Letteratura

Leonardo Sciascia: vita, opere e poetica dell’autore

Chi è Leonardo Sciascia? Quali sono le sue opere maggiori e il suo stile letterario? Di seguito abbiamo raccolto molte informazioni su Leonardo Sciascia, in un riassunto accurato con tanti video informativi.

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Leonardo Sciascia: la vita dell’autore

Leonardo Sciascia nacque a Racalmuto in provincia di Agrigento nel 1921. Dall’esperienza di maestro elementare, egli trae gli elementi per il suo primo libro, Le parrocchie di Regalpetra (1956) nel quale presenta una Sicilia povera, penalizzata da una condizione economica e morale opprimente. Leonardo Sciascia a Caltanissetta, ricoprì il ruolo di direttore della rivista letteraria siciliana, “Galleria ”. A partire dal 1961 si accinge a realizzare romanzi gialli, come per Il giorno della civetta; un genere poliziesco, che ritroveremo in romanzi come, A ciascuno il suo (1966), Il contesto (1971), Todo modo (1974), Una storia semplice (1989). L’attenzione di Sciascia per questo genere narrativo, nasce dall’esigenza di mettere in luce la situazione sociale e politica della Sicilia, oppressa dal legame tra mafia e potere politico.

Negli anni Settanta lo scrittore si impegna direttamente in ambito politico, prima come consigliere comunale di Palermo poi come rappresentante del gruppo radicale del Parlamento. Autore di numerosi saggi, Sciascia si è ispirato a scrittori illuministi e Manzoni; tra i saggi più celebri ricordiamo L’affaire Moro (1978), legato all’uccisone e al rapimento di Aldo Moro, da parte del gruppo terroristico delle Brigate Rosse. Altri interventi saggistici sono Pirandello e il pirandellismo (1953), Pirandello e La Sicilia (1971), La corda pazza (1970), Cruciverba (1983). Leonardo Sciascia muore a Palermo nel 1989.

Il pensiero di Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia, è un autore che si avvicina al clima del Neorealismo, perché con le sue opere vuole denunciare la società in cui vive, fatta di corruzione, violenza e soprusi. Nonostante l’interesse dell’autore per l’Illuminismo, per la cultura francese e il Settecento, la razionalità e l’essenzialità della scrittura, aspetti questi che lo avvicinano ad autori come Italo Calvino, l’autore se ne distacca; Sciascia mostra un interesse più profondo per l’attualità politica e per un pessimismo più tetro rispetto alla letteratura siciliana del Verismo e di autori come Pirandello. Protagonista indiscussa dei romanzi di Leonardo Sciascia è la Sicilia, descritta non solo per la sua bellezza, ma soprattutto per aspetti negative e soffocanti come la mafia, l’omertà e l’illegalità.

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Leonardo Sciascia: temi e caratteristiche delle sue opere

Come abbiamo precedentemente detto, Sciascia pone al centro delle sue opere la Sicilia, affrontando temi quali la miseria, l’omertà, la mafia e la politica. I suoi romanzi sono rinnovati nello stile, essenziale e adatto per descrivere la realtà e nel linguaggio, chiaro e razionale. Sceglie per alcune sue opere, di ricorrere alla narrazione del romanzo giallo, ma frequenti sono anche romanzi di tipo storico o saggistico. Per la maggior parte dei suoi romanzi polizieschi però, manca il lieto fine, perché per l’autore è quasi impensabile che “giustizia possa essere fatta”. Ecco perché molto spesso, Leonardo Sciascia nei suoi libri descrive un finale pessimistico e malinconico; Sciascia è ben consapevole che, pur ricercando la verità attraverso la vita politica e sociale italiana, la giustizia non potrà mai emergere rispetto ai legami che la delinquenza ha con il potere politico.

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Le opere maggiori di Leonardo Sciascia

Nel 1950 Leonardo Sciascia esordisce con, Favole della dittatura, un libro sotto forma di allegorie, che denuncia gli orrori della dittatura fascista, recensito anche da Pier Paolo Pasolini. Nel 1952 pubblica il libro di poesie, La Sicilia, e negli anni a seguire collabora con diverse testate giornalistiche. Sciascia pubblica nel 1961, Il giorno della civetta, con il quale l’interesse per la letteratura impegnata sul piano civile si intreccia a quello per il racconto poliziesco. Il romanzo, che prende spunto dall’omicidio del sindacalista comunista, Accursio Miraglia, inizia con la morte di Salvatore Colasberna. L’uomo fu ucciso, con due colpi di pistola alla fermata dell’autobus sotto gli occhi di molti testimoni. A indagare sull’omicidio è il capitano dei carabinieri Bellodi, che ben presto idealizza di essere circondato da un muro di omertà, poiché i pochi che parlano cercano di sviare le indagini.

Nel 1974 dà alle stampe Todo modo, un libro che parla “di cattolici che fanno politica”, e nel 1972, Il lungo viaggio di Leonardo Sciascia, un racconto che inserì nella raccolta “Il mare colore del vino”; l’opera propone un aspetto della drammatica realtà siciliana del dopoguerra, quando molti emigrarono per sfuggire alla miseria causata dalla Seconda Guerra Mondiale.

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Leonardo Sciascia: A ciascuno il suo, analisi e riassunto breve dell’opera

Con il romanzo, A ciascuno il suo (1966) Sciascia affida alla letteratura il compito di contribuire alla lotta contro l’omertà e la sistematica negazione della verità, imposte dalla mafia. La storia del professore che da solo trova la soluzione di un duplice delitto, finendo poi a sua volta ucciso dai sicari mafiosi è molto significativa. Essa propone un confronto tra due linee di comportamento, lasciando realisticamente che trionfi la peggiore, ma avendo pur avanzato la possibilità di una coscienza diversa.

Punto di avvio della narrazione sono le morti di un farmacista e di un medico in un paese della Sicilia. Davanti ai due cadaveri, il professor Paolo Laurana, docente di italiano e storia, inizia a indagare. Unico indizio, una lettera anonima con la quale si minacciava di morte il farmacista composta con ritagli di giornale, sul retro dei quali si leggeva chiaramente solo la parola “Unicuique”; un indizio che gli permetterà di identificare la testata giornalistica dalla quale sono tagliate le parole utilizzate per la lettera. Il professore riesce a risalire alle origini dei due delitti smentendo la ricostruzione ufficiale, però prima che la verità possa diventare pubblica, il professor Laurana viene sequestrato e seppellito in una zolfara abbandonata. La criminalità mafiosa ancora una volta ha avuto la meglio sull’ intelligenza e sull’onestà.

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