Storia

La Seconda Guerra Mondiale: dall’operazione Barbarossa alla battaglia di Midway

In questa sezione dedicata alla Seconda Guerra Mondiale, ripercorriamo gli eventi che vanno dall’operazione Barbarossa alla battaglia di Midway. Un riassunto della Seconda Guerra Mondiale, perfetto per fissare al meglio i concetti e creare una mappa concettuale utile in vista di un’interrogazione.

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La Seconda Guerra Mondiale: l’Italia in crisi e la Germania vittoriosa

Il 1941 fu un anno favorevole ai tedeschi che invasero la Jugoslavia, la Grecia e la Russia. L’Italia invece perse l’Africa orientale. Nell’aprile 1941, i tedeschi attaccarono la Jugoslavia e in soli 12 giorni di lotta la conquistarono: poi proseguirono la loro rapida corsa contro la Grecia, che fu in breve tempo sopraffatta. Alla fine di aprile i due Paesi erano occupati: Creta venne conquistata il mese dopo dai paracadutisti.

L’operazione Barbarossa: Hitler contro Zukov

L’attacco all’Unione Sovietica da parte di Hilter fu uno dei più grandi scontri della Seconda Guerra Mondiale. Era stato lungamente meditato e segretamente predisposto. Hitler voleva impadronirsi delle risorse agricole e industriali e colpire a morte il regime comunista. Attaccò l’Unione Sovietica con l’intenzione di schiacciarla in poche settimane, per poi vincere l’Inghilterra. I tedeschi avevano sul fronte circa 180 divisioni, di cui 20 corazzate con 7000 carri armati e un’aviazione con 3200 aerei. I russi, da parte loro, schieravano un’imponente forza: 150 divisioni di fanteria, 54 brigate corazzate con 10.800 carri armati e 6000 aerei. Il 22 giugno 1941 l’artiglieria tedesca aprì il fuoco e le colonne corazzate tedesche dilagarono con stupefacente rapidità in territorio sovietico; le perdite sovietiche di uomini e di materiali furono enormi. Anche questa volta la Blitzkrieg aveva avuto successo.

In pochi mesi furono conquistate l’Ucraina, le Repubbliche baltiche e la Russia Bianca; i tedeschi erano alle porte di Leningrado e a soli 100 km da Mosca. L’operazione Barbarossa sembrava pienamente riuscita, poiché l’esercito sovietico era stato battuto. Ma proprio quando ebbe inizio la battaglia decisiva per la conquista di Mosca, l’inverno russo fece la sua comparsa: combattendo in condizioni climatiche tremende, con circa -50°, i tedeschi furono fermati dal maresciallo Zukov che il 6 dicembre diede inizio a una grande controffensiva. Le forze corazzate tedesche erano considerate fino ad allora invincibili: i sovietici poterono finalmente contrapporre i carri T 34, T 35, da 25 e 45 tonnellate, contro i quali l’artiglieria tedesca non poteva nulla, bombardieri dotati di armi e caccia efficientissimi. Così l’operazione Barbarossa si esauriva davanti a Mosca. Le perdite tedesche furono assai gravi.

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Il Giappone entra nella Seconda Guerra Mondiale contro gli Stati Uniti

La politica giapponese di espansione in Cina e nel sud-est asiatico aveva guastato i rapporti con gli Stati Uniti, i quali per rappresaglia avevano sospeso l’invio di petrolio, di ferro e di altri materie prime, necessarie alle industrie del Giappone. Ai capi politici e militari di Tokio parve ormai indispensabile far guerra agli Stati Uniti e all’Inghilterra, e lo fecero utilizzando la tecnica tipica dei regimi totalitari: inaspettatamente.

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L’attacco a Pearl Harbour, lo scontro del 7 dicembre 1941

La mattina del 7 dicembre 1941, senza alcuna precedente dichiarazione di guerra, una squadra aereo-navale giapponese attaccò la flotta americana, nella base di Pearl Harbour. L’attacco compiuto con mezzi aerei, navali e subacquei in perfetta coordinazione, ebbe effetti disastrosi per gli americani, che in due ore circa subirono enormi danni. Così ebbe inizio il conflitto nel Pacifico. Gli Stati Uniti scesero in guerra contro il Giappone e contro i suoi alleati del Patto Tripartito, la Germania e l’Italia. Ormai il conflitto aveva proporzioni mondiali. La macchina bellica degli USA era già in moto per capovolgere la situazione.

