Storia

La Resistenza italiana: i partigiani e la liberazione dell’Italia

Come nacque il fenomeno della Resistenza italiana? Chi erano i partigiani e che ruolo ebbero nella Liberazione dell’Italia dai tedeschi? Ripercorriamo la storia della Resistenza italiana e delle guerre partigiane con un riassunto e video informativi, per conoscere al meglio come l’Italia fu liberata grazie all’arrivo delle forze angloamericane.

resistenza italiana

Cosa è la Resistenza? Definiamo i concetti

La Resistenza fu un fenomeno europeo che prese le sue radici nell’antifascismo. Essa nacque e agì in tutti i paesi occupati o controllati dai tedeschi: assunse aspetti diversi nei vari paesi. L’armistizio dell’8 settembre 1943 ebbe tragici effetti sull’esercito italiano e sull’organizzazione dello stesso Stato. Mentre i tedeschi, in previsione di un ritiro dal conflitto dell’Italia, avevano predisposto un piano per impadronirsi del paese, facendo affluire nella penisola molte divisioni motocorazzate, l’esercito italiano rimase, dopo l’armistizio, senza precisi ordini, moralmente e materialmente impreparato per l’eccezionale situazione: si sfasciò nel caos. Tuttavia ci furono numerosi episodi di resistenza in Italia, da parte di reparti contro i tedeschi, in Corsica, nell’Egeo, a Cefalonia, nelle isole Ioniche, in Piemonte e a Roma. Dal 28 settembre al 1 ottobre, Napoli combatté in quattro eroiche giornate le forze tedesche e le costrinse ad abbandonare la città. L’occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana costituita nel settembre 1943 da Mussolini determinarono la nascita di movimento di resistenza, che si estese via via, comprendendo uomini di tutte le classi sociali e di diverse idee politiche.

Da chi è composta la Resistenza e che ruolo ebbe nella Liberazione dell’Italia?

Per comprendere che cosa spingeva questi uomini a lottare contro i tedeschi e i fascisti, loro alleati sono utili le parole di Livio Bianco, un ex partigiano, il quale spiega che i motivi erano i più disparati, e non è facile analizzarli compiutamente; può bastare qualche accenno per grandi linee. L’impressione di molti era che la fine della guerra stesse per arrivare, che fosse solo una questione di giorni: si pensava che da un momento all’altro ci sarebbe stata lo sbarco alleato in Liguria e che conveniva aspettare in armi il giorno della liberazione. Così per un verso ci si poteva sottrarre alle rappresaglie dei tedeschi, indispettiti per il tradimento italiano: per un altro ci si apprestava a dar manforte agli alleati al momento finale; per un altro ancora si aveva piacere di fare una vita militare di nuovo tipo, senza regole fisse.

Per alcuni, essenzialmente, partecipare alla Resistenza italiana era una bella avventura, in cui ci si imbarcava con trasporto. Per altri ancora, invece, era un’esigenza rivoluzionaria che spingeva all’azione: un’esigenza politica e morale, di carattere democratico, che chiamava in scena il popolo e gli metteva in mano le armi per difendere, e per conquistare ciò che l’esercito regio si era rivelato incapace di difendere, e per conquistare ciò che nessun esercito regio avrebbe potuto conquistare: la giustizia e la libertà. Le prime formazioni di partigiani italiani di montagna vollero essere e furono innanzitutto una protesta vivente, un’adunata di pionieri decisi a fare una parte d’avanguardia nell’opera di rinnovamento del paese.

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Nasce l’esercito della Resistenza Italiana

In numerose province italiane si formarono bande partigiane, che formarono nel 1944 vero esercito, il Corpo dei Volontari della libertà. Esso era un comando superiore con a capo il generale Raffaele Cadorna, figlio del generalissimo della prima guerra mondiale, ed ex comandante della divisione Ariete, che ebbe al suo fianco come vice comandante Ferruccio Parri del Partito d’azione e Luigi Longo del Partito comunista. La Resistenza italiana fu composta da azionisti, democratici e monarchici, ma certamente di grande importanza fu anche il contributo che la resistenza partigiana portò alla vittoria finale: esse con la loro presenza riuscirono a tenere impegnate almeno un quarto delle divisioni tedesche operanti in Italia.

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La liberazione dell’Italia: cronologia dei fatti

La lotta contro i tedeschi durante l’estate-autunno 1944 ebbe notevoli successi come la liberazione di Firenze e di alcune zone limitate dell’Italia settentrionale, la Valsesia e  le Langhe, in cui si ebbero degli interessanti esperimenti di un governo con piccole, libere repubbliche. L’inverno 194- 1945 fu per varie ragioni particolarmente duro per la Resistenza italiana. Ma con la primavera, la lotta riprese con rinnovato vigore. Il 9 aprile 1945 le forze angloamericane attaccarono la linea gotica e la superarono. Il 21 aprile Bologna era liberata e veniva raggiunta la linea del Po, che il 24 veniva superato.

La ritirata tedesca divenne una rotta generale per l’incalzare delle forze angloamericane e a causa dell’insurrezione generale proclamata il 25 aprile dal Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia. I partigiani italiani scattarono in un improvviso moto insurrezionale, travolsero ovunque i nuclei di resistenza fascisti e tedeschi e precedettero i reparti alleati nella liberazione delle grandi città del Nord. Ingenti forze tedesche e fasciste si arresero ai partigiani: a Genova furono fatti prigionieri 15.000 tedeschi. Il Corpo dei Volontari della Libertà aveva svolto ottimamente il suo compito anche nella fase finale del conflitto. Ora l’amministrazione passava ai Comitati di Liberazione in cui erano rappresentati cinque partiti: liberale, democristiano, d’azione, socialista e comunista. Riprese tra difficoltà di ogni genere la vita democratica del paese. Il prezzo della libertà riconquistata fu altissimo: l’avvenire era pieno di incognite. Si stima che i caduti per la Resistenza italiana furono circa 45.000, senza contare gli oltre 20 mila mutilati e feriti.

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