La prima fase della guerra: la campagna di Polonia
Il 23 agosto 1939 era stato firmato un patto decennale di non aggressione tra la Germania e l’Unione Sovietica: l’accordo suscitò grande stupore per la diversa organizzazione politica dei due Paesi. Sicuro sulla frontiera Orientale, Hilter chiese allora alla Polonia la cessione di Danzica, una città tedesca Occidentale con quella Orientale. La Polonia si rifiutò di accogliere la richiesta tedesca. Il 1 settembre ebbe inizio l’invasione tedesca della Polonia; le divisioni corazzate e l’aviazione da bombardamento piegarono in tre settimane l’eroica Polonia. In 48 ore l’arma aerea polacca venne annientata: la maggior parte dei suoi 500 aeroplani di prima linea furono distrutti nei loro aeroporti, prima che potessero prendere il volo.
In una settimana l’esercito polacco era stato sconfitto: la maggior parte delle sue 35 divisioni era stata distrutta o chiusa con una grande manovra di accerchiamento intorno a Varsavia. Si parlava di Blitzkrieg, guerra lampo. Il 3 settembre Inghilterra e Francia dichiararono guerra alla Germania, ma non portarono diretto aiuto alla Polonia. Intervenne invece la Russia, che il 17 settembre attaccò a sua volta la Polonia. Questa capitolava ed il suo territorio era spartito tra i tedeschi e russi. La libera Polonia cessava di esistere. Dopo circa un mese l’Unione Sovietica assalì la Finlandia, che resistette tuttavia con coraggio e la costrinse dopo una dura lotta a cederle dei territori di confine. Le repubbliche baltiche di Estonia, Lituania e Lettonia furono obbligate dalla Russia ad accettare la sua protezione e poi, nel 1940, a essere annesso definitivamente. Qual era intanto l’atteggiamento dell’Italia? Essa era legata alla Germania dal Patto di amicizia e di alleanza, il Patto d’acciaio: tuttavia rimase ancora fuori dal conflitto con il consenso di Hitler, dichiarandosi non belligerante.
Il secondo anno di guerra: la campagna scandinava e il crollo della Francia
Durante l’inverno 1939-1940 l’esercito francese, inglese e quello tedesco rimasero a riparo delle loro fortificate, la linea Maginot francese e la Sigfrido tedesca. Non si svolsero in quel tempo azioni militari di rilievo.
Nel 1940, dopo un anno dall’inizio della Seconda Guerra Mondiale, si susseguirono numerosi successi per la Germania: la Danimarca, la Norvegia, il Lussemburgo, l’Olanda, il Belgio, la Francia caddero sotto i colpi della Wermacht tedesca. Nella primavera del 1940 Hitler fece una mossa sorpresa, attaccò la Danimarca, che non oppose resistenza, e la Norvegia, che invece si batté per due mesi prima di rassegnarsi alla resa. In tal modo la Germania si assicurò i rifornimenti di ferro e basi utili per un futuro attacco alla Gran Bretagna. Poi il 10 maggio la macchina bellica tedesca si mise di nuovo in moto. I tedeschi invasero e conquistarono in pochi giorni l’Olanda, il Belgio e il Lussemburgo per prendere alle spalle le armate francesi, disposte lungo la linea Maginot.
L’azione riuscì perfettamente: 10 divisioni tedesche avanzando rapidamente verso la Manica, chiusero in un’immensa sacca gli Anglo-Francesi, che decimati riuscirono in parte a reimbarcarsi a Dunkerque. La Marina inglese fece miracoli per salvare dalla prigionia e dal massacro centinaia di migliaia di uomini, che risultarono preziosi per la difesa dell’Inghilterra e il proseguimento della guerra. Dopo Dunkerke le armate tedesche batterono in pochi duri scontri l’esercito francese: il 14 giugno i tedeschi occupano Parigi. Fu una sconfitta clamorosa che dimostrò l’eccezionale forze della Wermacht e l’impreparazione militare e morale della Francia. Il vecchio maresciallo Henri Pétain, uno dei generali vittoriosi della Prima Guerra Mondiale chiese l’armistizio. Il generale Charles De Gaulle, in Inghilterra, intanto organizzò l’esercito della «Francia libera» per continuare la lotta contro i tedeschi e ridare libertà alla Francia.
