Storia

L’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale: i governi De Gasperi

Come appare l’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale? Di seguito abbiamo raccolto tantissime informazioni sulla politica italiana del secondo dopoguerra, con il governo De Gasperi. Una sintesi delle azioni portate avanti dai partiti nati dopo la Seconda Guerra Mondiale, e tutte le operazioni attuate per cercare di risanare l’economia italiana.

de gasperi

Dalla fine del conflitto alla costituzione repubblicana

Alla fine del conflitto, le condizioni dell’Italia erano veramente tragiche. La guerra aveva distrutto abitazioni, fabbriche, strade, linee ferroviarie, ponti. Scarseggiavano il cibo e le materie prime fondamentali.
E le condizioni morali del Paese non apparivano migliori. Tuttavia, nella tragedia, la vitalità del nostro popolo non venne mai meno e con essa la fiducia di risalire e di costruire nella libertà il suo destino.

La nascita del governo di unità: dal governo De Gasperi ai nuovi partiti

Nel giugno 1945 si formò un governo di unità tra i partiti del C.L.N. alla cui presidenza fu chiamato uno dei fondatori del Partito d’Azione, Ferruccio Perri, vicecomandante generale delle formazioni partigiane. Purtroppo questo primo governo dell’Italia libera ebbe vita breve, sia per le sue incertezze nell’impostare un chiaro programma d’azione, sia per la diffidenza nei suoi riguardi degli Alleati. Esso fu sostituito, nel dicembre dello stesso anno, da un nuovo governo guidato dal leader democratico, Alcide De Gasperi. I problemi da affrontare erano tanti e tutti gravissimi: la ricostruzione materiale del Paese, la soluzione della questione istituzionale, le elezioni per l’Assemblea Costituente.

Il 2 giugno 1946, nel più perfetto ordine, si poté votare in tutta Italia sul referendum istituzionale e per l’elezione dei membri dell’Assemblea Costituente. Vinse la Repubblica di stretta misura con il 54% dei voti. Nell’elezione per la Costituzione si affermarono, sugli altri partiti, la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista, il Partito Comunista. I tre partiti di massa avevano raccolto in tutto quasi il 75% dei voti. In diciotto mesi la Costituente elaborò ed approvò il testo della nuova legge fondamentale dello Stato, che entrò in vigore il 1 gennaio 1948.


Intanto veniva firmato a Parigi, il 10 febbraio 1947, il trattato di pace, molto duro per l’Italia sia per le perdite territoriali (come parte della Venezia Giulia ceduta alla Jugoslavia), sia per i gravosi risarcimenti all’Unione Sovietica, alla Jugoslavia e ad altri Paesi.
Il trattato fu accolto in Italia con amarezza. Tuttavia il nostro Paese conservava l’unità e l’indipendenza e poteva reinserirsi nella politica internazionale e ottenere quegli aiuti economici di cui aveva bisogno per la sua urgente ricostruzione.

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Gli anni del Centrismo: De Gasperi Presidente del Consiglio

Il mondo intanto si andava dividendo in due blocchi e aveva inizio la guerra fredda tra U.S.A. e Urss. In politica estera tra Democrazia Cristiana, Partito Comunista e Partito Socialista c’erano profonde divergenze. Così nella primavera 1947 De Gasperi formò un nuovo governo senza esponenti comunisti e socialisti e indisse le elezioni politiche del 18 aprile 1948. Da queste elezioni doveva nascere la prima legislatura della Repubblica. Intanto nel gennaio 1947 in seguito alla scissione dal Partito Socialista Italiano, legato con un patto di unità d’azione al Partito Comunista, nasceva il PSLI, il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, chiaramente socialdemocratico. La battaglia elettorale venne condotta con estrema decisione da tutte le parti: si trattava di conquistare il governo del paese. Le elezioni diedero una larga maggioranza alla Democrazia Cristiana. Quali furono le cause del successo democratico? Il recentissimo colpo di Stato comunista in Cecoslovacchia certamente persuase gran parte degli elettori a non votare il Fronte Popolare: non mancarono inoltre interventi della Chiesa in senso anticomunista.

Un suo contributo anticomunista lo diede la promessa fatta da U.S.A., Inghilterra e Francia di restituire all’Italia Trieste, in caso di di voto sfavorevole ai partiti di sinistra. De Gasperi fu Presidente del Consiglio per tutta la durata della prima legislatura: la sua formula di governo fu il centrismo, un governo quadripartito formato da Democristiani, Liberali, Repubblicani e Socialdemocratici. In politica interna De Gasperi mirò con accortezza a ridare vitalità all’industria, all’agricoltura,al commercio, a dare solidità alla nostra moneta e a combattere la disoccupazione. Fu istituita la Cassa del Mezzogiorno per lo sviluppo del Meridione, si combatté il latifondo con la riforma agraria, si fece nel 1951 l’importante riforma tributaria Vanoni, si istituì l’ENI, con il compito di fornire al paese l’energia indispensabile alla sua espansione industriale.

La politica estera di De Gasperi fu solidale con quella dei paesi del mondo occidentale: l’Italia aderì, nel 1949, al Patto Atlantico, alleanza di carattere difensivo. De Gasperi affermò la sua fede nell’ideale europeista e guidò l’Italia ad inserirsi nelle organizzazioni europee come l’OECE, il consiglio d’Europa, la CECA, la comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio. Per evitare l’instabilità dei futuri governi e forse, nel timore che il successo precedente non si verificasse la Democrazia Cristiana riuscì a far approvare per le elezioni politiche del 1953 una nuova legge elettorale, detta maggioritaria, che premiava con i due terzi dei seggi parlamentari la coalizione che ottenesse più del 50% di voti. Per poche migliaia di voti l’operazione non riuscì.

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