Grammatica

Nomi primitivi, derivati, alterati e composti: quali sono e come riconoscerli

I nomi si classificano in primitivi, cioè che non derivano da nessun altro nome, derivati che derivano da un nome primitivo, alterati, formati da radice e suffisso e infine i nomi composti che derivano da due o più parole. Vediamo insieme le regole da seguire per la formazione di questi nomi all’interno delle frasi.

nomi derivati

I nomi primitivi e derivati: definiamo i concetti

Cosa sono i nomi primitivi? Sono nomi-base, cioè nomi che non derivano da nessun altro nome e sono formati solo dalla radice e dalla desinenza. Esempi di nomi primitivi sono ros-a /libr-o.
I nomi derivati invece hanno origine dalla radice di un nome primitivo, con l’aggiunta di un altri elemento che può essere un prefisso se precede la radice o un suffisso se la segue.

nomi primitivi

I nomi primitivi sono nomi-base, cioè nomi che non derivano da nessun altro nome e sono formati solo dalla radice e dalla desinenza. I nomi derivati invece hanno origine dalla radice di un nome primitivo, con l’aggiunta di un altri elemento che può essere un prefisso se precede la radice o un suffisso se la segue.

Una regola da ricordare è che un nome derivato pur avendo un legame di significato con il nome primitivo è una parola del tutto diversa dall’originale.
Un esempio è post-o (nome primitivo) da cui può derivare

  • avam-posto (derivato con prefisso)
  • post-eggio (derivato con suffisso)


I nomi alterati: cosa sono e come riconoscere i falsi alterati

Rientrano nella categoria dei nomi derivati anche i nomi alterati.
Quali sono i nomi alterati? Sono i nomi formati dalla radice di un nome primitivo e da un suffisso che ne va a modificare in parte il significato (rendendo il nome più grande, più piccolo, più grazioso o più brutto).
Si possono avere quattro specie di alterazioni. Ecco la classificazione con gli esempi di nomi alterati:

  • nomi alterati diminutivi: indicano piccolezza tramite i suffissi -ino -icino -etto -ello -icello (panino, orticello, libretto);
  • nomi alterati accrescitivi: indicano grandezza con i suffissi -one -accione (omone, omaccione);
  • nomi alterati vezzeggiativi: indicano grazia, gentilezza tramite i suffissi -uccio -olo -otto (lettucci, figliolo, orsacchiotto);
  • nomi alterati peggiorativi o dispregiativi: indicano cattiva qualità o disprezzo, utilizzando i suffissi -accio -astro -ucolo -iciattolo (ragazzaccio, omiciattolo, poetucolo).
nomi derivati e alterati

I nomi alterati sono i nomi formati dalla radice di un nome primitivo e da un suffisso che ne va a modificare in parte il significato. Si possono avere quattro specie di nomi alterati diminutivi, accrescitivi, vezzeggiativi, dispregiativi

Nella lingua italiana ci sono poi alcuni nomi definiti falsi alterati, nomi formati con gli stessi suffissi degli alterati, ma che in realtà hanno un proprio significato. Esempi di falsi alterati sono bottino (che non è un alterato di botte), lupino (che non è un nome alterato da lupo) o mattone (che non è un alterato di matto).
Spesso poi le sfumature di alterazione si combinano modificando il significato del nome, come nell’esempio che segue:
nomi alterati
Leggi anche: Le congiunzioni: quali sono, le funzione e le diverse forme

I nomi composti: definizione e classificazione

I nomi composti sono formati dall’unione di due o più parole come i nomi composti con porta (portaombrelli) o i nomi composti con dopo (doposcuola). Possono essere formati da diversi elementi grammaticali, come negli esempi di nomi composti che seguono:

  • nome + nome: cavolfiore;
  • nome + aggettivo: terracotta;
  • aggettivo + aggettivo: pianoforte;
  • aggettivo + nome: francobollo;
  • verbo + avverbio: posapiano;
  • avverbio + aggettivo: sempreverde;
  • preposizione + nome: sottopassaggio;
  • verbo + verbo: saliscendi o dormiveglia;
  • verbo + nome: cavatappi.


Leggi anche: L’interiezione o esclamazione: che cos’è e come si utilizza nelle frasi

Come si forma il plurale dei nomi composti? Regole ed esempi

Con i nomi composti è importante fare attenzione alla formazione del plurale, seguendo alcune regole precise.

  • Nei composti formati da nome + nome dello stesso genere diventa plurale il secondo nome: cavolfiore al plurale è cavolfiori.
  • Nei composti formati da nome + aggettivo entrambi diventano plurali: cassaforte/ casseforti.
  • Nei composti formati da nome + nome di diverso genere diventa plurale solo il primo nome: pescespada diventa pescispada al plurale.
  • Nei composti formati da verbo + nome diventa il plurale il nome se è maschile singolare, mentre negli altri casi il nome resta invariato nel plurale come negli esempi parafango/parafanghi, parapioggia/parapioggia.
  • Nei composti formati da aggettivo + nome si fa il plurale solo del nome: bassopiano/bassopiani.
  • I composti formati da verbo + verbo o da verbo + avverbio non modificano la forma al plurale come per le parole saliscendi o posapiano che restano uguali al plurale.


Nei nomi composti con capo, diventa plurale solo la prima parola come ad esempio capoclasse – capiclasse, capostazione – capistazione, con alcuni casi specifici come capolavoro – capolavori, capoluogo – capoluoghi.
Nel femminile i nomi composti al plurale restano invariati come caposala che al plurale resta caposala, con le eccezioni come la caporedattricele caporedattrici, la capocuocale capocuoche.

plurale nomi composti

Nei nomi composti con capo, diventa plurale solo la prima parola come ad esempio capoclasse – capiclasse. Nel femminile i nomi composti al plurale restano invariati come caposala che al plurale resta caposala, con le eccezioni come la caporedattrice – le caporedattrici, la capocuoca – le capocuoche.

Leggi anche: Il pronome: le caratteristiche e tutte le classificazioni dei pronomi

4.170 Commenti

Lascia un commento