Leggi anche: La Seconda Guerra Mondiale: il mondo alla vigilia della Guerra
L’Italia entra nella Seconda Guerra Mondiale
L’Italia che l’inizio della Seconda Guerra Mondiale aveva dichiarato la sua non belligeranza entrò in guerra il 1 giugno 1944, contro la Francia e l’Inghilterra. Il paese era impreparato materialmente e moralmente ma Mussolini non volle perdere l’occasione di trarre vantaggio dalla sconfitta francese. Le operazione militare sulle Alpi occidentali durarono pochi giorni: il 24 giugno venne firmato l’armistizio con la Francia. All’Italia rimasero le valli della Savoia e del Nizzardo. La Francia sconfitta era divisa in due parti: quella settentrionale era sotto il controllo militare tedesco, mentre la parte meridionale rimaneva sotto l’amministrazione del governo di Vichy, retto da Pétain.
Leggi anche: L’Inghilterra e i suoi problemi: dalla questione irlandese al problema indiano
La campagna di Grecia: il primo errore degli italiani
Il 28 ottobre 1940, senza neppure preavvertire alleato tedesco, l’Italia dichiarò guerra alla Grecia. La campagna, che doveva essere una passeggiata militare, fu invece durissima. I greci si difesero con un accanimento e passarono all’offensiva penetrando in Albania. L’attacco italiano in Grecia fu un deplorevole errore, come ammise Hitler.
Leggi anche: La Germania nazista: l’inizio della dittatura di Hitler
La Battaglia d’Inghilterra: gli scontri da agosto a settembre 1940
Nonostante i numerosi morti che la Seconda Guerra Mondiale aveva già fatto, la Gran Bretagna continuò la sua lotta da sola: dalla sua resistenza dipendeva ormai il destino dell’Europa. Dopo la sconfitta della Francia, Hitler pensò di trattare con gli inglesi e fece vaghe offerte di pace, che vennero nettamente respinte dal Primo Ministro inglese Churchill. La Gran Bretagna era decisa più che vai a resistere e per piegarla bisognava invaderla. Il piano di invasione tedesco, che prese il nome di «Leone Marino», prevedeva due sbarchi, che avrebbero portato al suolo inglese una quarantina di divisioni, di cui sei di mezzi corazzati e tre motorizzate. Per effettuare vittoriosamente la gigantesca operazione bisognava avere una superiorità navale ed aerea.
In agosto l’alto comando tedesco martellò con terribili ed indiscriminati bombardamenti in Inghilterra: dovevano essere la preparazione e l’invasione vera e propria. L’aviazione inglese (RAF), per la superiorità tecnica, per la preparazione, l’abilità e il coraggio ostinato dei suoi piloti, inflisse terribili perdite all’aviazione tedesca (Luftwaffe) e al bombardamento di Londra seppe rispondere con il bombardamento di Berlino, proprio quando i tedeschi pensavano che l’Inghilterra fosse in ginocchio. Il piano tedesco d’invasione era fallito: tuttavia i bombardamenti delle città continuarono ancora da parte tedesca. Il 15 novembre fu completamente rasa al suolo la città inglese di Coventry; nacque così il tragico verbo «coventrizzare», per indicare la distruzione totale di un centro urbano e la strage delle sue popolazioni. Nella sua eroica lotta per resistere ai tedeschi, l’Inghilterra aveva ricevuto massicci appoggi dagli Stati Uniti, che iniziavano ad uscire dal loro isolazionismo.
Leggi anche: La repubblica di Weimar: il fallimento della repubblica tedesca e l’avvento di Hitler
La nascita del Patto Tripartito
Nel settembre 1940 la Germania, l’Italia e il Giappone firmarono a Berlino un Patto, che fu detto Patto Tripartito. In base a questo patto:
- la Germania avrebbe avuto l’egemonia in Europa
- l’Italia il dominio dei Mediterraneo
- il Giappone il controllo dell’Asia meridionale e insulare
Leggi anche: Date, mappe concettuali, video e schemi riassuntivi, per aiutarti a fissare al meglio i concetti di storia.