Letteratura

Grazia Deledda: vita, opere e poetica dell’autrice

Chi è Grazia Deledda? Quali sono state le sue maggiori opere e il suo pensiero? Di seguito abbiamo raccolto tantissime informazioni sulla scrittrice sarda e prima donna a vincere il premio Nobel per la letteratura. Un riassunto accurato su Grazia Deledda, con tanti video informativi.

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Grazia Deledda: la vita dell’autrice

All’inizio del Novecento il romanzo realistico e naturalistico dell’Ottocento entra in crisi. In Italia gli scrittori che pongono le basi per un nuovo tipo di romanzo sono Grazia Deledda, Italo Svevo e Luigi Pirandello. Grazia Deledda è una scrittrice italiana, nata a Nuoro, in Sardegna nel 1871 da una famiglia agiata. I sui studi si svolsero da autodidatta, e si appassionò ad autori quali Hugo, Dumas, Manzoni e Verga. Nel 1899 Deledda conobbe il mantovano Palmiro Madesani, suo futuro marito, e dopo il matrimonio si trasferì con lui a Roma. Già da giovanissima iniziò a scrivere novelle e romanzi. Nel 1903 pubblica il romanzo Elias Portolu, che ottenne subito un gran successo, e a questo ne seguirono molti alti. Negli anni tra il 1904 e il 1913 infatti, pubblica moltissimi libri e opere teatrali: tra cui Anime oneste, Dopo il divorzio, Cenere, Canne al vento, La madre, e il testo teatrale L’ederaGrazia Deledda vince il premio Nobel per la Letteratura nel 1926. Muore a Roma nel 1936 per un tumore al seno.

La donna simbolo della rivoluzione: Grazia Deledda

L’Ottocento è un secolo di grandi rivoluzioni in ambito sociale, politico ed economico. In una realtà di profondi cambiamenti, accanto allo sviluppo industriale e all’evoluzione delle città, emerge una nuova figura: la donna. Questa ha sempre avuto un ruolo marginale nella società, non si è mai parlato del lavoro estenuante delle domestiche, o delle giovani donne costrette a prostituirsi, piuttosto la donna, è sempre stata vista nel ruolo di madre o moglie. Maria Grazia Deledda è un simbolo di rivoluzione e lotta per l’emancipazione, in Sardegna come in Italia. È stata la prima donna ad aver ricevuto il Nobel per la letteratura e ad aver arginato i pregiudizi della società patriarcale dell’epoca. Grazia Deledda nei suoi libri infatti, rappresenta la tragica condizione femminile.

L’autrice dunque, si fa portavoce della creatività delle donne, incoraggiandole ad uscire dagli stereotipi del passato, per poter diventare lettrici e scrittrici. La lotta per l’emancipazione femminile è descritta nei suoi libri e si concretizza  poi in congressi e conferenze. Nel 1908 infatti, Grazia Deledda a Roma partecipa attivamente al primo Congresso Nazionale delle donne italiane, per la partecipazione femminile alla vita sociale. Maria Grazia Deledda pone le basi del femminismo, grazie alla sua penna, modella la letteratura donandole un tocco “rosa”, attraverso la celebrazione di temi quali l’educazione, la libertà e la dignità.

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Pensiero e poetica di Grazia Deledda

Grazia Deledda per la sua narrativa prende spunto dal Verismo, nei suoi romanzi infatti, dedica molta attenzione alla vita interiore dei personaggi, alle loro credenze e ai loro sogni. Come accade nel racconto L’incantesimo, ambientato tra i pastori e i contadini della Sardegna, descrive gli usi e i costumi della tradizione . Anche se la sua formazione culturale si colloca nel mezzo tra il Decadentismo e il Verismo, a differenza di Verga, Grazia Deledda nelle sue opere non ricorre alla rappresentazione oggettiva della realtà bensì a quella soggettiva. Le principali caratteristiche definite da Grazia Deledda nelle poesie e nelle sue opere sono:

  • la società patriarcale della sua amata Sardegna;
  • il bene e il male nella vita religiosa;
  • il fato come forza superiore che governa il destino dell’uomo;
  • la donna, come simbolo di forza e vigore ed espressione della libertà.

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Riassunto delle maggiori opere di Grazia Deledda

La produzione letteraria dell’autrice è molto vasta; Grazie Deledda nelle opere quasi sempre fa riferimento alla sua amata patria, la Sardegna. Il suo esordio avviene all’età di soli 17 anni con, Sangue Sardo (1888), un racconto che parla di una donna che non accetta che l’uomo di cui è innamorata, voglia sposare sua sorella piuttosto che lei. A seguire, sempre in giovane età scrive, Memorie di Fernanda (1889) in cui vengono descritte storie di amori, passioni e intrighi famigliari. Tra i romanzi famosi, Canne al vento (1913) è l’opera di maggior successo della scrittrice. In questo celebre romanzo di Grazia Deledda si evidenzia la forza di volontà del “sesso debole” attraverso il racconto di una giovane donna, Lia, che sfugge al suo destino.

Altri romanzi di successo sono Elias Portolu (1903), Cenere (1904) e La Madre (1919). In quest’ultima opera, Deledda racconta di un giovane parroco, Paulo che si innamora perdutamente di Agnese, ma la madre di Paulo, per paura dello scandalo, lotta con tutte le sue forze affinché la relazione si interrompa. Noto romanzo teatrale della Deledda è, L’Edera (1907); una storia avvincente in cui la protagonista Annesa, accolta da bambina nella famiglia Decherchi, sacrifica la sua esistenza per il bene dei suoi benefattori.

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