La dinastia Giulio Claudia: chi sono gli imperatori?
La dinastia Giulio-Claudia inizia con il figliastro del primo imperatore romano Ottaviano Augusto.
Viene definita dinastia Giulio Claudia perché il primo imperatore della dinastia Tiberio era nato dal primo matrimonio della seconda moglie di Augusto, Livia Drusilla e un aristocratico della gens Claudia, mentre il re Augusto proveniva dalla gens Iulia.
Gli esponenti della dinastia Giulio-Claudia furono:
- Tiberio, in carica dal 14 d.C al 37 d.C.;
- Caligola, al potere dal 37 d.C. al 41 d.C.;
- Claudio, zio di Caligola in carica dal 41 d.C. al 54 d.C;
- Nerone, ultimo esponente al potere dal 54 d.C. al 68 d.C.
Tiberio imperatore, riassunto del suo periodo di dominio
Prima di morire, l’imperatore Augusto designò come successore il figlio della seconda moglie Livia che lui aveva adottato. Tiberio, successore di Ottaviano Augusto decise di accettare ma senza prendere la carica di imperator o di pater patriae. Una volta salito al potere Tiberio come imperatore seguì tre obiettivi:
- consolidare le tradizioni romane mostrandosi ostile ai modelli orientali e contro il culto della persona. In questo modo si conquistò il favore dei conservatori;
- svuota le istituzioni repubblicane dei loro poteri, conferisce poteri ai prefetti e ai legati alle sue dipendenze, rafforzando in questo modo il suo potere su di loro;
- porta avanti una politica estera non espansionistica: controlla le frontiere, reprime le rivolte e limita le spese dello stato.
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Età Giulio-Claudia: il re Caligola
Gaio Giulio Cesare Germanico soprannominato Caligola, per i calzari militari indossati fin da bambino, salì al potere a 25 anni per volere dello zio Tiberio. Caligola esercitò il potere in modo dispotico accorpando su di sé il pieno controllo. Viene ricordato per essere stato uno tra i più crudeli degli imperatori della dinastia Giulio Claudia
I suoi obiettivi erano:
- imitare i modelli orientali, specie nel divinizzare l’imperatore. Per realizzare questa idea impose in tutto l’impero il culto dell’imperatore, scatenando ribellioni nel popolo.
- conquistare il favore delle classi popolari elargendo ai soldati e ai cittadini cariche ed onori, a discapito delle casse dello Stato;
- diminuire il potere dell’imperatore, arrivando persino a nominare il suo cavallo senatore (il famoso cavallo Incitatus, che non divenne mai in realtà console)
Caligola fu ucciso nel 41 d.C in una congiura dei pretoriani, insieme alla moglie e alla figlia, e il suo corpo fu dato alle fiamme.
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Claudio, imperatore romano zio di Caligola
Dopo l’assassinio di suo nipote Caligola, Claudio venne nominato nuovo re della dinastia Giulio Claudia. Inizialmente il senato si riunì per ristabilire la repubblica ma poi i pretoriani acclamarono Claudio come nuovo re, con l’appoggio del popolo. L’imperatore era cagionevole di salute e balbuziente ma molto colto e intelligente e governò in modo oculato.
La sua line politica seguiva i seguenti obiettivi:
- riorganizzare l’amministrazione imperiale scegliendo i funzionari anche tra i liberti e concedendo la cittadinanza anche ai provinciali e facendo eleggere al senato anche i nobili galli. In questo modo però sminuì l’autorità del senato ma favorisce l’integrazione dei provinciali a Roma;
- estendere i suoi domini, conquistando la Tracia che divenne provincia romana, annettendo la Mauritiana e conquistando la Britannia, favorendosi così il favore dell’esercito.
Alla storia sono passate non solo le gesta dell’imperatore Claudio, ma anche le sue due mogli Messalina e Agrippina, la prima uccisa in una congiura forse per volere dello stesso marito, la seconda invece convinse Claudio ad adottare Nerone, figlio di un precedente matrimonio. Secondo la storia fu proprio Agrippina ad uccidere Claudio, avvelenandolo nel 54 d.C., per far salire al potere il figlio Nerone.
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Nerone, imperatore romano persecutore dei cristiani
Nei primi anni di governo Nerone fu influenzato dal filosofo Seneca, che aveva come obiettivo quello di equilibrare i poteri nello stato, dividendo i poteri e dal pretorio Afranio Burro. Questa periodo di tranquillità fu però scosso dagli scontri tra la madre di Nerone, Agrippina e Seneca.
Ben presto però Nerone portò avanti una serie di delitti: fece uccidere la madre, il figli di Claudio, Britannico, e Messalina, la prima moglie di Claudio. Inoltre avviò una politica di terrore che portò all’uccisione delle mogli Ottavia e Poppea e di Seneca, il suo mentore. Inoltre dilapidò le finanze pubbliche organizzando giochi e spettacoli nei quali si esibiva in prima persona come poeta.
Nel 64 d.C. un grave incendio bruciò Roma e Nerone cercò di aiutare trovando case per i senza tetto e stabilendo regole per costruire edifici. Erroneamente però Nerone si appropriò di un terreno già bruciato dove costruì la domus aurea. Da questa azione nacque la diceria secondo la quale l’incendio di Roma fosse stata un’idea di Nerone per conquistare il terreno. Di contro Nerone trovò come colpevoli i cristiani, dando inizio alle prime persecuzioni contro di loro.
In politica estera Nerone si occupò dello scontro contro i Parti. Entrambi combattevano per possedere l’Armenia, punto di controllo per i commerci con l’Asia. Nerone nel 67 d.C. intraprese un viaggio in Grecia mentre a Roma i suoi nemici tramavano contro di lui. Rientrato a Roma si ritrovò a sedare una ribellione di legionari e senatori che lo vedevano come nemico pubblico. Nerone, rimasto solo si rifugiò in casa di un liberto e si suicidò.
Gli obiettivi politici di Nerone prevedevano:
- l’imitazione dei modelli orientali, con la divinizzazione dell’imperatore e del potere imperiale da lui incarnato. Per perseguire questo obiettivo impose in tutto l’impero il culto dell’imperatore e la celebrazione dei Neronia, giochi celebrativi del re. Questo portò però alla disapprovazione da parte del senato e all’indebolimento del governo;
- la conquista delle classi popolari, esibendosi in pubblico, ricostruendo Roma e effettuando la riforma monetaria. In questo modo però diminuì il potere delle classi più ricche e aumentando l’opposizione nobiliare.
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