Letteratura

Umberto Eco: vita, opere e stile dell’autore

Chi è Umberto Eco? Quali sono sono state le sue maggiori opere e il suo pensiero? Di seguito abbiamo raccolto tante informazioni su Umberto Eco, in un riassunto chiaro con tanti video informativi, per conoscere al meglio l’autore.

umberto eco riassunto

Umberto Eco: la vita dell’autore

Umberto Eco nasce ad Alessandria nel 1932. Dopo la laurea in filosofia, conseguita con una tesi sull’ estetica di San Tommaso d’Aquino, lavora poi per i programmi culturali della RAI. Dal 1971 è docente di semiotica all’Università di Bologna e tiene corsi in numerose università americane. Negli anni sessanta escono i suoi primi volumi di semiotica, Opera aperta (1962) e Apocalittici e integrati (1964). L’intensa produzione saggistica successiva, approfondisce gli aspetti teorici della semiotica e delle strutture narrative. Tra i volumi dedicati a questi temi c’è La struttura assente (1968), Trattato di semiotica generale (1975), Lector in fabula (1979). Dal 1980 Eco affianca, alla scrittura saggistica quella narrativa con il romanzo Il nome della rosa (1980) cui sono poi seguiti Il pendolo di Foucault (1988) è L’isola del giorno prima (1994). Umberto Eco muore a Milano nel 2016.

Il mondo dei segni: Umberto Eco pensiero e semiotica

Umberto Eco modella il suo pensiero, sulle basi delle conoscenze del filosofo piemontese Luigi Pareyson, del quel Eco fu allievo. Secondo Umberto Eco non esiste univocità nella verità, poiché questa è funzione di continui processi interpretativi; dunque nell’interpretazione della realtà, la definizione dell’oggetto varia al variare del soggetto che lo interpreta e osserva. Umberto Eco amplierà il pensiero dell’interpretazione della realtà, nel concetto chiave della semiotica, il segno. Il legame tra la parola scritta o parlata, detta anche significante e l’oggetto reale a cui il segno si riferisce, ovvero il referente, è conservatore e convenzionale. Ne consegue che un’opera aperta, non sarà interpretata in modo univoco dai lettori, piuttosto il testo risulterà essere aperto a svariate interpretazioni; a differenza invece di un testo chiuso che porterà il lettore verso un’unica strada di interpretazione. Per Umberto Eco sono proprio le molteplicità di significati attribuiti dai lettori all’opera, a rendere il testo dinamico.

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Le maggiori opere di Umberto Eco

La teoria della molteplice interpretabilità dell’oggetto estetico, conduce Umberto Eco ad aderire alla storica neoavanguardia letteraria, Gruppo 63. Eco prima di dedicarsi alla narrativa, ha scritto numerosi saggi, tra questi: Opera aperta (1962) pubblicato dalla casa editrice Bompiani, saggio in cui l’autore riesce a spaziare dalla musica seriale alla letteratura; Lector in fabula (1979) in cui l’autore definisce il romanzo “macchina pigra”; Apocalittici e integrati (1964) in cui gli intellettuali sono distinti in apocalittici, ovvero coloro che demonizzano la società di massa, e in integrati, che vedono solo il buono della modernità. In queste prime opere di Umberto Eco, l’ironia è presente ma in forma lieve. Successivamente, essa diventerà protagonista del saggio di Umberto Eco, Diario minimo (1963) una raccolta di brevi opere ispirate all’attualità. Questo libro, tradotto in varie lingue è molto famoso per uno dei saggi intitolato Fenomenologia di Mike Bongiorno, opera in cui Umberto Eco descrive Mike Bongiorno, conduttore televisivo di gran successo.

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Riassunto del Nome della rosa di Umberto Eco

Grande capolavoro e best seller di Umberto Eco è senza dubbio Il Nome della rosa (1980). Il romanzo di Umberto Eco si apre secondo le regole del romanzo storico ottocentesco, con il ritrovamento di un manoscritto del XIV. Questo secolo porta l’autore, il monaco benedettino Adso da Melk, a ricordare alcuni gravi avvenimenti, cui ha assistito da giovane. Sono proprio questi avvenimenti, gli inspiegabili assassinii di sette monaci, a sviluppare la trama poliziesca del Nome della rosa. Guglielmo di Baskerville, il colto frate francescano e maestro di Adso, si porrà alla ricerca di tutti gli indizi utili come un vero detective. Se l’introduzione del romanzo, intitolata Naturalmente un manoscritto, svela al lettore che ci si trova davanti ad una parodia del romanzo storico, il seguito della narrazione confonde l’impressione iniziale; poiché Eco, si sposta dal romanzo storico al romanzo giallo, dai romanzi-saggio all’oscurità dei misteri dei romanzi gotici, rimandando infine ai sensi più nascosti che il lettore deve trovare da solo.

Proprio per questa mescolanza di piani narrativi, da quello alto, della sperimentazione letteraria a quello basso, del romanzo poliziesco il Nome della rosa di Umberto Eco si può definire un romanzo postmoderno. Il carattere postmoderno è dato dall’intento giocoso della parodia e dell’ironia, dall’eliminazione della differenza tra livello alto e uno basso, e dalla presenza dell’uno e dell’altro in una continua mescolanza di generi e scritture. Tutti questi aspetti sono ben rappresentati nel Nome della rosa, che li sappia riconoscere o no, il lettore può comunque trovare nel romanzo ciò che vuole: considerandolo un’opera “chiusa”, cioè con una sola possibilità di lettura (quella poliziesca), o “aperta” che offre cioè le più differenti modalità di lettura.

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Gli altri romanzi di Umberto Eco

La mescolanza dei generi narrativi è presente anche nei romanzi successivi di Umberto Eco. Tra i più celebri romanzi di Eco citiamo Il pendolo di Foucault (1988), romanzo costruito come un puzzle che allude alle trame occulte del terrorismo contemporaneo; L’isola del giorno prima (1994), è invece un romanzo ambientato nel Seicento, secolo di guerre, di ricerche geografiche e filosofiche; Baudolino (2000) e La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), romanzo ambientato nel Novecento e che conferma la tecnica delle citazioni e delle illustrazioni.

Nel 2010 è pubblicato il sesto romanzo di Umberto Eco, Il cimitero di Praga (2010), un nuovo giallo ambientato nell’Ottocento, tra Torino, Palermo e Parigi, seguito da Numero Zero (2015). Nel 2012 è stata invece pubblicata una versione rivisitata e corretta del Nome della rosa, in cui lo stesso Eco è intervenuto per eliminare ripetizioni ed errori presenti. La morte di Umberto Eco avviene nella sua stessa casa a Milano, il 19 febbraio del 2016, a causa di un tumore che lo aveva colpito due anni prima.

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