Letteratura

I Promessi sposi: riassunto e analisi dell’opera

Di seguito abbiamo raccolto tante informazioni sui Promessi sposi, il capolavoro di Alessandro Manzoni. La trama, la lingua scelta, le diverse edizioni e i temi affrontati nell’opera. Tutte le informazioni sui Promessi sposi, in un riassunto utile per poter conoscere al meglio il famoso romanzo storico.

promessi sposi

Analisi dei Promessi Sposi, il capolavoro di Manzoni

Quando Manzoni inizia a scrivere i Promessi sposi, il genere letterario del romanzo storico, era nato da pochi anni e aveva ottenuto molto successo in tutta Europa, grazie alle opere dello scrittore Walter Scott. Alessandro Manzoni adotta questo genere perché intende rivolgersi a un pubblico molto ampio, con un’opera capace di toccare le coscienze e trasmettere un messaggio morale. Il romanzo storico è un componimento misto di storia e di invenzione: la vicenda, frutto della fantasia dello scrittore, si svolge in un’epoca precisa, ricostruita nei dettagli. Quest’epoca non è solo lo sfondo su cui si muovono i personaggi ma condiziona la vicenda che non potrebbe svolgersi in un altro periodo storico.

I fatti storici documentati si mescolano così all’invenzione dello scrittore, che hanno un carattere di verosimiglianza: le storie non sono accadute ma sarebbero potute accadere proprio così. Per accentuare questo effetto di verosimiglianza Manzoni finge di ricavare la storia da un antico manoscritto del Seicento di un autore anonimo che si è ispirato ad avvenimenti reali. Purtroppo questo immaginario autore ha scritto in una lingua talmente scorretta e retorica che Manzoni si sente in dovere di riscrivere il suo testo, verificando sui documenti i fatti narrati. L’invenzione di un autore anonimo del Seicento è anche uno stratagemma per poter criticare senza il rischio di venire accusato di tradimento gli stranieri che ancora al tempo di Manzoni occupavano l’Italia: il parallelo tra gli oppressori di ieri (gli spagnoli) e quelli dell’Ottocento (gli austriaci) era comunque evidente ai contemporanei di Manzoni.

I Promessi sposi: riassunto dell’opera

Dove sono ambientati i Promessi sposi? L’opera ambientata in Lombardia, tra il 1628 e il 1630, ha come protagonisti Renzo Tramaglino e Lucia Mondello, due giovani popolani che devono sposarsi, ma il signorotto del paese Don Rodrigo, invaghito di Lucia, ha scommesso di riuscire a sedurla. Per questo vorrebbe impedire il matrimonio e intima Don Abbondio a non celebrarlo. Renzo  e Lucia, aiutati da Padre Cristoforo tentano di far celebrare il matrimonio per forza, ma il loro tentativo fallisce. La coppia è quindi costretta a fuggire. Lucia e la madre Agnese si rifugiano in un monastero a Monza, Renzo invece si reca a Milano dove verrà coinvolto nei tumulti popolari. Intanto Lucia viene rapita dal convento dalla monaca di Monza che la consegna agli uomini dell’Innominato, un prepotente signore a cui Don Rodrigo si è rivolto per portare a termine il piano.

Nel castello l’Innominato aiutato da Lucia si pente delle sue scelleratezze e libera la ragazza. L’incontro con il Cardinale Federico Borromeo confermano all’Innominato il suo intento di cambiare vita. Intanto a Milano scoppia la peste, Renzo approfitta dei tumulti per scappare dalla città e cercare Lucia, che intanto si trovano nel lazzaretto, ospedale pubblico dove è ricoverata insieme ad altri appestati. La donna è in via di guarigione ma un nuovo impedimento si contrappone tra i due innamorati: il voto fatto da Lucia alla Madonna, durante la notte del rapimento, di non sposarsi se fossi uscita viva. Padre Cristoforo però la scioglie dal voto e conduce Renzo al capezzale di Don Rodrigo morente. La peste si placa e dopo tante vicissitudini Renzo e Lucia diventano marito e moglie.

