Storia

La nascita del Socialismo, l’industrializzazione in Russia e lo Stalinismo

Analizziamo lo Stalinismo e tutti gli eventi che caratterizzarono la dittatura di Stalin. Lo sviluppo del socialismo in Russia e le diverse azioni politiche di Stalin per modernizzare la Russia. Una sintesi del regime stalinista con video informativi utili per ripetere magari in vista di un’interrogazione.

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Lo sviluppo del socialismo e l’industrializzazione in Russia

Nel corso degli anni 1928 1929, l’URSS compie una svolta decisiva dando inizio all’industrializzazione del paese. Non si tratta solo di creare un’economia potente, ma di fondare una nuova società, una società socialista. La potenza economica è un mezzo, non un fine. Inizia dunque l’impresa che non era mai stata tentata in nessun luogo prima d’ora, la costituzione di un’economia fondata sul piano nazionale. La pianificazione si estende a tutti i campi della vita sociale e ogni sovietico si trova così di fronte alle mete ben precise, che deve cercare di raggiungere e se possibile oltrepassare.

La prima azione della politica di Stalin: la collettivizzazione delle terre

La collettivizzazione delle terre è un caposaldo della edificazione del socialismo, poiché deve permettere di aumentare la produzione e di assicurare così il sostentamento degli operai, il cui numero aumenta di giorno in giorno. Tuttavia la situazione dell’agricoltura è poco favorevole. Per questo occorre spingere i contadini a riunire le proprie terre in grandi fattorie collettive, i kolchoz. Abolendo la proprietà privata della terra, questa collettivizzazione permetteva di realizzare il socialismo nelle campagne. Alcune cooperative si erano già venute costituendo spontaneamente, quando le difficoltà di approvvigionamento  nel 1928 spingono Stalin a decretare la collettivizzazione, prima che i contadini fossero preparati a ciò e prima che la produzione dei trattori avesse raggiunto un livello sufficiente. Condotta in modo rozzo la collettivizzazione si scontra con la resistenza passiva o violenta della gente contadina, determinando una grave carestia gli anni 1933-1935, che costa la vita a diversi milioni di uomini: il miglioramento della produzione è quindi compromesso.

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Durante lo Stalinismo si dà priorità all’industria pesante

Con lo Stalinismo, termine usato per indicare la politica di Stalin dal 1924 al 1953, tre piani si succedono, ma l’ultimo sarà interrotto dalla guerra nel 1914. Malgrado le difficoltà, l’industria si sviluppa secondo ritmi mai raggiunti prima. L’industria pesante riceve una precedenza assoluta, anche se a scapito della produzione di beni di consumo. Enormi aziende vengono edificate, nuove città nascono nei territori orientali: la geografia economica del paese viene modificata. Durante questi anni tutto il popolo compie uno sforzo gigantesco per recuperare un ritardo secolare. È un’impresa faticosa e allo stesso tempo impellente, che si accompagna tuttavia a una grave entusiasmo: da tutto ciò prende vita una nuova società.

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La dittatura staliniana e la società proposta durante il socialismo

La dittatura di Stalin permette all’URSS arretrata di entrare a far parte del mondo moderno. Ma se il successo economico è reale, la società socialista sotto la dittatura di Stalin sembra abbastanza diversa da quella progettata da Marx e da Lenin. La maggioranza della popolazione è formata ancora dai contadini, che nei kolchoz videro migliorare il proprio tenore di vita. Tuttavia, il numero degli operai va rapidamente crescendo e passa da 11 milioni del 1928 ai 34 milioni del 1940. Gli operai affluiscono nelle città, che purtroppo rasentano scarsità di alloggi e approvvigionamento spesso insufficiente.

Secondo la dottrina sovietica la classe operaia doveva esercitare il potere in seno ai soviet tramite la partecipazione di tutti lavoratori alla vita politica e alla direzione dello Stato, ma la guerra civile e la mancanza di educazione politica della popolazione infirmano questo tentativo. In realtà il partito comunista che detiene il potere in nome della classe operaia e, all’interno del partito, il segretario generale che è Stalin. Come nelle riunioni di partito, così all’esterno le deviazioni sono proibite e vige l’unanimità. Intorno a Stalin si costituisce il culto della personalità. Il potere viene esercitato dall’alto al basso tramite direttive che i funzionari sempre più numerosi sono incaricati di far applicare.

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Stalin, l’oppressione e il modello stakanovista

Con lo sforzo d’industrializzazione la gerarchia e la disciplina tornano in auge: “I quadri decidono” tutto proclama Stalin. A partire dal 1934, allo scopo di escludere ogni opposizione, viene rafforzata la repressione e per questo motivo la polizia politica assumerà un ruolo di importanza sempre crescente. Vengono organizzati anche grandi processi in cui i vecchi bolscevichi, compagni di Lenin, sono accusati di tutti i crimini e sono condannati a morte. Molti capi militari, funzionari di partito e scrittori vengono giustiziati o inviati senza processo nei campi di lavoro. Ma l’oppressione non esclude l’entusiasmo in una larga parte della popolazione: industrializzare significa proseguire l’opera della rivoluzione, cioè cambiare il mondo.

Viene molto incoraggiato lo spirito di emulazione e i lavoratori modello per la loro operosità, gli stakanovisti, ben pagati, ricevono gli elogi della stampa e dei dirigenti. Nello stesso tempo viene compiuto uno sforzo considerevole nel campo della scolarizzazione: di esso gli operai sono i primi a beneficiare. Nonostante l’industrializzazione, la società sovietica differisce dalla società occidentali in un certo numero di aspetti, i più significativi dei quali sono l’esaltazione del ruolo del lavoratore manuale, le non grandi differenze di salario degli operai e dirigenti, l’uguaglianza dei cittadini riguardo l’educazione.


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