Letteratura

Niccolò Machiavelli: riassunto della vita, del pensiero e delle opere

Chi è Macchiavelli? Quali sono le sue maggiori opere? Di seguito abbiamo raccolto tante informazioni su Niccolò Macchiavelli, un riassunto chiaro ed efficace, per conoscere al meglio la vita e il pensiero del Segretario fiorentino, protagonista della politica del Quattrocento.

macchiavelli

Niccolò Machiavelli: vita dell’autore fiorentino

Macchiavelli nasce a Firenze nel 1469, durante il governo di Lorenzo il Magnifico. I suoi studi sono incentrati sul latino, ma il giovane Niccolò oltre che di letteratura, si interessa anche di storia e di politica. Quando Machiavelli ha poco più di vent’anni, Lorenzo il Magnifico muore e nel giro di pochi mesi Firenze si trova in una situazione di grave crisi. Un frate domenicano, Girolamo Savonarola, si mette a capo di un movimento popolare, riesce a scacciare i Medici e a instaurare un governo repubblicano. Ben presto però egli perde il sostegno del popolo, viene accusato di eresia e nel 1498 viene condannato al rogo. Ciò nonostante a Firenze il governo repubblicano resiste e Machiavelli nello stesso anno è nominato segretario.

Il pensiero politico e la carriera di Machiavelli

Tra il 1498 e il 1512 Machiavelli è una di protagonisti della politica italiana. Compie molti viaggi, scrive diverse relazioni per informare il governo di Firenze di ciò che accade all’estero e conosce personaggi importanti come Cesare Borgia detto il Valentino. Figlio illegittimo del  Papa Alessandro VI, Cesare Borgia tenta in quegli anni di crearsi un regno nell’Italia centrale, conquistando un vasto territorio con l’astuzia e la violenza, ingannando e uccidendo i nemici e commettendo veri e propri crimini pur di acquisire il potere. Machiavelli è affascinato da questa figura: egli infatti si rende conto che gli stati italiani sono deboli perché divisi e spera che il Valentino possa unificare almeno una parte del territorio italiano, per contrapporre agli Stati stranieri uno Stato italiano forte e potente. La carriera del Valentino però termina all’improvviso nel 1503, quando il Papa muore ed egli rimane senza appoggi.

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Machiavelli, dalla politica alla scrittura: le opere

La carriera politica di Niccolò Machiavelli termina bruscamente nel 1512 quando la Repubblica Fiorentina viene sconfitta dall’esercito del re di Francia e i Medici riprendono il potere. Machiavelli viene arrestato e torturato perché sospettato di una congiura contro i signori, quindi, dimostrata la sua innocenza si ritira in una casa di campagna.
Nel 1513 l’autore scrive il suo libro più famoso, Il Prinicipe, in cui è raccolto il pensiero politico di Machiavelli. L’opera è dedicata a Lorenzo II, nipote di Lorenzo il Magnifico, per far capire ai Medici che si mette al loro servizio, ma i signori fiorentini non si fidano di lui  e non gli affidano alcun incarico. Macchiavelli continua a dedicarsi alla scrittura: compone I discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, che contengono riflessioni sulle origini di Roma e sulle ragioni che avevano reso la città così forte e potente, alcune commedie, tra cui ricordiamo La Mandragola del 1518. Nel 1519 i Medici finalmente lo incaricano di scrivere alcuni trattati: Machiavelli pubblica L’arte della guerra e le Historie fiorentine. Riprende a fare attività politica, ma nel 1527, i Medici vengono cacciati una seconda volta. Machiavelli muore nel pochi mesi dopo.

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La maggiore opera di Machiavelli: Il Principe

Il Principe è un’opera in cui Machiavelli sintetizza la sua riflessione sulle forme della politica. La scrive nel 1513, per invitare il nuovo signore di Firenze a unificare l’Italia e opporsi così ai francesi e agli spagnoli, che spadroneggiavano nella penisola. È un trattato scritto in volgare fiorentino è suddiviso in 26 capitoli in cui l’autore analizza:

  • i diversi tipi di principato;
  • le strategie necessarie per rendere un principato stabile;
  • le virtù e i comportamenti che il principe deve avere;
  • le cause e le ragioni delle sconfitte dei principi italiani.


Nel periodo dell’Umanesimo e del Rinascimento si assiste a una grande fiorire di trattati, opere in prosa incentrate sui diversi temi, dalla politica alla storia, dall’arte al costume. In particolare si diffonde un genere letterario chiamato speculum principis, espressione latina che significa specchio del principe, che tratta delle virtù, cioè le qualità positive del principe ideale. L’opera di Machiavelli, pur inserendosi in questa tradizione se ne allontana per il contenuto. Lo scrittore, infatti, separa in maniera netta l’ambito della morale da quello della politica.

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Il fine giustifica i mezzi: la teoria di Machiavelli

Il pensiero di Machiavelli può essere riassunto nella famosa frase “Il fine giustifica i mezzi“. L’autore ha l’idea che ci debba essere il mantenimento del potere per rafforzare lo Stato. Potendo scegliere l’uomo politico deve attenersi al bene ed essere leale e onesto. Perché la natura degli uomini è però malvagia, il Principe può essere obbligato a ricorrere a crudeltà e astuzie in difesa di un valore superiore: la creazione e la conservazione di uno Stato. Machiavelli si rende conto che l’azione di un politico dipende però in grande misura della fortuna, cioè dal caso: egli non può infatti né controllare nel prevedere tutte le circostanze. Ma proprio nell’affrontare questa fortuna potrà emergere quella che Machiavelli chiama virtù del principe. La politica consiste quindi in una continua lotta tra virtù e fortuna.
Per Machiavelli la politica ha due significati:

  • il primo è da considerare come una scienza, dove l’agire politico deve essere definito in modo rigoroso, descrivendone finalità e principi;
  • deve essere lontana dalla religione e dalla morale, altrimenti la pena sarebbe l’insuccesso.


La virtù proposta da Machiavelli ha poco a che vedere con l’idea di morale. Secondo il politico infatti il Principe deve avere virtù politica, cioè essere astuto e all’occorrenza riuscire ad usare la violenza per ottenere il suo scopo. Tra le virtù del Principe rientrano la forza e la capacità di convincere gli altri a dare il proprio consenso. Machiavelli paragona il principe ad una volpe e un leone: deve essere astuto e allo stesso modo ingannatore e violento. Il Principe astuto considera la religione come uno istrumentum regni, cioè un mezzo di organizzazione e consenso.

Machiavelli è convinto che i meccanismi politici si possano studiare scientificamente perché sono sempre gli stessi. Egli dunque sostiene le sue tesi sia con esempi tratti dalla storia a lui contemporanea, sia con esempi tratti dalla storia antica e in particolare romana, rivelando il suo spirito umanista. Il pensiero di Machiavelli incontra molte resistenze: viene accusato di immoralità e le sue opere sono censurate per molti secoli. Ma la loro diffusione è pari allo scandalo suscitato. Machiavelli diventa un punto di riferimento per pensatori politici moderni. L’aggettivo machiavellico o machiavellismo, che indica un comportamento privo di scrupoli, fondato sull’astuzia e il cinismo, è presente in tutte le lingue europee e testimonia la fama del segretario fiorentino.

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