Leggi anche: I Promessi Sposi: analisi dettagliata dei personaggi

I Promessi sposi: i temi dell’opera

Se dovessimo spiegare i Promessi sposi in 10 minuti, andando oltre la trama dell’opera e concentrandoci sulla composizione, potremmo dire che i temi sui quali Manzoni si concentra sono tre:

  • la rivalutazione degli umili: Manzoni compie una scelta molto originale scegliendo come protagonisti del suo romanzo due popolani. I personaggi, appartenenti alle classi umili, erano ben presenti nella letteratura italiana, naturalmente, e pochi decenni prima erano stati protagonisti delle commedie di Goldoni, ma nel caso di Goldoni si trattava di vicende comiche che toccavano temi sociali e psicologici in chiave leggera. Manzoni invece costruisce intorno ai personaggi dei Promessi sposi, Renzo e a Lucia, una vicenda che tocca i grandi temi tragici e filosofici: la giustizia, la storia, il conflitto tra il bene e il male, la presenza di Dio nella vita degli uomini.

  • la fiducia nella Provvidenza: la Provvidenza divina ha nel romanzo un ruolo di grande importanza. Manzoni infatti è convinto, come scrive nell’Adelchi, che nel mondo non resta che far torto o patirlo; gli esseri umani sono vittime del peccato o delle loro debolezze; solo l’intervento di Dio permette al bene di trionfare sul male e il lieto fine.
  • il ruolo della cultura: un altro tema importante del romanzo riguarda la cultura de il ruolo degli intellettuali. Renzo sa leggere a malapena, mentre Lucia è analfabeta, la loro ignoranza li rende deboli e di questa debolezza si approfittano spesso coloro che sanno leggere e scrivere. Perfino Don Abbondio anziché mettersi al servizio dei suoi parrocchiani tenta di usare il latino per confondere le idee al povero Renzo, vittima della prepotenza di Don Rodrigo. Per Manzoni il compito dell’intellettuale è usare la cultura per diffondere la verità che nel suo caso coincide con la verità cristiana e per aiutare gli oppressi contro gli oppressori. In questo atteggiamento la visione cristiana e quella illuministica si uniscono: gli ideali di libertà, uguaglianza e giustizia sociale, emersi durante la rivoluzione francese si uniscono all’elemento democratico presente nel cristianesimo, che considera tutti gli uomini uguali e quindi dotati di dignità e valore.


Leggi anche: Ugo Foscolo: riassunto della vita e delle opere

L’ambientazione dei Promessi sposi e la lingua scelta da Manzoni

Manzoni, come tutti gli autori della letteratura romantica sente il desiderio di rivolgersi ad un pubblico molto numeroso. I romantici vogliono rivolgersi al popolo cioè alle classi medie, non così ignoranti da essere escluse dalla letteratura, ma neanche troppo legate alla tradizione. Per rivolgersi al popolo Manzoni non può usare la lingua letteraria che lui stesso ha impiegato nelle poesie e nelle tragedie. Deve quindi trovare una lingua che fosse comprensibile a tutti, capace di diventare la lingua dell’Italia unita. Manzoni (che nella vita quotidiana parla il francese e l’italiano), si persuade che queste lingue sia il fiorentino parlato dalla classe colta. Quindi Manzoni non sceglie il fiorentino antico dei grandi scrittori del Trecento, né il fiorentino delle classi popolari, ma quello usato dalla borghesia nella comunicazione quotidiana.
L’italiano che parliamo oggi deve molto alle scelte di Manzoni, anche perché i Promessi sposi sono stati per due secoli un’opera molto letta nelle scuole, che hanno quindi influenzato sia gli scrittori sia il modo di parlare dell’italiani.

Leggi anche: Vincenzo Monti: riassunto sulla vita e le opere dell’autore

I Promessi sposi: il testo e le precedenti edizioni

La composizione del romanzo si articolò in tre diverse fasi:

  • la prima stesura non fu mai pubblicata; composta tra il 1821 e il 1823 si intitolava Fermo e Lucia e in alcuni punti (come quello relativo alla relazione della monaca di Monza con l’amante Egidio) assumeva toni macabri o scabrosi;
  • successivamente Manzoni rielaborò la struttura dell’intera opera, cambiando molti elementi della vicenda e riscrivendo diversi punti, arrivando alla prima edizione con il nuovo titoli, i Promessi sposi nel 1827;
  • nel passaggio dall’edizione del 1827 all’edizione del 1840 e 42, Manzoni sottopose il romanzo solo ad una revisione della lingua, di importanza fondamentale per lui.


Leggi anche: In questa sezione troverai tantissime informazioni su tutti i maggiori autori della letteratura italiana