Storia

La prima rivoluzione industriale: le cause e le invenzioni

Stai cercando informazioni sulla prima rivoluzione industriale, un riassunto che ti aiuti a fissare bene i concetti fondamentali? Di seguito abbiamo raccolto informazioni e video utili per svolgere una ricerca sulla rivoluzione industriale completa. Tante notizie e video interessanti per conoscere le origini, le cause e le invenzioni della prima rivoluzione industriale.

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Riassunto sulla rivoluzione industriale: Origini e cause

Quando e dove inizia la rivoluzione industriale? La prima rivoluzione industriale si ebbe in Gran Bretagna nella seconda metà del XVIII secolo, precisamente tra la fine del ‘700 e il 1830, dove lo sviluppo e la trasformazione dell’industria manifatturiera diedero il via ad un fenomeno che passerà alla storia come rivoluzione industriale.
L’era industriale determinò un cambiamento nell’economia, nel mondo del lavoro, nel modo di vivere delle persone e nei consumi. Questi cambiamenti alla base dell’industria moderna riguardarono soprattutto la Gran Bretagna, mentre il resto dell’Europa dovette attendere ancora tempo prima di essere coinvolta.

Quali furono le cause della rivoluzione industriale?
La rivoluzione industriale nella storia iniziò con l’aumento della domanda di beni. Dal momento che le manifatture e gli artigiani non riuscivano più a soddisfare le esigenze della popolazione in crescita si sentì la necessità di introdurre apparecchiature che producessero di più, in minor tempo e con costi di produzione meno elevati. Iniziarono così a susseguirsi molteplici innovazioni tecniche che andarono a migliorare la produzione, al passo con lo sviluppo delle città.

Le invenzioni della prima rivoluzione industriale e le prime industrie

La maggior parte delle invenzioni interessarono soprattutto il settore tessile, per la forte richiesta di manufatti in cotone. Tra i primi, nel 1733 John Kay inventò la spoletta volante, uno strumento che rendeva più rapida l’attività della filatura, aumentando la quantità di filo del prodotto. Successivamente nel 1764 il tessitore James Hargreaves creò il filatoio meccanico a lavoro intermittente, denominato “giannetta“, che metteva in funzione contemporaneamente otto fusi. Nel 1769 invece Richard Arkwright creò il filatoio idraulico, che sfruttava la forza motrice dell’acqua e velocizzava il lavoro. Inoltre la qualità era migliore dato che il filato era più sottile e più robusto.
Altre importanti invenzioni del periodo furono:

  • Il telegrafo brevettato da Morse nel 1845 (a cui dobbiamo anche l’invenzione dell’alfabeto Morse);
  • Il cemento a presa rapida inventato da Parker nel 1824, inizialmente noto come cemento Parker o cemento romano;
  • La vulcanizzazione del caucciù realizzato da Charles Goodyear nel 1843.


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La scoperta più importante della prima rivoluzione industriale: la macchina a vapore

Con l’avvento delle macchine fu evidente che il loro funzionamento non poteva essere sostenuto dalla forza manuale. Si pensò di conseguenza di utilizzare l’energia prodotta dall’acqua, quindi le prime fabbriche sorsero nei pressi di corsi d’acqua, fiumi o canali, dove l’acqua era mossa dal mulino. L’energia idraulica non era però garantita tutto l’anno; in inverno infatti i fiumi gelavano mentre in estate restavano prosciugati. Per questo motivo fu necessario pensare ad una nuova fonte di energia.
Tra la fine del XVII secolo e nei primi decenni del XVIII secolo alcuni inventori crearono macchine capaci di sfruttare la forza del vapore, ma non si era rivelata efficiente. L’invenzione che più di tutte divenne il simbolo della 1 rivoluzione industriale fu la macchina a vapore, ideata nel 1769 da James Watt.

