Quali furono le cause della guerra franco-prussiana?
Dopo la guerra contro l’Austria, Bismark si accinse a completare l’unificazione della Germania, alla quale mancavano gli Stati tedeschi meridionali. L’unico ostacolo al suo progetto era Napoleone III, il quale temeva la nascita di un forte Stato tedesco. Quindi, per Bismark, era inevitabile una guerra contro la Francia, a patto però che il conflitto venisse scatenato da Napoleone III, per risvegliare il sentimento di nazione del popolo tedesco. Occorreva quindi creare un pretesto per la guerra franco-prussiana, che si presentò quando, dopo l’incontro tra Guglielmo I e l’ambasciatore francese, Bismark diffuse alla stampa il contenuto del colloquio modificato, in modo da far apparire le parole del re prussiano offensive nei confronti della Francia. La reazione dell’opinione pubblica francese fu immediata e il 19 luglio 1870 Napoleone III dichiarò guerra alla Prussia. Tuttavia nel settembre 1870, l’esercito prussiano sconfisse i francesi nella battaglia di Sedan e il 10 maggio 1871 venne firmato un armistizio, il Trattato di Francoforte.
Nasce l’impero tedesco voluto da Bismarck
L’unificazione della Germania venne completata e il 18 gennaio 1871 Guglielmo I fu incoronato haiser (imperatore in tedesco) del secondo Reich. Il nuovo Reich era formato da una federazione di 25 Stati i quali mantenevano i propri sovrani e le proprie assemblee, ma erano sottoposti al governo prussiano. Il potere esecutivo infatti era gestito dall’imperatore e da Bismarck, mentre quello legislativo era affidato a due camere, una eletta suffragio universale (Reichstag) e una formata dai rappresentanti dei singoli stati (Bundesrat)
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L’umiliazione della Francia dopo la sconfitta di Sedan: la Terza Repubblica
Con la guerra franco-prussiana, e la successiva sconfitta di Sedan, si determinò la fine del Secondo impero e la creazione della Terza Repubblica, fortemente voluta dal popolo francese. Il nuovo governo repubblicano tentò la resistenza di fronte all’avanzata su Parigi delle truppe prussiane, ma nel gennaio 1871 furono costretti a firmare l’armistizio. Le dure condizioni imposte dalla pace di Francoforte e accettati dal Primo Ministro francese Adolphe Thiers, prevedevano che la Francia pagasse un’alta indennità di guerra alla Prussia e accettasse l’occupazione militare sul suo territorio, fino al completo pagamento dell’indennità di guerra. Infine la Francia cedette ai tedeschi l’Alsazia e la Lorena, due regioni strategiche al confine con la Germania ed economicamente importanti per la presenza di giacimenti minerari.
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Le conseguenze della guerra franco prussiana: a Parigi nasce la Comune
Il popolo parigino si mostrò ostile all’occupazione prussiana e indignato per l’arrendevolezza del governo. Per questi motivi il 18 marzo 1871 il popolo insorse e diede vita alla Comune, un governo rivoluzionario basato su ideali socialisti e sull’esercizio della democrazia diretta. In questo modo il potere esecutivo e potere legislativo furono affidati ad assemblee popolari elettive, i cui membri erano esponenti dell’estrema sinistra. Inoltre l’esercito fu abolito e furono istituite milizie formate da cittadini. La Comune di Parigi però ebbe breve durata, poiché rimase isolata e non ottenne l’appoggio di altre città francesi. Tra il 21 e il 28 maggio, 1871 infatti, durante la cosiddetta settimana di sangue, il governo repubblicano riprese il controllo della città e attuò una dura repressione.
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Il Congresso di Berlino alla fine della guerra
Dopo la fine della guerra franco-prussiana, l’Europa attraversò un periodo di pace, con la Germania che, guidata da Bismarck, aveva la funzione di moderatrice della politica nazionale. A partire dal 1876 però i popoli dei Balcani insorsero contro la Turchia, effettuando stragi in Macedonia e Bulgaria, portando all’intervento della Russia, nella guerra russo-turca, combattuta tra il 1877 e il 1878, conclusasi con la sconfitta dei Turchi. Con l’espansione russa però iniziarono a nascere tensioni tra Russia, Inghilterra e Austria. Venne svolto allora il Congresso di Berlino, con l’obiettivo di risolvere gli scontri, e in questo modo Serbia, Montenegro e Romania ottennero l’indipendenza, mentre la Turchia conservò i possedimenti in Tracia e Macedonia. L’Inghilterra conquistò l’isola di Cipro mentre l’Austria prese la Bosnia erzegovina. L’unica a non ottenere nulla fu l’Italia.