Letteratura

Italo Calvino: vita, opere e poetica dell’autore

Chi è Italo Calvino? Quali sono state le sue maggiori opere e qual è il suo pensiero? Di seguito abbiamo raccolto moltissime informazioni sulla vita dell’autore, in un riassunto accurato con tanti video informativi.

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Italo Calvino: biografia dell’autore

Italo Calvino è il più significativo scrittore italiano del secondo Novecento. Nasce nel 1923 a Santiago de Las Vegas (Cuba) e trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Sanremo. Ancora adolescente partecipa all’ esperienza della Resistenza e dopo la laurea in lettere, si dedica al giornalismo e all’attività editoriale, entrando a far parte della casa editrice Einaudi. Italo Calvino esordisce con il romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno nel 1947. Nel 1949 lo scrittore raccoglie, parte dei suoi racconti, nel volume Ultimo viene il corvo. Nel frattempo Calvino pubblica, Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), Il cavaliere inesistente (1959), distribuiti poi sotto un’unica raccolta dal  titolo, I nostri antenati (1960).

Del 1963 è il volume di Italo Calvino, Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, che ha come protagonista un operaio torinese di nome Marcovaldo. Calvino nel periodo in cui si spostava tra Torino, Roma e Parigi si dedica ad una nuova narrativa, influenzata dai dibattiti dello strutturalismo e pubblica nel 1965, Le cosmicomiche. Italo Calvino muore a Siena nel 1985. Lo scrittore lascia incompiute alcune delle sue opere, pubblicate postume, tra queste anche delle lezioni che avrebbe dovuto tenere alla Harvard University, Lezioni americane  (1987).

Le influenze del Neorealismo e il pensiero di Calvino

Nell’attività letteraria coltivata tra la fine degli anni Quaranta e Sessata, Italo Calvino nelle sue opere passa dal Neorealismo, dei primi lavori sulla Resistenza, alla letteratura sperimentale, muovendosi tra dimensione realistica e fantastica. La fase propriamente neorealista di Calvino include due libri: il romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno; e la raccolta di racconti, Ultimo viene il corvo. Tra le principali caratteristiche delle opere di Calvino, scritte nel periodo neorealista, troviamo:

  • la scelta di raccontare gli eventi della Resistenza e del dopoguerra in termini antiretorici; Calvino nelle sue opere, genera il cosiddetto effetto di “straniamento”, in quanto fa in modo che il punto di vista dei protagonisti, molto spesso bambini e ragazzi, sia diverso da quello dello scrittore e del pubblico;
  • la mescolanza di elementi realistici e fantastici, che spostano la narrazione degli eventi in una dimensione magica e fiabesca;
  • la volontà di trasmettere un insegnamento morale e un messaggio di impegno civile;
  • lo stile semplice ed essenziale.

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La narrazione come favola: Italo Calvino e i libri dedicati alla fiaba

Nella successiva produzione dello scrittore, realtà e fantasia si ripresentano. La costruzione di un mondo fiabesco e l’utilizzo di uno stile favolistico sono evidenti nei romanzi, Il Visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, raccolti nel 1960 sotto il titolo, I nostri antenati. Nei primi anni Cinquanta, Italo Calvino coltiva un particolare interesse per le fiabe, si dedica infatti alla narrativa fantastica ispirandosi a fiabe popolari che trascrive dai vari dialetti italiani.

Le riflessioni sulle fiabe di Italo Calvino, nascono dalla lettura di una narrativa che rappresenta non tanto la realtà, quanto le prove che in essa, l’uomo è chiamato a superare. Nascono nel contesto di queste affermazioni i romanzi della trilogia, I nostri antenati, i cui personaggi fantastici introducono numerose riflessioni sull’esistenza umana, in particolare sulla presenza del bene e del male nella società e nel singolo individuo. Bisogna comunque notare che la scelta del romanzo fantastico ha alle spalle un’importante antecedente molto amato dallo scrittore, Ludovico Ariosto, che lo indusse a scrivere, L’Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino, opera che nasce dall’ammirazione dell’autore per la scrittura e la fantasia di Ariosto.

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Italo Calvino: riassunto delle maggiori opere

La formazione umana e letteraria di Calvino, avviene sotto il segno della guerra, della Resistenza e della militanza politica nell’immediato dopoguerra. Sulla base di queste considerazioni nasce la prima significativa produzione di Italo Calvino che si sviluppa nel contesto del Neorealismo. Si tratta di racconti pubblicati su varie testate, tra le quali il “Politecnico”, di Elio Vittorini e poi ripresi nella raccolta, Ultimo viene il corvo (1949). La raccolta comprende trenta racconti composti da Calvino negli anni della guerra (1945-1948). Essi narrano, della Resistenza e delle condizioni di vita nell’Italia di quegli anni e hanno come protagonisti giovani partigiani; le storie sono narrate con toni per lo più comici e avventurosi.

Al clima del Neorealismo appartiene anche la stesura del Sentiero dei nidi di ragno (1947). Il protagonista è Pin, un ragazzino povero e fratello di una prostituta, che nonostante le difficoltà della vita, ha conservato nell’animo un fondo di candore e ingenuità. Allontanato dai ragazzi con i quali vorrebbe giocare, Pin può solo rifugiarsi nel mondo dei grandi, dove ben presto realizza che la realtà si basa sulla violenza, il sesso e il tradimento. Da questa condizione che prende vita il suo mondo fiabesco che si concretizza nella scoperta del luogo dove fanno il nido i ragni. Calvino vuole mettere in risalto non una realtà sociale, bensì la complessità della vita, nella quale come testimonia anche il giovane Pin, si alternano momenti di gioia e di dolore, di sfiducia e di disperazione, di amore e di odio.

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La letteratura come gioco combinatorio: la fase sperimentale di Calvino

A Partire dagli anni Settanta, Calvino si avvicina ad una nuova fase, quella sperimentale. Ciò che caratterizza la fase esperimentale delle opere di Calvino sono la scomparsa della figura di autore, la distruzione delle forme romanzesche del personaggio, la sperimentazione formale. In questo periodo, Italo Calvino ha scritto opere come: Il Castello dei destini incrociati del 1969, Le città invisibili del 1972; una raccolta di testi incentrati sulle storie di due personaggi, Marco Polo e Kublai Kan. In quest’opera Kublai Kan chiede a Polo di parlargli di tutte le città da lui visitate, quelle che si vedono e quelle che sono “invisibili”.

A seguire, Se una notte d’inverno un viaggiatore del 1979, che raccoglie i temi dei dibattiti in corso, primo tra tutti quello sul rapporto tra struttura del testo e il ruolo attivo del lettore; ultima produzione di Calvino, è Palomar del 1983, un libro meno complesso dei precedenti e con minori risvolti sul piano teorico. La caratteristica più significativa del libro è la scrittura fredda e tagliente usata per descrivere una serie di atti e di eventi del protagonista, il signor Palomar.

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