Letteratura

Il sonetto: definizione, schema metrico ed esempi

Che cos’è il sonetto? Dove nasce e come arriva al successo? Di seguito abbiamo raccolto tante informazioni, esempi di sonetto e dello schema metrico di questa particolare forma di composizione poetica tipica del Dolce Stil Novo.

sonetto

Cos’è un sonetto?

Il sonetto prende nome dalla parola provenzale sonet, piccolo suono. Prima di conoscere tutte le informazioni cerchiamo di capire come si è arrivati ad utilizzare il sonetto in letteratura. Chi ha inventato il sonetto? Il primo autore è stato Jacopo da Lentini, autore della scuola siciliana, di cui fanno parte gli autori del Dolce Stil Novo.
La struttura del sonetto non è modificabile, formata da uno schema fisso, di versi e strofe, con 14 versi endecasillabi di due quartine e due terzine.

Lo schema metrico del sonetto

Come abbiamo visto, la definizione di sonetto prevede che abbia uno schema fisso, ma lo schema ritmico invece è soggetto a variazioni. Lo schema metrico del sonetto classico prevede due quartine con rime alternate (ABAB) o incrociate (ABBA), e due terzine con rime replicate (CDE CDE) o alternate (CDC DCD).
Il sonetto per definizione veniva scelto dai poeti come forma lirica personale, intima, usato per creare un componimento dalle caratteristiche precise:

  • proporre un modello che permettesse in modo armonioso di raccontare i sentimenti del poeta;
  • dare vita a un componimento originale, lontano dallo stile della poesia provenzale;
  • creare un componimento breve ma complesso, che in pochi versi potesse raccogliere tutta la sua potenzialità d’espressione;

Tra i maggiori autori di sonetti abbiamo gli esponenti del Dolce Stil Novo come Dante Alighieri, ma è stato soprattutto Petrarca a creare un sonetto preso da esempio poi dagli autori seguenti.

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L’evoluzione del sonetto: da Petrarca al Cinquecento

Il sonetto petrarchesco, così come è stato realizzato da Petrarca, è composto da quattordici versi endecasillabi, disposti in due quartine e due terzine, con uno schema metrico in rima alternata e incatenata (ABAB ABAB CDC CDC). Tutti i sonetti successivi che seguono questo schema sono detti petrarcheschi. A partire dal Cinquecento poi il sonetto si afferma come composizione ad opera di autrici femminili, come Vittoria Colonna, Isabella Morra.. Successivamente arriva in Inghilterra, con Thomas Wyatt, poeta alla corte di Enrico VIII, cambia forma, creando uno scema formato da tre quartine e un distico, con schema metrico di rime in ABAB CDCD EFEF GG.

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Sonetti: esempi tratti dalla letteratura

In conclusione vediamo esempi di sonetti tratti dalla letteratura, per comprendere al meglio la loro struttura e composizione.

  • Amore è uno desio che ven da’ core
    per abondanza di gran piacimento;
    e li occhi in prima generan l’amore
    e lo core li dà nutricamento.Ben è alcuna fiata om amatore
    senza vedere so ’namoramento,
    ma quell’amor che stringe con furore
    da la vista de li occhi ha nascimento:ché li occhi rapresentan a lo core
    d’onni cosa che veden bono e rio
    com’è formata naturalemente;e lo cor, che di zo è concepitore,
    imagina, e li piace quel desio:
    e questo amore regna fra la gente.
    (Guido Cavalcanti – Voi che per li occhi mi passaste ‘l core)

Il poeta nel sonetto sottolinea che l’amore nasce innanzitutto dagli occhi, precisando che la bellezza si trova solo nei cuori gentili e che è la bontà a far innamorare.

  • Tanto gentil e tanto onesta pare
    la donna mia quand’ella altrui saluta,
    ch’ogne lingua deven tremando muta,
    e li occhi no l’ardiscon di guardare.Ella si va, sentendosi laudare,benignamente d’umiltà vestuta;
    e par che sia una cosa venuta
    da cielo in terra a miracol mostrare.Mostrasi sì piacente a chi la mira,che dà per li occhi una dolcezza al core,
    che ‘ntender non la può chi no la prova; e par che de la sua labbia si mova
    uno spirito soave pien d’amore,
    che va dicendo a l’anima: Sospira.
    (Dante Alighieri – Tanto gentil e tanto onesta pare)

In questo sonetto Dante pone l’attenzione sulla donna amata, che prende le sembianze di Donna Angelo, colei che accompagnerà tutti gli autori stilnovisti, vista come un tramite tra il mondo terreno e il divino.

  • Forse perchè della fatal quïete
    Tu sei l’immago a me sì cara, vieni,
    O Sera! E quando ti corteggian liete
    Le nubi estive e i zeffiri sereni,E quando dal nevoso aere inquiete
    Tenebre, e lunghe, all’universo meni,
    Sempre scendi invocata, e le secrete
    Vie del mio cor soavemente tieni.Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
    Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
    Questo reo tempo, e van con lui le torme

    Delle cure, onde meco egli si strugge;
    E mentre io guardo la tua pace, dorme
    Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
    (Ugo Foscolo – Alla sera)

Con Foscolo il sonetto non ha più come protagonista solo l’amore, ma nel Romanticismo si lega a tematiche diverse come la morte e lo scorrere del tempo. Nella poesia infatti il poeta dedica il suo componimento alla sera, paragonata alla morte che acquieta l’uomo, ma allo stesso modo è motivo di angoscia.

  • Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli;Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento
    o tende a svanire quando l’altro s’allontana. Oh no! Amore
    è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
    è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto,
    benché nota la distanza. Amore non è soggetto al Tempo,
    pur se rosee labbra e gote dovran cadere
    sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane,
    ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore
    e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

    (William Shakespeare – Sonetto 116)

Tra i maggiori compositori stranieri Shakespeare, è stato sicuramente un grande promotore del sonetto, in cui il poeta inglese descrive l’amore come un sentimento al di sopra di spazio e tempo, che resta immutabile anche di fronte agli ostacoli. Come si può notare la struttura è diversa dal un sonetto italiano, ed è formato da tre quartine e un distico finale di chiusura.