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Prima rivoluzione industriale: cosa ricordare Quando? nella seconda metà del XVIII secolo
Dove? prima in Gran Bretagna e successivamente nel resto dell’Europa. Perché? le cause furono: L’aumento della domanda di beni la forte crescita demografica, lo sviluppo delle città, il bisogno di creare macchinari al passo con i bisogni di produzione.

Questa nuova macchina era munita di una caldaia riempita d’acqua, fatta bollire tramite un processo di combustione che permetteva di creare un gran numero di vapore, regolato e incanalato per azionare meccanismi in modo da mettere in moto gli ingranaggi ad essi collegati.
Nel 1787 la macchina a vapore venne applicata ad un telaio meccanico che riuscì a produrre da solo una quantità di filo che in passato avrebbe previsto un gran numero di operai. La macchina di Watt si impose nella produzione industriale e rivoluzionò anche i trasporti, con la costruzione di locomotive e imbarcazioni.

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Lo sviluppo del settore siderurgico nell’anno della rivoluzione industriale

Con la diffusione di materiali agricoli e tessili aumentò durante la prima rivoluzione industriale la richiesta di produzione di ferro. Inizialmente per fondere il ferro nei forni veniva utilizzato come combustibile il carbone di legna. Ben presto però questo materiale iniziò a scarseggiare a causa dell’aumento della domanda di legname, per riscaldare le case e della deforestazione attutata per ottenere nuovi terreni coltivabili. Si decise quindi di utilizzare il carbone fossile, un minerale presente nel sottosuolo inglese, che portò all’apertura di numerose miniere. Il problema in questo caso era che il carbone presentava molte impurità che si potevano eliminare a temperature assai elevate e con l’utilizzo di energia. Nel 1709 l’inglese Abraham Darby ottenne il coke, un combustibile fossile, un carbone fossile purificato tramite un procedimento particolare. Durante la combustione del coke i forni arrivavano ad altissime temperature. Venivano così prodotti ghisa e acciaio, due leghe di metallo realizzate dalla fusione del ferro con il carbonio. Pertanto, la produzione siderurgica conobbe un grande incremento di ferro e diventò con la macchina a vapore un simbolo della rivoluzione industriale.

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Oltre la rivoluzione industriale: la rivoluzione agricola e demografica

Nell’anno della rivoluzione industriale ci fu un’altra importante rivoluzione, quella agricola, dovuta a diversi fattori:

  • l’aumento delle terre a disposizione, dopo la fine del feudalesimo;
  • la scoperta di nuove tecniche agricole come la rotazione triennale;
  • l’utilizzo di nuove importanti macchine che riducevano il lavoro manuale.

La rivoluzione industriale e la rivoluzione agricola sono strettamente collegate, dovute entrambe ai profondi cambiamenti del 1700, con un amento non solo del tasso di natalità, ma anche grazie alla diminuzione del tasso di mortalità.
Accanto alla rivoluzione agricola ci fu poi la rivoluzione demografica. Si passò dai 6 milioni di abitanti a circa 14 milioni durante tutto il periodo della rivoluzione, con un aumento della natalità. Contribuirono a migliorare la qualità della vita poi, una maggiore stabilità politica e il progresso della società inglese, che diventava sempre più innovativa.

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Cambia la società e nasce il proletariato urbano

Con la rivoluzione industriale il lavoratore divenne operaio, passando da lavorare nelle case o nelle botteghe, a svolgere il proprio lavoro in fabbriche vere e proprie, dove le operazioni da svolgere erano suddivise tra i vari uomini, dove era l’uomo a piegarsi agli orari della macchina. Con l’avvento delle industrie l’attività lavorativa ridisegnò la topografia della città, portando i lavoratori a spostarsi nei centri urbani, mentre la campagna cambiava la sua coltura in base alla richiesta della popolazione. Lo sviluppo delle industrie aumentò però il fenomeno dello sfruttamento minorile e il lavoro delle donne, costretti a lavorare a ritmi sovraumani. Spesso poi gli operai, che per questioni comodità si spostavano nelle città, erano costretti a vivere ammassati in case fatiscenti, creando dei veri e propri quartieri operai.


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