Letteratura

Il barone rampante: riassunto e analisi dell’opera di Italo Calvino

Di seguito un’accurata analisi dell’opera di Italo Calvino, Il barone rampante. La trama, un riassunto degli avvenimenti e l’analisi dei personaggi, con tanti video informativi utili per conoscere al meglio uno dei romanzi più famosi dell’autore.

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Il barone rampante: analisi e contesto storico dell’opera

Il barone rampante di Italo Calvino, è il secondo romanzo della trilogia che va sotto il titolo di, I nostri antenati (1960), e che comprende anche, Il visconte dimezzato (1952) ed Il cavaliere inesistente (1959). Così come gli altri due libri, il romanzo segue la costruzione di un mondo fiabesco ed è delineato da uno stile favolistico. È un’opera che Italo Calvino scrisse tra il 1956 e il 1957, in un periodo di grandi dibattiti letterari e politici. Con Il barone rampante, Italo Calvino segue uno stile personale andando controcorrente, sia per la sua scelta apertamente fantastica, sia perché, sotto forma allegorica, non nasconde i problemi politici dell’attualità.

La narrazione si svolge nell’epoca successiva alla Rivoluzione Francese; come dichiara Italo Calvino all’inizio del libro, le vicende narrate partono dal 1767, un’epoca molto animata della storia; dopo qualche anno infatti hanno luogo la Rivoluzione francese e la guerra condotta da Napoleone contro gli Austriaci. La vicenda del romanzo, ambientata nel secondo Settecento, si svolge in un paesino immaginario, Ombrosa. I richiami storici di quell’epoca, si ritrovano anche nella stessa cittadina immaginaria, che è divisa in due fazioni politiche: da un lato i rivoluzionari e i giacobini, tra cui lo stesso Cosimo, dall’altro invece i più conservatori.

Riassunto de: Il barone rampante

La narrazione del romanzo, Il barone rampante, si svolge a Ombrosa un paese sulle rive del mare ligure. Come racconta il narratore dell’opera Biagio, fratello del protagonista, il punto di avvio della storia è l’atto di ribellione del dodicenne Cosimo Di Rondò, figlio del Barone Arminio e della Generalessa Corradina. Cosimo, rimproverato per aver rifiutato un piatto di lumache, si arrampica su un grande albero del giardino. Salì fino ad un grosso ramo dove poteva stare comodo e si sedette lì a gambe penzoloni. Da quel momento non scenderà mai più a terra, riuscendo a organizzarsi un’esistenza, lì sugli alberi, del tutto simile alla vita condotta sulla terra. Cosimo si costruisce una casa, si procura i vestiti, impara a cacciare e stringe amicizia con alcuni ragazzi e soprattutto con una ragazzina, Viola che rincontrerà da adulto innamorandosi di lei.

Nel frattempo legge per divertimento, accrescendo le sue conoscenze della realtà. Senza mai scendere dagli alberi conduce una vita intensa tra caccia e amori, passando di ramo in ramo. Sarà ugualmente presente agli avvenimenti importanti della famiglia, grazie ad un ramo che tocca le finestre di casa. Dapprima deriso, Cosimo diventa poi un personaggio amato e rispettato dai suoi concittadini fino alla sua scomparsa in cielo. Attaccato alla fune dell’ancora di una mongolfiera in volo, Cosimo atterra lontano dal suo paese, per non dare agli abitanti la soddisfazione di vederlo alla fine toccare la terra.

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Caratteristiche e personaggi de Il barone rampante

Il personaggio principale de, Il barone rampante è Cosimo. Anche se nel romanzo non sono presenti dettagli del suo aspetto fisico, Italo Calvino, ne elogia il coraggio e la forza di volontà, che lo hanno portato ad allontanarsi dalla famiglia e a vivere una nuova vita fatta di sfide. Altro noto personaggio del racconto è Biagio, fratello minore di Cosimo, l’io narrante delle vicende. Biagio, più e più volte aveva cercato di convincere il fratello a ascendere dagli alberi, ma non riuscendoci, decise di rendere la vita di Cosimo più confortevole procurandogli del cibo, delle coperte, degli abiti e armi per cacciare. Bisogna ricordare poi il grande amore di Cosimo, Viola; un personaggio dal carattere esuberante e presuntuoso, e che con i suoi modi di fare era capace di influenzare il giovane Cosimo, conducendolo alla pazzia. Tra i personaggi secondari, ma non meno importanti nel romanzo troviamo: Battista, sorella di Cosimo e Biagio, i genitori Arminio e Corradina, il cavalier avvocato Enea Silvio Carrega, fratello del barone, e l’abate Fauchelafleur, un vecchietto che si prendeva cura dei due fratelli.

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Il Linguaggio scelto da Calvino e il messaggio de Il barone rampante

Il romanzo come gli altri testi della trilogia, dovrebbe essere definito più che un romanzo un racconto filosofico. Anche la scrittura rivela l’assunzione da parte di Calvino di una razionalità illuministica. Lo stile infatti, è limpido e chiaro; il linguaggio de Il barone rampante è lineare, semplice, ed essenziale. I periodi sono brevi e sintatticamente semplici, l’autore non si sofferma sui particolari, pur descrivendoli minuziosamente e realisticamente.  Ciò non impedisce il continuo passaggio di Calvino, dagli elementi storici e filosofici, a quelli fantastici cui si aggiunge il gusto per lo sviluppo di una narrazione capace di suscitare di continuo l’attenzione del lettore. Tutti e tre i romanzi sono raccontati non da un narratore onnisciente o in prima persona dai protagonisti, ma da uno dei personaggi; per questo romanzo, il narratore è Biagio il fratello di Cosimo, il quale assiste alle vicende e vi partecipa.

Il barone cela un significato molto profondo, e cioè che ogni uomo, nella sua breve vita, si trova ad affrontare una condizione di estrema solitudine. Calvino con questo racconto, vuole affermare che, anche se la vita di un uomo può essere gioiosa e piena di momenti piacevoli, ognuno è comunque solo, come Cosimo, che, nonostante vive una vita ricca di avventure ed è circondato da un gran numero di amicizie, è comunque distaccato dalla realtà perché vive sugli alberi, lontano da tutti gli altri uomini.

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