Letteratura

Cesare Pavese: vita, opere e poetica dell’autore

Chi è Cesare Pavese? Quali sono le sue opere maggiori e il suo stile letterario? Di seguito abbiamo raccolto molte informazioni su Cesare Pavese, in un riassunto accurato con tanti video informativi.

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Cesare Pavese: la vita dell’autore

Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo Stefano Belbo, paesino sulle colline delle Langhe, in provincia di Cuneo da una famiglia piccolo borghese. Laureatosi in lettere intraprende ben presto la carriera di insegnante. Cesare Pavese è poeta, narratore e direttore di un importante casa editrice di Torino, la Einaudi. Condannato al confine a Brancaleone Calabro, in quanto antifascista, Pavese non partecipa attivamente alla Resistenza ma la racconta nei suoi libri più celebri, come La casa in collina. Nel 1936 pubblica la sua prima raccolta di versi, Lavorare stanca e nel 1941 il romanzo breve Paesi tuoi.

Dopo la guerra si scrive al Partito Comunista Italiano e compone le sue opere migliori: del 1946 è il volume Feria d’agosto, del 1947 Compagno e Dialoghi con Leucò, e del 1949 i Racconti della bella estate di Prima che il gallo canti. Si toglie la vita a Torino poco dopo aver pubblicato il suo capolavoro, La luna e i falò (1950).

L’influenza del Neorealismo su Pavese

Come poeta e come intellettuale, Pavese è stato punto di riferimento per molti scrittori del Neorealismo. Nelle opere di Cesare Pavese ritroviamo infatti alcune delle caratteristiche fondamentali di questo movimento artistico e letterario:

  • l’esigenza di raccontare la realtà, con testimonianze e riflessioni sugli eventi della guerra e sulla vita delle classi popolari. Nel suo primo romanzo breve, Paesi tuoi del 1941, infatti Pavese narra dell’amicizia di un operaio e di un contadino delle Langhe;
  • la scelta di uno stile originale e incisivo, che ricorre ad un linguaggio semplice e asciutto e molte influenze dialettali.

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Cesare Pavese: la poetica e lo stile dell’autore

Cesare Pavese nella sua poetica riflette quella che è la sua personalità, segnata dal contrasto tra due momenti della sua vita: la fanciullezza, vista dall’autore come l’età della spensieratezza, e l’età adulta vincolata da una serie di doveri imposti dalla società. I protagonisti delle opere di Cesare Pavese sono spesso fuggiaschi, perché evadono dal contesto sociale in cui vivono, e nonostante abbiano una mente tormentata e dubbiosa, ricordano bene il profondo dramma della guerra. Nella sua narrativa Pavese descrive la realtà, con le sue problematiche e i suoi ambienti, ricorrendo all’uso di linguaggio asciutto, scarno ed essenziale, influenzato da espressioni dialettali e gergali. I temi principali della produzione letteraria di Pavese sono: il ricordo dell’infanzia, il bisogno d’amore, il fascino della morte, la nostalgia per la terra natia, il senso della forte solitudine.

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Riassunto delle maggiori opere di Pavese

Cesare Pavese fu autore di tantissimi racconti, romanzi, poesie, traduzioni, lettere e diari. Uno dei romanzi più celebri di Cesare Pavese è La casa in Collina (1948), romanzo del dopoguerra, pubblicato dalla casa editrice Einaudi. Pavese nel romanzo narra di un professore torinese, Corrado che dal lavoro in città, torna ogni sera in una villetta in collina a ripararsi dai bombardamenti notturni. Il suo atteggiamento chiuso sembra incrinarsi con l’incontro di un gruppo di persone, che pur condividendo con lui il rifugio della collina, sono allo stesso modo disposti a interessarsi al mondo là fuori. Corrado è attirato dalla loro vitalità, ma non riesce a superare il suo scetticismo; inoltre è molto interessato a quel gruppo di persone, in quanto tra esse c’è Cate, un suo antico amore. Mentre questo gruppo di amici, finirà per pagare dolorosamente la loro militanza, la soluzione finale sarà per lui solo quella della fuga, per quanto carica di umiliazione e di autentico dolore.

Ultima opera di Cesare Pavese, La luna e i falò, del 1950, ruota intorno al tema della dolorosa ricerca della propria identità. Protagonista e voce narrante del celebre romanzo è Anguilla. Abbandonato da bambino davanti a una chiesa e allevato in una cascina delle Langhe, Anguilla, una volta cresciuto, ha sconfitto la miseria andando a lavorare all’Estero. All’età di quarant’anni, torna al paese natale pensando di ritrovare il mondo che aveva lasciato ma ben presto capisce che tutto è cambiato fuorché la miseria. La Seconda Guerra Mondiale ha portato violenze e distruzioni ma la vita dei contadini resta dominata dal bisogno e dalla disperazione.

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