Letteratura

Gerusalemme liberata: trama e analisi dell’opera

Di seguito abbiamo raccolto tante informazioni sulla Gerusalemme liberata. Trama e analisi dell’opera capolavoro di Torquato Tasso, che vede come protagonisti non solo gli scontri tra cristiani e musulmani, ma anche l’amore tra i personaggi, come Tancredi e Clorinda. Un riassunto approfondito con video informativi utili per conoscere al meglio l’opera.

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La Gerusalemme liberata: la Prima crociata e il poema encomiastico

L’argomento del poema è la conquista di Gerusalemme da parte dei crociati nel 1099. Tasso non racconta tutta la storia della Prima Crociata che durò dal 1096 al 1099, ma solo la parte finale in cui i crociati superano le discordie interne, nominano loro capo supremo Goffredo di Buglione e stringono d’assedio la città santa, riuscendo infine a conquistarla. Torquato Tasso nella Gerusalemme liberata non fa quindi una ricostruzione accurata: il suo scopo non è scrivere un’opera storiografica ma un’opera di poesia. A parte i capi della crociata, Goffredo di Buglione e Pietro l’eremita, gli altri personaggi del poema sono frutto di fantasia.

I più importanti sono:

  • tra i cristiani, Tancredi e Rinaldo;
  • tra i musulmani, il re palestinese Aladino, il sultano d’Egitto e la guerriera Clorinda, la principessa Erminia, la maga Armida.

Non manca anche in Tasso il tema encomiastico, già visto in Ariosto. Il poeta dedica l’opera al duca Alfonso II d’Este, signore di Ferrara, al quale augura di poter guidare una nuova Crociata per la riconquista del Santo sepolcro. La celebrazione dei signori di Ferrara avviene anche attraverso il personaggio di Rinaldo che, come lo era stato Ruggero nell’Orlando furioso, è indicato come progenitore degli Este.

Gerusalemme liberata: trama dell’opera

Accanto alla vicenda principale, la liberazione di Gerusalemme e del Santo sepolcro dei musulmani durante il sesto anno della Prima Crociata, si narrano numerose vicende secondarie nel poema. I protagonisti infatti tendono a distrarsi dai loro impegni militari per abbandonarsi alle gioie o alle sofferenze d’amore. Così ad esempio, Tancredi si innamora della bella nemica Clorinda, e la cerca in continuazione. Rinaldo, a sua volta, si lascia sedurre da Armida, una maga saracena giunta al campo cristiano proprio per distrare i nemici, e accetta di seguirla in un giardino incantato ai confini del mondo, dove vive in mezzo al lusso e ai piaceri finché due compagni non riescono a ricondurlo al suo dovere. Anche tra i saraceni c’è chi ama: la dolce Erminia, una principessa catturata da Tancredi, si è innamorata di lui e soffre perché non è corrisposta.

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Struttura, stile e contenuto del poema

La Gerusalemme liberata è un poema diviso in 20 canti di lunghezza diversa, scritti in versi endecasillabi organizzati in ottave. Lo stile è assai ricercato, il linguaggio comprende parole arcaiche e straniere come l’enjambement o l’inversione del normale ordine sintattico, secondo una tecnica poetica definita dal Tasso “parlar disgiunto”. Opera di ispirazione religiosa la Gerusalemme liberata, nelle intenzioni del suo autore, doveva rinsaldare la fede dei lettori. Ma l’argomento della lotta tra cristiani e infedeli è solo lo sfondo della vicenda. Su di esso infatti si inseriscono personaggi ed episodi di stampo favolistico che sembrano quasi mettere in dubbio la rigida opposizione tra bene e male.

La realtà presentata da Tasso infatti è assai complessa; in essa ritroviamo concetti opposti o difficilmente conciliabili come il verosimile e il meraviglioso, l’eroismo e la sensualità, il senso del dovere e l’ubbidienza ai principi morali e religiosi da una parte e le tentazioni, gli errori e le distrazioni a cui personaggi si abbandonano dall’altra. Priva dell’ironia che caratterizza l’Orlando furioso, rispetto al capolavoro di Ariosto, la Gerusalemme liberata è un’opera ancora più drammatica e ricca di chiaroscuri che ben rappresenta la definitiva crisi della civiltà del Rinascimento.

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Il proemio della Gerusalemme liberata

Il proemio della Gerusalemme liberata, è formato da argomento e invocazione alle Muse. L’autore dichiara, in questi primi versi, l’ispirazione religiosa della sua opera.
Nel riassumere l’argomento del poema Tasso sottolinea come la lotta tra il bene il male non si combatte solo tra gli uomini: anche il cielo e l’Inferno sono chiamati a prendere parte allo scontro. Egli mette in evidenza, inoltre, il contrasto tra l’unità del mondo cristiano e la varietà del mondo musulmano. Questa contrapposizione tuttavia non è così netta: i compagni di Goffredo, cioè gli altri cavalieri cristiani sono erranti, nel senso che vagano, trascurano la guerra e per questo sbagliano o sbandano. Torquato Tasso invoca l’aiuto della musa cristiana, a cui chiede ispirazione poetica religiosa per la sua opera e perdono per gli abbellimenti fantasiosi che inserirà nel poema. L’intento di Tasso non è quello di divertire, ma di trasmettere un messaggio a sfondo cristiano, in linea con le richieste della Controriforma cattolica.

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Tancredi e Clorinda: la storia d’amore nel poema

Tancredi è uno dei migliori cavalieri cristiani; Clorinda, la fanciulla da lui amata, è invece una guerriera musulmana. L’episodio decisivo della loro vicenda si verifica nel momento in cui i cristiani sono giunti sotto le mura di Gerusalemme e hanno posto l’assedio alla città. Una notte,  con il favore delle tenebre, Clorinda riesce a incendiare delle macchine da guerra dei cristiani. Purtroppo, mentre torna in città, viene sorpresa e uccisa da Tancredi che non la riconosce, a causa del buio e del fatto che l’eroina indossa un’armatura senza le solite insegne.

La morte di Clorinda, eroina nobile cortese, appare particolarmente drammatica, perché avviene per mano di Tancredi l’uomo che è innamorata di lei e che per una serie di casi sfortunati non può riconoscerla. In realtà Tasso non ci sta solo raccontando un caso disgraziato. Per lui cristiani e musulmani appartengono a due mondi diversi, separati e distanti fra cui non c’è possibilità di intesa. Clorinda è l’unica che potrebbe in qualche modo appartenere a entrambi questi mondi: è musulmana, ma è cortese e generosa, è una nemica, ma amata da Tancredi. La sua morte simboleggia l’impossibilità di una soluzione positiva, di un confronto che non sia uno scontro.

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