Ma intanto i giapponesi, che avevano messo fuori combattimento la flotta americana del Pacifico, avanzavano nell’Asia: conquistarono con rapidità l’Indocina, Hong Kong e nell’anno seguente si impadronirono di Singapore, delle Filippine, di Sumatra, di Giava, del Borneo e della Nuova Guinea. Restava ancora libera una parte della Cina, che era quella su cui esercitava il suo potere Chiang Kai-scek. L’India e l’Australia erano già minacciate. Il nuovo ordine nipponico fu inizialmente ben accolto dalle popolazioni asiatiche, in quanto le liberava dallo sfruttamento colonialistico europeo. Ma ben presto i giapponesi apparvero non più i liberatori ma i nuovi dominatori. L’invasione giapponese ebbe, tuttavia, il merito di aver avviato un processo irreversibile contro il colonialismo europeo.

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Il 1942, il quarto anno di guerra

Il 1942 fu un anno favorevole agli Alleati, che contrattaccarono su tutti i fronti nel secondo semestre dell’anno. Alla fine del 1942 si verificò il capovolgimento decisivo della guerra. Nel gennaio 1942 le forze italo-tedesche sferrarono una grande offensiva in Cirenaica, che ebbe esito positivo: le forze dell’asse penetrarono in Egitto in giugno e arrivarono a El Alamein a soli 80 km da Alessandria. Fu questo il punto di maggiore penetrazione in terra egiziana. In quei mesi la flotta italiana fu impegnato duramente a proteggere i convogli destinati alla Libia e ad attaccare i convogli nemici.

Nell’agosto 1942 un convoglio inglese formato da 60 navi, diretto a Malta, attaccato da unità leggere italiane, perse una porta aerei, due incrociatori e nove piroscafi: riuscì tuttavia a raggiungere la sua destinazione e rafforzarla. In ottobre le forze inglesi dell’ottava armata, comandata dal maresciallo Montgomery, iniziarono una controffensiva e travolsero le forze dell’Asse, inseguendole in Cirenaica e Tripolitania. La situazione si era capovolta. Forze angloamericane sbarcarono in Marocco e in Algeria, prendendo fra due fuochi le forze italiane e tedesche, che dopo mesi di resistenza furono costretti a capitolare.

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La battaglia di Stalingrado: la dura sconfitta dei tedeschi

Un attacco importante, durante la Seconda Guerra Mondiale, si ebbe sul fronte russo nella primavera del 1942, dove i tedeschi ripresero l’offensiva. Superarono il Don, si impadronirono di Rostov e puntarono a sud verso il Caspio, allo scopo di impadronirsi dei pozzi petroliferi di Baku e Batum, e ad est verso Stalingrado, una importantissima città industriale sul Volga. Hitler riteneva erroneamente che l’Unione Sovietica, senza il grano dell’Ucraina, senza le risorse petrolifere, senza la più importante via d’acqua, il Volga, e privata dell’attrezzatura industriale di Stalingrado si sarebbe arresa.

E invece fu una delle mosse più infelici di tutta la guerra, che condusse alla sconfitta più dure della storia militare tedesca. I tedeschi conquistarono la Crimea, penetrarono nel Caucaso, giunsero fino a Stalingrado: la città fu difesa casa dall’armata Rossa e dagli operai delle fabbriche. Poi tedeschi assediati furono avviluppati da una controffensiva sovietica, diretta dal maresciallo Zukov. I tedeschi resistettero disperatamente, ma nel febbraio 1943, decimata dal freddo e dalla fame, si arresero. La battaglia di Stalingrado si può forse considerare la più grande che si sia mai combattuta: essa cambiò definitivamente il corso della guerra.

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Il freno alla forza giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale

Sul fronte del Pacifico i giapponesi, che nella loro rapida spinta offensiva si erano spinti fino ai confini dell’India e dell’Australia, subirono nel maggio-giugno 1942 due gravi sconfitte navali: la prima nel Mar dei Coralli, la seconda nell’isole Midway, dove un importante convoglio navale giapponese fu individuato e in gran parte affondato. La situazione si era rovesciata. I giapponesi erano stati ormai definitivamente arrestati.

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