1789 l’Assemblea costituente, sulla base della dichiarazione di indipendenza americana, dei principi liberali inglesi e delle idee promosse dall’Illuminismo, approvò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Questo documento affermava le libertà fondamentali dell’uomo come la libertà di pensiero, di parola, di stampa, il diritto alla proprietà privata e soprattutto l’uguaglianza di tutti i cittadini. Inoltre dava la sovranità al popolo e si sosteneva che la libertà degli individui potesse essere limitata solo dalla legge.

Leggi anche: Elisabetta I: storia della sovrana d’Inghilterra

Luigi XVI di Francia è costretto a trasferirsi a Parigi

Per essere valide, l’abolizione dei privilegi feudali e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino dovevano essere approvate dal re. Tuttavia Luigi XVI  si rifiutò di approvare tali provvedimenti perché avrebbero rappresentato la fine del suo potere assoluto. Di conseguenza il popolo il 5 ottobre 1789 organizzò un corteo formato prevalentemente da donne che con forconi e picche si diresse a Versailles seguito dalla milizia della Guardia nazionale e dalla folla popolare. Le donne chiedevano il pane e il trasferimento del re a Parigi dove sarebbe stato più facile tenerlo sotto controllo. Dunque il re Luigi XVI ormai braccato, fu costretto non solo a firmare le decisioni dell’assemblea ma anche a lasciare la reggia di Versailles per trasferirsi a Parigi nel palazzo delle Tuileries.

Leggi anche: La rivoluzione industriale: gli effetti negativi delle rivoluzioni e il luddismo

Gli effetti del periodo rivoluzionario francese: viene riformulata la Chiesa

Tra la fine del 1789 e l’inizio del 1690 l’Assemblea costituente ordinò la requisizione dei beni della Chiesa per venderli e arricchire le casse dello Stato. Inoltre nel luglio del 1890 venne promulgata la Costituzione civile del clero che riorganizzava la Chiesa francese. Secondo le nuove regole i sacerdoti e vescovi diventavano funzionari pubblici che avrebbero dovuto giurare fedeltà allo Stato e ricevere uno stipendio. Molti ecclesiastici si rifiutarono e presero il nome di clero refrattario.

Leggi anche: La Spagna di Filippo II: storia del sovrano più potente d’Europa

La storia della rivoluzione francese: re Luigi XVI tenta la fuga da Parigi

Le pressioni esercitate dal popolo sul re e la confisca dei beni della Chiesa avevano creato grande preoccupazione nella nobiltà francese. Molti aristocratici preferirono lasciare il paese e trasferirsi nelle corti straniere dove cercavano di trovare appoggio contro la rivoluzione. Anche il re Luigi XVI la notte tra il 20 e il 21 giugno 1791 tentò di fuggire insieme la famiglia in Belgio, dominio degli Asburgo, casato della moglie Maria Antonietta. Il sovrano intendeva combattere la rivoluzione francese dall’estero appoggiato da Austria e Russia per ristabilire il suo potere assoluto. Tuttavia fu riconosciuto e fermato a Varennes, vicino il confine, e riportato a Parigi dove crebbe l’ostilità nei confronti della famiglia reale contraria agli ideali rivoluzionari.

Leggi anche: La Guerra dei Trent’anni: riassunto degli eventi

Entra in vigore la Costituzione francese del 1791

La data della rivoluzione francese che segna un momento di svolta è il settembre 1791 quando viene approvata la Costituzione con la quale la Francia diventa una monarchia costituzionale.
I tre poteri furono divisi in:

  • potere esecutivo affidato al re e ai suoi ministri;
  • potere legislativo esercitato dall’Assemblea legislativa formata da membri eletti dai cittadini maschi con più di 25 anni e con un determinato reddito. In questo modo però il diritto di voto era fondato sul censo ossia dipendeva dalla ricchezza personale ed era riconosciuto solo ai cittadini benestanti;
  • potere giudiziario affidato ai giudici eletti dai cittadini.


Leggi anche: Il cristianesimo: la storia dall’origine e diffusione alle persecuzioni

Nascono i circoli e l’Assemblea si divide in schieramenti

Dalla 1789 con la rivoluzione francese in Francia e a Parigi si erano formati dei circoli o club nei quali si discuteva di politica. I più importanti erano quelli dei giacobini il cui nome derivava dal convento domenicano di San Giacomo dove si riunivano e il club dei cordiglieri chiamati così dal nome dell’ex convento francescano in cui si incontravano. Giacobini e Cordiglieri avevano l’appoggio dei popolani di Parigi, i sanculotti, termine che significava senza culotte (sans culotte) i calzoni attillati al ginocchio portati dei nobili. Il termine indicava quindi i popolani che non indossavano le culotte ma i pantaloni lunghi. Il 1 ottobre 1791 si insediò l’Assemblea legislativa in cui i deputati provenivano da diversi circoli. Nell’assemblea i movimenti politici si dividevano a seconda della posizione che occupavano nelle riunioni:

  • A sinistra vi erano i cordiglieri guidati dall’avvocato Giorges-Jacques Danton e dal medico Jean-Paul Marat e i giacobini, che erano repubblicani e si battevano per riforme come il suffragio universale, il diritto di voto riconosciuto a tutti i cittadini maggiorenni senza limitazioni di sesso o istruzione. Il loro capo era l’avvocato Maximilien de Robespierre. Sempre a sinistra vi erano i girondini dal nome della gironda, il Dipartimento della città di Bordeaux da dove provenivano i suoi esponenti, di idee moderate.
  • A destra vi erano i foglianti, dal nome dell’ex monastero in cui si riunivano, conservatori che intendevano mantenere la monarchia costituzionale.
  • Al centro infine sedevano la maggior parte dei deputati che non avevano posizioni politiche chiare e vennero definiti in modo dispregiativo Palude.


Leggi anche: Date, mappe concettuali, video e schemi riassuntivi, per aiutarti a fissare al meglio i concetti di storia.